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"AlpacaLab 2025": alla Fondazione Pistoletto il filo che unisce Perù e Italia passa per creatività e sostenibilità
Dalla fibra all’anima: la missione didattico-commerciale di PromPerú ha fatto tappa a Biella per accendere nuovi immaginari di moda etica e relazioni internazionali. Tra le realtà che sono state visitate e approfondite come modelli di riferimento del settore figura Cittadellarte, che ha proposto dal 2 al 5 luglio attività ad hoc ai partecipanti coordinate da Fashion B.E.S.T.
Tra telai secolari, visioni contemporanee e un laboratorio d’idee che ha fatto della sostenibilità il suo cuore pulsante, Cittadellarte ha accolto dal 2 al 5 luglio un gruppo di imprenditori e imprenditrici peruviane del settore alpaca, protagoniste dell’edizione 2025 di AlpacaLab, progetto promosso da PromPerú Italia per rafforzare l’internazionalizzazione delle aziende tessili andine. L’incontro è avvenuto in uno dei centri simbolo dell’innovazione etica nel fashion italiano: Fashion B.E.S.T., la piattaforma di Cittadellarte dedicata alla sostenibilità nella moda, ha infatti curato una residenza formativa fatta di scambi creativi, visite ispiranti e dialoghi profondi sul ruolo del design responsabile nel mondo contemporaneo.
“Attraverso esperienze come questa – ha affermato ai nostri microfoni Melissa Cabrera Santos, responsabile tessile per PromPerú Italia – cerchiamo di dare ai partecipanti non solo informazioni tecniche, ma una vera e propria boccata d’aria fresca. Un contatto con la creatività e con realtà che sanno comunicare valori profondi. Basta poco perché si accenda una scintilla, e da lì nascano idee nuove, visioni più consapevoli, connesse al proprio territorio ma proiettate sul mondo”.


Rebecca Mazzù.
Nel cuore di Biella, capitale storica del tessile di qualità, le aziende provenienti da Arequipa, Ayacucho, Cusco e Puno hanno potuto confrontarsi con modelli d’eccellenza come Piacenza 1733, Lanificio Cerruti e Fondazione Zegna, oltre a Cittadellarte. Tutte esperienze immersive che hanno lasciato un segno. Negli spazi della Fondazione Pistoletto, Tiziano Guardini, stilista noto per il suo impegno etico, ha guidato workshop di co-creazione e riflessione, mentre le designer peruviane esploravano nuove narrazioni di sostenibilità partendo dalle loro radici: la lavorazione artigianale, il legame con le comunità andine, l’alpaca come simbolo di bellezza e resilienza.
“Non avevo idea che esistesse un luogo così – ha rivelato con emozione Yuli Torres, una delle partecipanti, riferendosi a Cittadellarte – dove la moda sostenibile non è solo teoria, ma si vive. Qui abbiamo sentito davvero il valore delle fibre naturali e l’urgenza di creare un’alternativa concreta alla moda globalizzata che spesso ignora le conseguenze ambientali e sociali”. Lontano dalla frenesia produttiva del settore, Cittadellarte ha rappresentato infatti una pausa fertile, uno spazio di rigenerazione creativa in cui la sostenibilità si intreccia con l’etica e l’innovazione con la memoria. Il progetto ha dimostrato come la cultura del fare – quando connessa a visioni condivise – possa costruire ponti solidi tra territori geograficamente lontani ma idealmente vicini.
Un ringraziamento particolare, da parte del gruppo, è stato rivolto al team di Fashion B.E.S.T. - nelle figure della responsabile Olga Pirazzi e di Rebecca Mazzù - e ai partner come Lenzing Group - nella figura di Carlo Covini - per il supporto strategico all’iniziativa.


Carlo Covini.
