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La tavola rotonda de "Le stanze della moda sostenibile" - Vogue Talents presenta Manuel Hallermeier e Yekaterina Ivankova
Nicoletta Spolini di Vogue Talents ha presentato i due fashion designer emergenti, che riescono a unire nei loro capi tecnologia, sostenibilità e tradizione. Vi proponiamo le peculiarità dei loro progetti "From White to Bright" e "Ikatwear".
Moda
Per Vogue Talents è intervenuta Nicoletta Spolini: "Sono qui a nome di Sara Sozzani Maino, vice direttore di Vogue Italia e head di Vogue Talents. Vogue Talents oltre a essere un canale di Vogue Italia, è anche un supplemento internazionale, redatto interamente in inglese, che esce in allegato al magazine due volte l’anno, a febbraio e a settembre, proprio in concomitanza con le Fashion Week di Milano. Ma la property Vogue Talents è anche attiva nell’organizzare contest ed eventi - in particolare i due appuntamenti a Palazzo Morando che di solito inaugurano la Fashion Week - con l’obiettivo di aiutare i designer di nuova generazione ad emergere. Con un occhio sempre attento ai talenti 'sustainable': non a caso abbiamo, da qualche tempo, una label dedicata al tema - sustainable appunto - per consentire ai nostri lettori di individuare rapidamente i designer più attenti alle tematiche eco. Per questa tavola rotonda abbiamo selezionato due fashion designer di nuova generazione: il primo è Manuel Hallermeier, un giovane tedesco che ha studiato e lavora a Copenaghen. Ci è piaciuto molto il suo approccio concettuale e la ricerca di tecnologie innovative. L'altra selezionata è Yekaterina Ivankova, originaria del Kazakistan che ha studiato al Polimoda in Italia, della quale abbiamo apprezzato, nei suoi capi, l'uso del colore e il recupero - in chiave contemporanea - di tecnologie artigianali antiche nella produzione dei tessuti, usate in particolare nell’Uzbekistan".
Analizzandoli nel dettaglio, Manuel Hallermeier - con il suo progetto "From White to Bright" (“Da bianco a luminoso”) - ha spiegato le peculiarità dei suoi capi: "Il processo della creazione della collezione - ha scritto il fashion designer tedesco nell'opuscolo di presentazione della mostra - può essere diviso in due parti. La prima analizza come l’etica e l’estetica possano giocare un ruolo importante nel design di moda. Nel progetto, questo interrogativo avrà risposta nell’esplorazione di diverse tecniche e prospettive sull’abbigliamento.
La seconda parte, invece, si focalizza sulla produzione dei capi in un laboratorio di cucito - continua Hallermeier - e analizza le tempistiche e la scalabilità del processo di produzione. A questo proposito, mi è difficile immaginare che il cambiamento avverrà dando una diversa forma ai modelli e ai capi, perché indumenti come pantaloni o camicie sono sul mercato da secoli e si sono radicalizzati in seguito alla domanda del consumatore. Su ampia scala, i prodotti seguono sempre i metodi e i costi di produzione possibili. Penso quindi che noi designer dobbiamo prepararci a sistemi di produzione più automatizzati come la stampa 3D. L'aspetto ancora più importante è che avremo la possibilità di dedicarci - riflettendo sull'eticità delle nostre azioni - all’acquisizione di abilità artigianali e alle sfide filosofiche e intellettuali del processo di produzione".
Yekaterina Ivankova, invece, ha messo in luce Ikatwear, progetto di Re-Evolution basato su uno sguardo innovativo della tecnica del tessuto fatto a mano "Ikat". Con questo lavoro ha provato non solo a sperimentare e concentrarsi sul design e sul colore del filato, ma anche a modificarne la tecnica, realizzando un tessuto innovativo ed esclusivo. I fili ottenuti dal bozzolo sono lavorati manualmente, stesi su antichi telai di legno e disegnati con colori naturali. Come è arrivata l'ispirazione? Grazie alla passione di Ivankova per la cultura e l’arte dei prodotti fatti a mano dell'Asia Centrale, che hanno portato i suoi indumenti a essere caratterizzati da sfumature orientali e da un mix di sartoria ed eleganza italiana, con richiami al vintage. I suoi indumenti permettono di percorre un metaforico viaggio in Asia, fino a conoscerne la seta, i profumi, la cultura artigianale e lo speciale tessuto 'Ikat', una combinazione di tecnica e natura che rende il prodotto unico.
Photo credit: Damiano Andreotti