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Arte, spiritualità e responsabilità: Michelangelo Pistoletto intervistato da Giovanni Floris a “DiMartedì”
Nel corso della puntata andata in onda martedì 13 maggio su La7, il maestro si è confrontato con il giornalista nel programma “DiMartedì” per presentare il suo nuovo libro “Spiritualità”, scritto a quattro mani con padre Antonio Spadaro e pubblicato da Marsilio. Al centro della conversazione, il rapporto tra arte e religione, il valore della ricerca interiore, il senso della pace e la sfida dell’intelligenza artificiale. Un’intervista intensa, in cui il maestro ha condiviso il cuore della sua poetica: “L’arte è la radice del pensiero. E oggi ha la responsabilità di costruire un nuovo equilibrio tra cielo e terra”.
“Tra l’intuizione artistica e la profondità religiosa c’è un legame?”. È con questa domanda, diretta e suggestiva, che Floris apre l’intervista al fondatore di Cittadellarte nello studio televisivo di DiMartedì. L’incontro è stato dedicato alla presentazione dell’ultimo volume di Pistoletto, Spiritualità. Un testo che nasce da un confronto inedito tra un artista e un gesuita, e che propone una riflessione profonda sull’arte come esperienza interiore, relazione collettiva, e responsabilità nel mondo contemporaneo. E proprio questo è stato il cuore dell’intervista: la ricerca di un nuovo equilibrio tra l’autonomia dell’arte moderna e il bisogno umano di spiritualità.
“L’arte e la religione – ha ricordato Pistoletto – sono state a lungo collegate, ma l’arte era a servizio di un pensiero esterno. Con l’arte moderna, invece, l’artista si emancipa, si individualizza. E allora mi sono chiesto: chi sono io qui, nel mondo? Perché esisto?”. È questa domanda che ha guidato la sua ricerca verso la creazione dei quadri specchianti, una delle sue opere più iconiche. “Ho iniziato con l’autoritratto, e da lì sono arrivato allo specchio: volevo vedermi nel quadro. Ma poi ho capito che lo specchio non riflette solo me: ci siamo tutti dentro. È un’opera che include, che apre”.
Nel dialogo con Floris, l’artista ha toccato anche temi fortemente legati all’attualità. A partire dall’elezione del nuovo papa, che ha scelto il nome di Leone XIII per richiamare l’impegno sociale della Chiesa, e che ha indicato nell’intelligenza artificiale una delle sfide cruciali per il futuro. Il maestro ha condiviso la sua visione: “Ha ragione: oggi non è più solo una rivoluzione industriale, ma una rivoluzione che tocca il cielo, la virtualità. L’arte deve stare in mezzo tra cielo e terra, e assumersi una responsabilità”. Ed è proprio in questo “stare in mezzo” che si radica la spiritualità di cui parla il libro: non una religiosità dogmatica, ma una forza che connette etica ed estetica, pensiero e forma, individuo e collettività. Una spiritualità laica, capace di costruire legami e visioni condivise in un mondo frammentato.
Nel finale dell’intervista, Pistoletto torna su un nodo fondamentale: la pace. Richiamando le parole pronunciate dal nuovo pontefice – “La pace sia con voi” – l’artista commenta: “Tutti vogliamo la pace, ma serve un sistema per realizzarla. L’arte può contribuire a costruire questo sistema”. Ed è forse questo il messaggio più forte che l’intervista lascia dietro di sé: l’arte non come evasione, ma come costruzione. Dunque, con l’intervento di ieri sera e con Spiritualità, l’ideatore del simbolo trinamico rilancia una visione che da decenni orienta il suo lavoro: l’arte come atto di responsabilità, come gesto capace di generare consapevolezza, come spazio dove il pensiero prende forma e si riflette sulla terra. Perché anche in televisione, tra i riflettori dello studio e le domande di attualità, il messaggio rimane nitido: l’arte può ancora cambiare il mondo. Ma solo se parte da dentro.