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L'arte tra le vette della Val Badia: il Terzo Paradiso di Pistoletto fiorisce a Colfosco

Verrà inaugurata l’11 luglio nella provincia di Bolzano una nuova installazione permanente simbolo di rigenerazione tra arte, natura e futuro. L’opera, collocata nel paesaggio dolomitico in occasione della VII edizione di "SMACH – biennale di arte pubblica", è realizzata con il legno degli abeti abbattuti dalla tempesta Vaia.

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Venerdì 11 luglio 2025 alle ore 18:00, in anticipazione dell’evento di apertura della biennale SMACH, inaugurerà l’opera Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto in località Plans, a Colfosco (BZ), alla presenza dei rappresentanti della Fondazione Pistoletto e degli organizzatori. Il progetto, a cura di Sandro Orlandi Stagl e Phil Mer, è stato coordinato e realizzato grazie al Cultural Hub dell’associazione culturale SMACH con il sostegno della Fondazione Pistoletto e di Paolo Mozzo di ARTantide Gallery. Indispensabili per la realizzazione dell’opera sono state le seguenti realtà: Impianti Colfosco, come partner tecnico; lo sponsor Stiftung Südtiroler Sparkasse - Fondazione Cassa di Risparmio; i volontari di SMACH, associazione culturale sostenuta in questa attività, come in tutte quelle degli anni precedenti, dagli enti Provincia Autonoma di Bolzano e dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige.

Il Terzo Paradiso approda a Colfosco grazie all’impegno di SMACH
Dopo le installazioni, tra le altre, al Louvre di Parigi, alle Nazioni Unite di New York, ai Fori Imperiali di Roma, al Castello di Rivoli di Torino e al sito archeologico di Karkemish in Turchia, il Terzo Paradiso arriva a Colfosco (BZ) in un’area di 52x24 metri. L’installazione permanente, realizzata con il legno degli abeti abbattuti dalla tempesta Vaia, trova dimora in un prato messo a disposizione dalla famiglia Mersa, nella località Plans, ai piedi del Passo Gardena e in prossimità del massiccio del Sella. Il Terzo Paradiso si integra armonicamente nel paesaggio dolomitico, risultando visibile anche dalla rete sciistica invernale della Val Badia. L’installazione è raggiungibile tramite un percorso pedonale e ciclabile ed è visibile dall'alto da chi attraversa il Passo, dagli scalatori della Ferrata Tridentina e dai frequentatori della seggiovia Plans Frara.

Il “giardino” di cui tutti sono invitati a farsi giardinieri
Dal punto di vista concettuale, il Terzo Paradiso rappresenta una sintesi tra due condizioni opposte: il primo paradiso, simbolo dell’originaria armonia tra essere umano e natura, e il secondo paradiso, esito del mondo artificiale generato dall’ingegno umano, fonte di progresso, ma anche di squilibri ecologici e sociali. Il Terzo Paradiso si propone come una terza via, uno spazio di coesistenza attiva e rigenerazione, in cui queste polarità possano interagire generando sostenibilità. Al cuore del progetto vi è l’idea che l’arte, oltre alla sua dimensione estetica, possa essere strumento di consapevolezza e trasformazione. In questo senso, il Terzo Paradiso si configura come un mito contemporaneo: una narrazione simbolica che stimola responsabilità individuale e collettiva, orientando l’agire quotidiano verso una rinnovata coscienza ecologica e sociale. "Il Terzo Paradiso non è solo un’installazione artistica - si legge nell'apposita nota stampa -, ma un’infrastruttura culturale e pedagogica: un’opera capace di generare senso, attivare pratiche di rigenerazione e promuovere una visione sistemica, etica e sostenibile dell’abitare il mondo contemporaneo".

I curatori
Nel dietro le quinte dell'installazione figurano due curatori. Uno è Sandro Orlandi Stagl, un designer e curatore italiano con una profonda esperienza nel mondo del design e dell'architettura. Laureato in design, ha collaborato con studi e istituzioni internazionali, sviluppando progetti innovativi e multidisciplinari. La sua visione creativa si concentra sulla fusione tra estetica, funzionalità e sostenibilità, con un approccio sempre orientato alla valorizzazione del contesto culturale e naturale.  Il secondo è Phil Mer, all’anagrafe Philipp Mersa, musicista, compositore, storico dell’arte, curatore e collezionista originario di Colfosco.

Per approfondimenti è possibile visionare un nostro precedente articolo.




SMACH. Constellation of art, culture & history in the Dolomites è la biennale internazionale di arte pubblica ideata nel 2012 da Michael Moling e coadiuvata dal consiglio direttivo e comitato scientifico. Per ogni edizione vengono selezionate, da una giuria di professionisti di settore, 10 opere tramite un concorso internazionale. La mostra open air di arte contemporanea si svolge in Val Badia, nel contesto paesaggistico e culturale delle Dolomiti, patrimonio Unesco dal 2009.
Dal 2018 SMACH è anche un’omonima associazione culturale che, in sinergia con attori locali ed istituzionali, lavora per la promozione dell’arte, del territorio e della cultura, in chiave di turismo culturale, ed attiva un canale di incontro tra amanti dell’arte, appassionati di natura, turisti e professionisti di settore.
SMACH. Val dl’Ert (www.smach.it/art-park) è la collezione permanente della SMACH biennale, composta attualmente da 27 opere acquisite dalle passate edizioni che si arricchisce, per ogni edizione della biennale, di nuove opere selezionate dai progetti vincitori. Il parco, di 25 ettari, è situato in una valle incontaminata nella località di San Martino in Badia, in provincia di Bolzano. Il suo accesso è a 150 m dal Museum Ladin e crea con esso un interessante polo di attrazione turistico-culturale per tutta la Val Badia.
SMACH. Cultural Hub è il progetto dedicato al valore sociale del patrimonio culturale materiale e immateriale della Val Badia in linea con la Convenzione FARO del 2020 e promuove una vasta offerta di progetti finalizzati all’attivazione e allo scambio culturale. 
Pubblicazione
10.07.25