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"Sfide sociali nelle comunità rurali e montane", un bando per progetti a impatto sociale nelle aree interne
"NEMO - Nuova Economia in Montagna" ha dato notizia di un bando - promosso da Finpiemonte e Fondazione Giacomo Brodolini - che si rivolge a coloro che hanno idee da sviluppare o progetti in fase preliminare (e quindi non ancora pronti a tradursi in immediate azioni concrete sul territorio) in comuni del torinese, cuneese e biellese classificati come aree interne (SNAI). Il termine ultimo per la presentazione delle candidature è fissato per il 30 giugno 2020: ecco tutti i dettagli.
Arte e società

L'iniziativa - il cui termine ultimo per candidarsi è per martedì 30 giugno 2020 - è mirata* ad organizzazioni già attive e formalmente costituite, che vogliano ampliare o innovare il loro ambito d’azione attraverso interventi nuovi o che siano volte a rispondere ai bisogni sociali dei territori rurali e montani di riferimento. Possono partecipare anche associazioni, cooperative e cooperative di comunità e, in generale, organizzazioni anche non iscritte al registro imprese (purché propongano azioni e progetti esplicitamente volte a generare ricadute sociali). Non solo: Sfide sociali nelle comunità rurali e montane si rivolge anche a potenziali futuri imprenditori - soggetti singoli o di gruppo - che, pur non costituti giuridicamente, abbiano un’idea progettuale finalizzata a rispondere ai bisogni sociali dei territori rurali e montani.
Nel portale web del bando vengono anche definiti i requisiti per partecipare. Innanzitutto è fondamentale avere un’idea o un progetto che risponda in modo esplicito alle sfide sociali di una comunità locale in area rurale/montana.
La proposta, come accennato, deve intervenire su un territorio compreso nelle aree interne del cuneese, del biellese o del torinese “intese come Intermedie, Periferiche, Ultraperiferiche - secondo la categorizzazione SNAI con elenco dei comuni idonei”. Come riportato nella nota, l'iniziativa deve avere un carattere innovativo rispetto al contesto in cui interviene, come servizi/attività non ancora presenti, nuove modalità di erogazione, inclusione soggetti locali e destinatari, riorganizzazione di servizi/attività già presenti verso maggiore sostenibilità/impatto.
“La proposta - viene specificato nel bando - deve essere capace di generare impatto sociale sulla vita delle comunità di riferimento, a prescindere dal tema affrontato, e in grado di generare un ritorno economico per i soggetti attuatori, garantendo la sostenibilità economica”. Chi presenta domanda, infine, deve dare la propria disponibilità a partecipare a un percorso di accompagnamento e incubazione della durata di 9 mesi circa (da luglio 2020 a marzo 2021), che prevede un impegno di 2 o massimo 3 incontri al mese*.
Per quanto concerne la valutazione delle candidature, sono 5 i macro-requisiti di cui la giuria terrà conto: motivazione del candidato (organizzazione/soggetto singolo/gruppo di lavoro); coerenza della proposta rispetto all’obiettivo di sviluppare nuove idee imprenditoriali che possano dare risposta alle sfide sociali; originalità e innovazione dell’idea, anche rispetto al contesto locale in cui si inserisce; fattibilità tecnica e sostenibilità economica; completezza e qualità delle informazioni fornite.
Come si evince dai punti chiave dell'iniziativa, l'impatto sociale sarà quindi alla base del bando, al punto che nella documentazione per i candidati è presente un file che ne specifica la definizione, l'importanza per le imprese e la sua misurazione: "L’impatto sociale - si legge nel testo - viene comunemente definito come l’insieme di conseguenze sulle persone e sulle comunità che risulta da un’azione, un’attività, un progetto, un programma o una politica pubblica. Nel caso delle imprese, parlando di impatto sociale ci si riferisce a quei cambiamenti positivi che queste causano al di là della loro attività principale di produzione di beni o servizi (...). Per un’impresa, la dimensione sociale rappresenta sia una premessa sia un ingrediente per riuscire ad inserirsi e costruire legami sul territorio”.
“Ci auguriamo - ha affermato ai nostri microfoni Francesco Di Meglio*, presidente dell'associazione NEMO - che dalla partecipazione e dal coinvolgimento dei soggetti che parteciperanno a questo bando ‘sperimentale’ (per questo dedicato solo ad alcune aree piemontesi), emergano le idee ed i progetti interessanti di questo territorio che, una volta emersi e riconosciuti, possano trovare future vie di finanziamento. Un aspetto non dimenticato dai promotori del bando che si stanno già impegnando per identificare quei soggetti disponibili ad ascoltare le proposte e a sostenerle opportunamente. Un altro punto - conclude - che sarà interessante verificare (ed eventualmente accompagnare in una seconda fase) è la relazione che si potrà instaurare tra i progetti provenienti dallo stesso territorio e tra questi stessi progetti e quelli delle altre zone piemontesi. Affini per modalità ed obiettivi e, quindi, facilmente coordinabili e indirizzabili verso una collaborazione che speriamo presto, sia pronta a realizzarsi su tutto il Piemonte”.