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Dalla presentazione alla Giovannacci alla cena solidale a Cittadellarte: "Good Morning, Palestine", quando un libro diventa attivatore

Il 4 dicembre alle ore 18, presso la libreria di via Italia a Biella, è in programma una nuova tappa della tournée letteraria di Paolo Naldini: l'autore, in questa occasione, dialogherà con Maria Elena Delia, portavoce italiana della Steering Committee internazionale della Global Sumud Flotilla e referente italiana del Global Movement to Gaza. Dopo l'incontro, si terrà al Bistrot le Arti della Fondazione Pistoletto una cena di raccolta fondi per il progetto "The School Bag Project: Supporting Education in Gaza", lo stesso a cui sono destinati i ricavi del volume.

Arte e società

Alla scoperta della storia che intreccia amore, frustrazione per la propria inerzia e desiderio di giustizia, ambientata sullo sfondo del conflitto palestinese: continua il tour che sta portando Paolo Naldini a mettere in luce il suo primo romanzo, Good Morning, Palestine in diverse città d'Italia. Premessa: non si tratta di occasioni che si pongono come mere vetrine, ma momenti di riflessione collettivi - con relatori ogni volta differenti - che intrecciano la dimensione immaginifica del racconto con l'attualità. Gli incontri non si limitano infatti a introdurre l'opera, ma offrono dialoghi a più voci sulle tematiche del volume edito da Capponi, in un format di testimonianze eterogenee voluto dall'autore.

Il libro come attivatore: la presentazione e la cena solidale
Giovedì, alle ore 18 presso la libreria Giovannacci di via Italia 14 a Biella, è prevista una nuova presentazione del romanzo. Paolo Naldini si confronterà con Maria Elena Delia, portavoce italiana della Steering Committee internazionale della Global Sumud Flotilla e referente italiana del Global Movement to Gaza. All'incontro a ingresso libero e gratuito, moderato dal direttore del Journal Luca Deias, sarà possibile acquistare il volume e partecipare al firmacopie.
L'evento, però, sconfinerà oltre spazi della libreria. Sì, perché Good Morning, Palestine intreccia letteratura e introspezione, ma anche impegno civile: i proventi del libro sono infatti destinati al progetto The School Bag Project: Supporting Education in Gaza, a sostegno dell’istruzione per i bambini nei territori colpiti dalla guerra. Ecco, su questa scia, verrà proposta una cena a tema (per informazioni e prenotazioni cliccare qui) che si terrà dalle ore 20 a Cittadellarte, presso il Bistrot le Arti, a favore dello stesso progetto a cui vengono devoluti i ricavi del romanzo. "Sarà un'occasione unica - così gli organizzatori - per condividere la convivialità e per scoprire di più su questo progetto e sul libro. E soprattutto per attivarci - anche se solo con un minimo gesto - rispetto all'inerzia nei confronti del genocidio in corso". Ecco dunque che il libro diventa attivatore, di coscienze, di relazioni, di riflessioni introspettive e collettive. Non si limita a raccontare una storia frutto della fantasia dell'autore - che comunque reinterpreta e riverbera un dramma di stringente attualità - ma si attiva per non fermarsi alla fase di stallo: proprio come il protagonista del racconto che parte alla volta di Gerusalemme nel tentativo - prima individuale, poi collettivo - di scoccare una scintilla di cambiamento, anche l'autore del libro va oltre, passando dalle parole scritte in un libro alla vita reale. E in questo processo coinvolge anche gli ignoti lettori a unirsi alla causa.

La tournée tra passato e futuro
La prima presentazione si è è tenuta il 12 novembre a Pettinengo, dove, oltre all'autore - in dialogo con il presidente di Pacefuturo Stefano Zumaglini - sono intervenuti anche Nazarena Lanza, promotrice delle Local March for Gaza, e Izz Aljabari, giovane artista palestinese. Dopo la tappa in "patria", lo scorso weekend il libro è stato messo in luce in Toscana e in Emilia-Romagna: il 29 novembre nella Sala Storica Dino Campana della Biblioteca delle Oblate a Firenze, nell'ambito dell'ottava edizione rassegna Identities - Leggere il contemporaneo, che ha visto la partecipazione della professoressa Micaela Frulli, dell'editor Chiara Belliti e di Tania Biancalani, project manager di The School Bag Project, in riferimento al kit educativo d’emergenza ideato dall’Anniya Collettive per i bambini di Gaza; il 30 novembre a Bologna presso la sede dell'associazione culturale Capire, dove Naldini ha dialogato con Sara Zanni, archeologa e guida ambientale escursionistica. A dicembre sono già stare rese note 3 presentazioni (tutti i dettagli verranno resi noti successivamente): oltre a quella del 4 dicembre alla Libreria Giovannacci, il 9 dicembre a Pozzuoli e il 14 dicembre di nuovo a Biella, a Cittadellarte, in occasione dell'evento Cittadelmarket. E per il prossimo anno si profilano già Milano, Torino e Roma.

Il libro
Il volume, uscito in tutte le librerie e online, anche in formato digitale, si pone come un viaggio nella coscienza e nel senso di colpa rispetto alla propria passività davanti alla storia, nella disarmante normalità con cui si convive con l’ingiustizia. L’autore racconta l’ossessione di un insegnante di scuola media, Sebastiano, travolto da una crisi morale e sentimentale, alimentata dall’impotenza provata per il genocidio del popolo palestinese e da un amore - irrazionale in ogni sua forma, ma linfa di ogni sua azione - verso una cantante “conosciuta”, o meglio ascoltata, su YouTube. Good Morning, Palestine è un grido, ma anche un diario intimo che diventa pubblico: il protagonista, in un dialogo costante e provocatorio con il proprio grillo parlante interiore, decide di mettersi in cammino verso Gerusalemme accompagnato soltanto dal suo barboncino, Leone. Una marcia interiore prima che geografica, verso l’idea di un domani diverso. Fra realtà e delirio, amore e desiderio, Good Morning, Palestine dispiega una lenta perdita di equilibrio – ritrovato? – prima solitario, poi collettivo. Paolo Naldini non solo ha firmato un’opera intensa e coraggiosa tinta di politica e compassione, ma è stato anche profetico: ha scritto il romanzo tra l’estate e l’autunno del 2024, senza conoscere la Global March to Gaza, che si sarebbe poi tenuta a giugno 2025 al Cairo. 

La voce dell'autore
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Quando rientravo dal Cairo a giugno di quest’anno deluso perché la Global March era stata impedita sul nascere dal Governo Egiziano, pensai - ha affermato Paolo Naldini - che avremmo dovuto organizzare una marcia in ogni città, come una staffetta che idealmente avrebbe collegato il mondo con Gaza. Rientrato ne parlai con Nazarena Lanza, e poi con Ettore Macchieraldo e Alberto Conte, e Andrea Trivero e Alessandro Beata, insomma: con diversi attivisti che stavano progettando una processione da Oropa verso Santhià. Proposi subito loro di collegare la Global March to Gaza allo loro iniziativa organizzando la prima Local March For Gaza. La realizzammo con vero successo, accolti da sindaci e cittadini e associazioni con grande simpatia e condivisione. Grazie al fatto che subito il gruppo realizzò un sito per raccontare questa marcia invitando chi volesse fare altrettanto a utilizzare la nostra esperienza, ad oggi si sono realizzate 29 Local Marches for Gaza, sensibilizzando migliaia di persone e permettendo loro di manifestare il proprio sentimento di vicinanza e fratellanza con il popolo palestinese. Se non avessi scritto il libro, qualcosa di tutto questo non sarebbe successo, e io stesso, molto probabilmente, non vi avrei preso parte. In questo senso, la scrittura è stata non solo profetica (perché la marcia per Gaza che si è fatta davvero, riprende la marcia del protagonista del romanzo verso Gerusalemme), ma anche è stata una leva per attivare - innanzitutto me stesso - e per costringermi ad 'alzarmi dal divano', scendere in strada insieme ad altri e manifestare ciò che sentivo. Penso che sia - ha concluso - un diritto, ma anche un dovere di un cittadino di uno Stato democratico manifestare ciò che sente e permettere agli altri di prendere una posizione rispetto a questo e ai rappresentanti politici di decidere se portare queste istanze nelle stanze della politica istituzionale o no".

Pubblicazione
01.12.25