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Alla Reggia di Monza l’inaugurazione di "UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art" di Michelangelo Pistoletto

Venerdì 31 ottobre si è tenuto l’opening della mostra personale del maestro, a cura di Francesco Monico, promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e da Cittadellarte. L’evento ha richiamato stampa internazionale, istituzioni e rappresentanti di alcune tra le principali tradizioni religiose, e si è svolto attorno a una parola chiave che è stata ripetuta da più interventi: "responsabilità". Tra visite al percorso espositivo, vernissage e conferenza stampa, la serata ha messo in scena un patto simbolico tra arte e spiritualità.

Michelangelo Pistoletto

La Reggia di Monza si è trasformata, per una sera, in un palco di confronto e di rappresentanza collettiva: giornalisti, membri delle istituzioni e figure di rilievo di diverse confessioni si sono dati appuntamento per l’inaugurazione di UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art, la mostra personale che ripercorre la ricerca di Michelangelo Pistoletto dagli anni Cinquanta a oggi. L’affluenza è stata numerosa; il pubblico ha potuto visitare le sale, soffermarsi davanti alle opere, per poi proseguire nel giardino, dove si trova il grande Terzo Paradiso realizzato con panchine in materiale riciclato.

La conferenza stampa ha ribadito la natura complessa del progetto: non solo un’esposizione monografica, ma un programma di dialogo che attraverserà l’anno di apertura con appuntamenti pubblici e intenti concreti, tra cui la futura firma della Carta di Monza per l’Interreligiosità. Anche i singoli interventi hanno restituito lo spirito dell’incontro: confronto critico, richiamo alla responsabilità etica e impegno a tradurre l’esperienza estetica in pratiche di convivenza.

Le parole dalla conferenza — un racconto corale


Durante la presentazione, le voci dei partecipanti si sono intrecciate in un dialogo che ha restituito lo spirito più autentico del progetto. A introdurre il senso dell’incontro è stato
Michelangelo Pistoletto, che ha ricordato come l’umanità si trovi oggi davanti a una scelta cruciale: "Abbiamo questa differenza tra un'intelligenza edificante e un'intelligenza mortificante, che è quella della guerra". Le sue parole hanno immediatamente definito il tono dell’evento, ponendo l’arte come pratica di costruzione, contrapposta alla logica distruttiva del conflitto.

Il curatore Francesco Monico ha ripreso questo pensiero chiarendo la natura di UR-RA: "Questa mostra nasce anche per creare un dialogo, per creare appunto questa pace". Monico ha sottolineato come il progetto sia il risultato di un lungo lavoro di ascolto e confronto con rappresentanti di diverse fedi, trasformando l’esposizione in un laboratorio permanente di responsabilità reciproca.

Dalla dimensione curatoriale, il discorso si è poi spostato verso il terreno della spiritualità condivisa. Svamini Shuddhananda Ghiri, rappresentante dell’Unione Induista Italiana, ha ricordato che la guerra e il conflitto nascono dalla diffidenza: "Questo incontro non vuole assottigliare le differenze, ma valorizzarle". Le ha fatto eco Padre Antonio Spadaro, gesuita, che ha parlato di arte e poesia come luoghi capaci di unire senza cancellare le identità: "L’arte e la poesia ci hanno dato la possibilità di essere noi stessi, rimanendo noi stessi ma insieme".

Il discorso di Nader Akkad, imam della Grande Moschea di Roma, ha spostato la riflessione verso la contemporaneità, tracciando un parallelismo tra la nascita dell’algebra islamica e le sfide dell’intelligenza artificiale: "L’algoritmo è uno strumento, e il suo valore dipende dall’etica che vi infondiamo dentro". A seguire, il rabbino Joseph Levi ha evocato un’immagine potente, invitando a riscoprire “i sentieri della pace, dentro e fuori di noi”, come gesto quotidiano di responsabilità collettiva.

Il momento istituzionale è stato aperto da Bartolomeo Corsini, direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, che ha voluto sottolineare il valore simbolico della serata: "Adesso il gesto simbolico, vorremmo tagliare un nastro insieme al maestro Pistoletto". Subito dopo, il sindaco Paolo Pilotto, presidente del Consorzio, ha scelto di rompere il tono cerimoniale con parole spontanee: "Permettetemi in un contesto come questo di abbandonare le parole a metà fra il felpato e il paludato", riportando il discorso su un piano di partecipazione diretta e civile.

A chiudere la serie degli interventi è stata Francesca Caruso, assessore alla Cultura della Regione Lombardia, che ha riassunto il senso profondo della mostra: "Arte e spiritualità si incontrano in un dialogo che travalica i confini delle religioni e delle culture, ponendo al centro l’uomo".

Allestimento e opere: il percorso espositivo


L’allestimento segue un percorso cronologico, pensato per valorizzare il rapporto tra le prime sperimentazioni pittoriche e la successiva sintesi simbolica. Nonostante l’ordine interno, la prima immagine che accoglie i visitatori nell’atrio centrale della Reggia è
 La Pietra dell’Infinito: una rielaborazione contemporanea del Metrocubo d’Infinito (1966) che funge da soglia fisica e concettuale del progetto. È un’opera pensata come punto di meditazione: materia e simbolo che rimandano all’idea di ciclo e di apertura.

Dal grande atrio il percorso si sviluppa in sale che presentano in ordine cronologico 40 opere complessive: tra queste spicca il Sacerdote (1957), la testimonianza più antica presente in mostra, che rimanda alle origini tematiche della ricerca pistolettiana su figura e spiritualità. Più avanti, i visitatori incontrano gli Specchianti: sette lavori che moltiplicano lo sguardo (quattro pannelli di 230×120 cm e tre di 100×100 cm) e trasformano la fruizione in un atto di riflessione reciproca: lo spettatore si vede, lo spazio raddoppia, la storia dell’opera dialoga con l’architettura storica degli appartamenti reali.

Nel giardino antistante la Reggia prende corpo il Terzo Paradiso: un grande dispositivo simbolico costruito con panchine riciclate che definiscono cerchi di “meditazione civile”. La presenza di questo intervento all’aperto moltiplica i livelli di lettura della mostra: non solo il museo come contenitore, ma il paesaggio e la città come luogo di pratica collettiva.

Programma e obiettivi per il prossimo anno


La mostra resterà aperta per un anno, fino al 
31 ottobre 2026, e non è concepita come evento isolato. Il calendario di UR-RA prevede, infatti, quattro convegni tematici, ciascuno pensato come un luogo di confronto tra religioni e saperi: Medicina, cura e spiritualità (il rapporto tra scienze umane, pratica clinica ed empatia); Finanza, economia e spiritualità (dialogo tra modelli finanziari occidentali e principi economici islamici; etica e sostenibilità); Poesia, letteratura e spiritualità (la parola come veicolo di senso tra tradizioni religiose e linguaggi contemporanei); Educazione, conoscenza e spiritualità (impatto dell’intelligenza artificiale sui processi formativi e sulle trasformazioni cognitive).

Obiettivo strategico del progetto è inoltre la definizione e la sottoscrizione della Carta di Monza per l’Interreligiosità, documento che intende consolidare pratiche di cooperazione tra induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo, islam e culture laiche.

Un percorso che resta aperto


La serata inaugurale di 
UR-RA ha mantenuto la promessa di essere più di un vernissage: è stata una dimostrazione pratica di come l’arte contemporanea possa agire da teatro di responsabilità collettiva. Tra la visita alle opere, il confronto pubblico e il gesto simbolico dell’inaugurazione con il taglio del nastro tricolore, la Reggia ha ospitato una commistione intensa di linguaggi e testimonianze. La mostra di Monza non propone soluzioni facili, ma offre strumenti per immaginare forme di convivenza che siano preventive rispetto al conflitto: un lavoro che ambisce a trasformare lo spettatore in interlocutore attivo.




UR-RA – Unity of Religions – Responsibility of Art 
Reggia di Monza (Viale Brianza 1, Monza)
Dal 1° novembre 2025 al 31 ottobre 2026


Orari
Dal 1° novembre 2025 al 31 maggio 2026
Mercoledì, giovedì e venerdì dalle 10.00 alle 16.00 (ultimo ingresso 15.00)
Sabato e domenica e festivi dalle 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso 17.30)

Dal 1° giugno 2026 al 31 ottobre 2026
Mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 18.30)
Sabato e domenica e festivi dalle 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso 17.30)

Biglietti
Ingresso compreso nel biglietto della Villa Reale: Intero 10 € - Ridotto 8 €

È fortemente raccomandato acquistare in anticipo, scegliendo giorno e ora, il proprio ingresso.

Visite guidate e gruppi:
Call canter e prenotazioni 039.5787160 (da lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.00) -
gruppireggiadimonza@rearonline.it

Per maggiori informazioni sulle modalità di visita rimandiamo al sito ufficiale della Reggia di Monza.



Pubblicazione
04.11.25
Scritto da
Sofia Ricci