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Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto alle Nazione Unite di New York
In occasione del midterm dell’Agenda 2030, nella sede dell'ONU della Grande Mela è proposta - fino al 28 settembre - un'installazione temporanea del simbolo trinamico del maestro. L’opera site-specific, composta da 36 piastrelle in gres porcellanato e realizzata attraverso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, è patrocinata dalla Rappresentanza Permanente d’Italia all’ONU e curata dallo Studio Legale Alessia Panella e da Cittadellarte nelle figure di Francesco Saverio Teruzzi e Alessandro Lacirasella. Non solo: il direttore di Cittadellarte Paolo Naldini parteciperà all’inaugurazione del Terzo Paradiso con la Delegazione Ministeriale lunedì 18 settembre e in una serie di eventi collaterali al Consolato Generale di Italia e all’Ambasciata Italiana negli USA.
Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, è volato domenica 17 settembre a New York per inaugurare l’installazione alla presenza del Ministro Tajani. Inoltre, il direttore parteciperà a una serie di eventi e incontri sia all’interno del Palazzo di Vetro, sia presso la sede del Consolato Generale di Italia e all’Ambasciata Italiana negli USA. Sarà anche l’occasione per incontrare Monika Wuhrer e altri amici della rete di Cittadellarte, delle ambasciate del Terzo Paradiso e del network degli Alumni di Unidee in Residence International Program, oltre a incontri di progettazione con partner degli Uffizi Moda Sostenibile, Politica ed Education.
“Le nostre installazioni - ha affermato Naldini - sono degli Attivatori, sono dei dispositivi che non si limitano alla dimensione simbolica (pure fondamentale perché la mente umana funziona per simboli e idee) ma creano spazi e occasioni di tras-formazione. L’arte si è sempre occupata della forma delle cose. Cittadellarte opera con le forme della vita sul e col pianeta, e lo fa insieme alla rete di Artivatori che le nostre scuole accolgono (Unidee-Università delle Idee con il Residency Program dal 1999 e l’Accademia del Terzo Paradiso dal 2015) e con gli ambasciatori del Terzo Paradiso e le centinaia di organizzazioni che studiamo e con cui collaboriamo che sono in gran parte raccolte e raccontate dai progetti di ricerca di Visible Project e di archivio di Geographies of Change. Anche le Nazioni Unite sono parte di questa micorriza sociale che come la simbiosi tra le radici delle piante e i funghi della terra si estende in una rete fondata sull’alleanza. Forgiare alleanze attraverso la co-creazione è ciò che questo simbolo significa”.



Ai nostri microfoni è intervenuto anche Teruzzi per illustrare il dietro le quinte dell'opera: “L'idea di questo Terzo Paradiso a New York è nata a novembre 2022, quando l'ambasciatore Maurizio Massari incontrò Alessia Panella, la quale si rivolse a me per poter dar vita alla suggestione. Il risultato è d'impatto: la riconoscibilità degli SDGs e del simbolo trinamico dà ancor più forza a un messaggio di pace e rigenerazione dell'umanità”. Il cultural project manager di Cittadellarte mette poi in luce un parallelismo: “L'installazione ha una naturale collegamento con l'opera ‘Rebirth’ che si trova al Palais de Nations di Ginevra, ma è qui nella Grande Mela è proposta in maniera differente. È infatti la stessa, seppur con dimensioni diverse, che è stata realizzata nell'ambito della mostra ‘Da Cittadellarte alla Civiltà dell'Arte’ a Palazzo Ducale a Mantova”. Teruzzi è poi passato a uno degli ingredienti che ha portato al successo del progetto: la collaborazione. “Ringrazio chi si è impegnato per installare l'opera nonostante le complessità che un'operazione simile porta con sé: in primis la curatrice Alessia Panella e Alessandro Lacirasella; tutto il personale diplomatico e amministrativo della Rappresentanza Permanente d’Italia all’ONU; chi è stato contattato come sponsor ma poi ha assunto un vero e proprio ruolo di coprogettazione come Alex Fremura e Riccardo e Federico Fuochi con le aziende che rappresentano; Magazzino Italian Art, con Giorgio Spanu e Nancy Olnick, oltre ad Alberto Salvadori, che ci hanno offerto il loro aiuto nonostante fossero nel pieno dell'inaugurazione di un loro spazio”. Insomma, un profondo lavoro di squadra: “L'obiettivo 17 dell'Agenda 2030 - ha concluso - deve esserci in qualsiasi attività, come abbiamo dimostrato a New York: collaborare sempre per il loro raggiungimento”.