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"Forum Comunità Educante", a Cittadellarte una voce intergenerazionale per ripensare al concetto di piazza

Giovedì 15 maggio 2025 la Fondazione Pistoletto ha ospitato una discussione collettiva - proposta nel contesto del programma erasmus, in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale e i corrispettivi di Budapest e Tessalonica - sulla relazione tra educazione e comunità. L'appuntamento, che ha visto la moderazione di Nazarena Lanza (Biella Città Arcipelago) e gli interventi introduttivi del direttore di Cittadellarte Paolo Naldini, del responsabile dell'Ufficio Ambienti d'Apprendimento Ruggero Poi e dell'assessore Edoardo Maiolatesi - ha previsto 7 interventi di referenti e rappresentati di differenti organizzazioni territoriali, oltre a 4 tavoli di lavoro e una restituzione finale in plenaria.

Educazione

"In questi spazi dedicati al laboratorio cittadino comunitario di coprogettazione del futuro di Biella, impariamo a governare insieme, sia tra le nostre comunità di pratica sia con le istituzioni. Anche i processi rivoluzionari sono sempre partiti da piccoli gruppi". Con queste parole Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, ha alzato il sipario sul Forum Comunità Educante, andato in scena nel pomeriggio di giovedì scorso nella sala che ospita la mostra-laboratorio Biella Città Arcipelago. L'appuntamento, moderato da Nazarena Lanza di Biella Città Arcipelago, si poneva come occasione di confronto eterogeneo e plurale, anche sul piano generazionale: sette interventi di esperienze educative nel Biellese, quattro tavoli di discussione e un aperitivo conviviale preparato da Slow Food Travel Montagne Biellesi e Let Eat Bi. L'obiettivo era chiaro: ripensare gli spazi educativi come piazze, da intendersi come luoghi di incontro e di scambio dove bambini e ragazzi possano sperimentare il significato più profondo della reciprocità.

Le premesse
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La piazza educativa - queste le premesse degli organizzatori - è uno spazio che non limita, ma libera, che non separa, ma connette. Adottare una pedagogia del patto significa riconoscere che l'educazione non è un atto individuale, ma un processo collettivo. In questa prospettiva, la comunità diventa un laboratorio educativo permanente, un ambiente fertile dove crescono saperi, valori e competenze. I patti educativi di comunità ci ricordano che ogni gesto educativo è un atto di pace. Essi sono ponti che uniscono mondi, strumenti che ci permettono di scendere a patti non solo tra di noi, ma con il futuro stesso, creando le condizioni per un'educazione capace di generare armonia e convivenza".

Le realtà partecipanti e i tavoli
Si sono tenuti i seguenti speech che hanno visto i relatori fornire, in pochi minuti, diversi approcci al tema della piazza: Piazza Studio e GDA : creare spazi pubblici di incontro per i più giovani, con Jacopo Panzanelli (Consulta Provinciale Studentesca) e Alessandra Bury (Fondazione Pistoletto-Cittadellarte Onlus); Cambiare Aria, Ottenere Spazio - Progetto CAOS per il protagonismo giovanile, a cura delle ragazze e dei ragazzi del progetto CAOS; 200 passi a Cascina Oremo: ascoltando storie di lavoro e talento, con Paola Merlino (Consorzio Sociale Il Filo da Tessere); Il valore educativo del percorso Smart Villages in Valle Elvo e Serra, con Ettore Macchieraldo (tavolo educazione Smart Villages); Per un patto educativo a Villaggio la Marmora, con Stefania Nuccio (Biella 3); Scuola Senza Pareti: imparare insieme ad abitare il proprio paesaggio, con Giuseppe Pidello (Ecomuseo Valle Elvo e Serra); Il patto educativo di Valdilana, con Elisabetta Prederigo (vice sindaco Valdilana). Dopo gli interventi introduttivi, si sono tenuti quattro tavoli di lavoro e, a seguire, le restituzioni in plenaria con l'intervento conclusivo di Michelangelo Pistoletto.

La piazza per Michelangelo Pistoletto
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L’idea di piazza - ha affermato alla fine del forum il maestro - è importante. Nella formula trinamica, per esempio, il cerchio centrale è quello che deve restare vuoto e consentire agli elementi dei due cerchi esterni di incontrarsi e generare qualcosa di nuovo. È sempre vuoto, ma allo stesso tempo non lo è mai, perché lì avviene l’incontro. Questa è la dinamica. È il concetto di vuoto come necessità, come spazio d’offerta alla casualità, perché lascia accadere l’incontro. Allora, questo cerchio centrale è il luogo dove gli elementi si incontrano per creare qualcosa di nuovo. Dunque, perché non dire che è la piazza? È una piazza vuota, che sta lì, in attesa che due persone si incontrino. Se non sono due, saranno quattro. Saranno tante persone. Persone che arrivano con interessi diversi, ma devono trovare un metodo comune per fare una politica insieme. E allora nasce il sistema economico, nasce il sistema politico. La piazza è questo".


Le prospettive, Ruggero Poi

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Il lavoro sulla Piazza nasce con l’intento di connettere tutte le realtà del territorio che svolgono una funzione educativa e comunitaria, per costruire insieme nuovi spazi di incontro e di relazione, capaci di accogliere i ragazzi e, più in generale, tutti i cittadini del Biellese. Con questa visione, il tavolo di coordinamento lavorerà per mettere in connessione e in comunicazione le esperienze che sono nate e che nasceranno nell’anno in corso".


La rete dell'arcipelago, Nazarena Lanza

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La ricchezza di esperienze culturali, ambientali e sociali di rigenerazione attive nel Biellese - ha spiegato Nazarena Lanza (coordinamento Biella Città Arcipelago) - rendono il nostro territorio un potenziale esempio di realizzazione degli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per trasformare in realtà ciò che è in potenza serve che le singole realtà si parlino e si coalizzino. Questo è il compito di Biella Città Arcipelago. Il progetto è stato riconosciuto dalla Provincia e dal Comune come importante strumento di concertazione e coprogettazione e oggi abbiamo un coordinamento formato da importanti realtà del Biellese attive nelle isole tematiche dell'Arcipelago: Comunità Educante, Mobilità Sostenibile, Salute e Benessere, Paesaggi della Lana, Cibo Agricoltura e Accoglienza, Vivere e Lavorare in Montagna".


La demopraxia a Biella, Paolo Naldini

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Come dichiarato nell’installazione d’apertura della Biennale di Venezia Architettura, dedicata alla prospettiva del Terzo Paradiso, stiamo veramente forgiando - ha affermato il direttore di Cittadellarte - una nuova prospettiva: una visione che orienta le pratiche verso un obiettivo comune, capace di funzionare come un comune multiplo, più che come un minimo denominatore. Non solo denominatore, senza minimo: è una prospettiva che è l’arte della demopraxia, declinata nell’arcipelago biellese, nelle forme di queste isole connesse da un’intelligenza collettiva che sa immaginare un futuro prospero, sostenibile e inclusivo. Sappiamo che, per costruire qualsiasi opera, è necessario saperla immaginare".


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Pubblicazione
21.05.25
Scritto da
Luca Deias