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"T3rza Terra": Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte a Villa Manin
Dal 25 maggio al 31 dicembre 2024 sarà aperto il progetto artistico che prevede una mostra nella residenza dogale dove alcune opere di Michelangelo Pistoletto saranno in dialogo con una serie di lavori di undici artisti italiani e stranieri. Per l'occasione è inoltre previsto un fitto programma di incontri aperti al pubblico, invitato a riflettere sulle nuove opportunità di intendere l’arte e sul ruolo dell’espressione artistica nella trasformazione della società e del territorio.
Michelangelo Pistoletto

Uno dei punti di forza del percorso proposto da Villa Manin sarà il Terzo Paradiso, simbolo ideato da Pistoletto nell'ottica di esprimere l’intreccio equilibrato tra l'artificio e natura, che verrà realizzato nel parco di Villa Manin in forma botanica su grande scala (50 metri) e rappresenterà lo spunto anche per affrontare le questioni, oggi all’ordine del giorno, della produzione agricola e della sostenibilità alimentare. Una creazione “in divenire”, che sarà fatta crescere anche grazie all'uso di uno speciale carbone vegetale che aumenta la fertilità dei terreni, il Biochar.
“Il Terzo Paradiso – scrive Michelangelo Pistoletto – è la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura, è il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. A tale fine occorre innanzi tutto ri-formare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune”.

L'esposizione sarà accompagnata da un programma di incontri denominato Arte della Demopraxia, che prevede il coinvolgimento di organizzazioni pubbliche e private, esponenti del mondo produttivo e agricolo, rappresentanti delle istituzioni e della cultura. Villa Manin sarà dunque luogo di esercizio della demopraxia, neologismo coniato a Cittadellarte per definire il processo di trasformazione sociale attraverso il coinvolgimento diretto di tutte le associazioni e i gruppi di lavoro di un territorio. In particolare, per la selezione degli artisti chiamati a dialogare con i temi e le istanze rappresentative delle opere di Pistoletto (tra i quali Ryts Monet, Caretto - Spagna, Collettivo Robida, Luigi Coppola, Chiara Sgaramella, Noor Abed, Nico Angiuli, Tiziana e Isabella Pers, PLoT 2021 - Colette Lewis, Marilyn Lennon, Elinor River - e Michele Spanghero) Villa Manin ha collaborato con il comitato curatoriale di UNIDEE Residency Program, composto da Juan E. Sandoval, artista, Andy Abbott, curatore, Alessandra Saviotti, curatrice, e Beatrice Catanzaro, artista, mentre per il programma di incontri che accompagneranno la mostra la collaborazione è stata con Giacomo Bassmaji.

“Il contenuto di questa proposta espositiva – evidenzia il direttore Paolo Naldini – si intreccia e mette insieme in modo organico e innovativo tre strati di contenuto ciascuno di grande interesse: si parte dalle opere di Michelangelo Pistoletto come suggestioni e indicazioni di un percorso artistico di ricerca dal ‘900 a oggi articolato in ‘stanze’; quindi una selezione di pratiche artistiche che affrontano gli stessi temi o ‘istanze’ scelte sul territorio del Friuli Venezia Giulia, attraverso la rete di relazioni di Erpac - Villa Manin e dal network degli alumni di Unidee Università delle Idee International Residency Program avviato a Cittadellarte nel 1999; e infine un terzo strato di dispositivi innovativi di attivazione del territorio e delle sue comunità a partire dalla mostra come motore di ingaggio e possibilità di trasformazione. In buona sostanza – conclude Naldini – la mostra si innesta su un lavoro collettivo di costruzione, ricerca e realizzazione sviluppato da Cittadellarte in questi 25 anni, un quarto di secolo di produzione e ricerca artistica volta alla trasformazione sociale, oggi riconosciuta anche come una delle pratiche dell’arte contemporanea più urgenti e significative”.
Gli incontri organizzati intorno al percorso espositivo si terranno in un’arena temporanea realizzata con materiali ecologici e riciclabili nel salone centrale della villa, progettata e costruita dagli studenti dell’ISIA Roma Design di Pordenone, sotto la guida dei loro docenti. “Il lavoro collaborativo dell’istituto – conclude Comis – incarnerà lo spirito promosso da Cittadellarte e della demopraxia stessa: l’arena sarà il frutto del confronto di idee e il contributo manuale di una comunità, in questo caso di studenti e docenti”.