Cosa possiamo
aiutarti a trovare?
Ricerche suggerite

Torna al Journal
"Rituals of the contemporary", le ritualità contemporanee al centro del nuovo modulo UNIDEE
Il 14 luglio ha preso il via un modulo residenziale di Cittadellarte e Fondazione Zegna - che si svolge tra Biella e Trivero - sviluppato da UNIDEE. L'attività formativa mira a riflettere sul concetto di "rito", sul suo significato attuale e sulla sua pratica.
Educazione
Mentori, ospiti e residenti del modulo
Arriviamo quindi al modulo che ha preso il via il 14 luglio, intitolato Rituals of the contemporary. Come si evince dal nome, i residenti lavoreranno sul tema delle ritualità contemporanee avvalendosi del contributo della mentore Fiamma Montezemolo, un'artista (MFA, San Francisco Art Institute) e un'antropologa (Ph.D, Università degli Studi Orientali di Napoli) che è docente del Dipartimento di Cinema & Digital Media dell'Università della California a Davis. Antropologia e arte, due campi disciplinari all'apparenza distanti, sono posti in stretta relazione: un binomio significativo per Cittadellarte, che da sempre opera per porre l'arte in relazione virtuosa con ogni ambito del tessuto sociale. Per approfondire i contenuti del modulo, è prevista anche la partecipazione di Cristiana Giordano - professoressa di antropologia nella stessa università dove insegna Fiamma - che, in veste di guest, darà il suo apporto sui concetti chiave del modulo. Alle attività, inoltre, prenderà parte la giornalista e curatrice Mariacarla Molè, che redarrà un testo di resoconto della settimana formativa. Rituals of the contemporary, inoltre, ha riscosso un successo internazionale testimoniato dai partecipanti della call for workshop: lo staff di UNIDEE ha registrato 110 richieste da cui ha selezionato sei partecipanti, un gruppo eterogeneo per nazionalità e professionalità. Si tratta di Vitalij Strigunkov (1990, Lituania), Elena Artemenko (1988, Russia), Antonio Ianniello (1979, Italia), Amy Pekal (1993, Polonia/USA/Olanda), Eleonora Roaro (1989, Italia) e Lucandrea Baraldi (1991, Italia/Olanda).

Il commento di Valerio Del Baglivo
“Quest'anno - ha affermato ai nostri microfoni Valerio Del Baglivo, visiting curator di UNIDEE - abbiamo deciso, con Fiamma, di ragionare sul tema delle nuove ritualità, affrontandole in due dimensioni: quella dei rituali durante il lavoro e nel tempo libero. Questa seconda parte sarà dedicata ad analizzare che tipo di impatto sociale ha avuto il progetto di arte pubblica di Fondazione Zegna a Trivero. I residenti, a questo proposito, visiteranno la fabbrica di Zegna e dovranno scoprire se esistono, tra i dipendenti, dei rituali legati al loro lavoro. Gli artisti, inoltre, dovranno condurre i loro studi anche negli spazi pubblici, capendo se e come la gente del luogo interagisce con le installazioni del progetto di arte pubblica. Al termine del modulo, gli artisti svilupperanno un nuovo rito, ideando una performance ritualistica: tutto verrà messo in luce ed esposto durante la restituzione finale di sabato prossimo”.
L'outline del modulo
La residenza, nello specifico, propone una riflessione e un'indagine sul concetto di rituale, sul suo significato attuale e sulla sua pratica. “Negli ultimi anni - si legge nell'outline del modulo - molte discipline (studi di religione, antropologia, filosofia, arte, socio-biologia) si sono avvicinate al rito e al suo ruolo di rendere ‘visibile’ un certo ordine in un contesto specifico, nel mostrare ‘il modo provato di fare qualcosa’ che è l'etimologia della parola. Come afferma Catherine Bell, la ritualizzazione è ‘un modo di agire che è progettato e orchestrato per distinguere e privilegiare ciò che viene fatto rispetto ad altre attività, solitamente più quotidiane’. Il rito comporta, in generale, una serie di pratiche coreografiche basate su immagini, parole, attività, oggetti e simboli che sono organizzati in un atto performativo. L'atto ritualistico richiede a chi è coinvolto di attraversare 3 fasi: separazione, soglia, aggregazione (V. Turner). L'iniziato è spinto a ‘tuffarsi’ in una sorta di fase liminale in cui è immerso in un'anti-struttura/caos (cambio di vestiti, cibo, allucinazione, dimora in spazi insoliti, perdita di consueti riferimenti culturali, ecc.) per un periodo di tempo definito e in uno spazio specifico, tutto per riemergere in uno stato rinnovato.


I partecipanti saranno invitati a riflettere sul rituale e ad immaginare il proprio atto performativo. Lo faranno ricreando un ‘rito di passaggio’, o ‘rito stagionale’, o ‘rito dell'evento della vita’, o ‘rito di scambio’ di loro scelta, attraverso un'indagine sul rituale nell'arte, concentrando il modulo su riti socio-culturali contemporanei nel territorio di Trivero e Oasi Zegna. Nell'antropologia classica, la principale comprensione del rituale è che la ‘fase liminale’ porta in ultima analisi a un atto di reintegrazione in un determinato gruppo sociale. Al contrario, la nostra domanda principale sarà: potrebbe un'opera d'arte rendere la condizione liminale più permanente e portarci a un nuovo ordine invece che a uno prestabilito? Lavoreremo sull'associazione tra performance e rituale, sottolineando le loro possibilità processuali e trasformative, rendendo così la soglia del liminale la fonte principale dei nostri atti creativi”.