0%
Menù
CirculART Ph.Chiara Agostinetto 30
Torna al Journal

Circolarità, tracciabilità, trasparenza, responsabilità: inaugurata "CirculART 4.0" alla Fondazione Sozzani

Il 18 ottobre Cittadellarte ha lanciato la mostra che si pone come laboratorio di sperimentazione dove arte, moda e industria si incontrano per esplorare i pilastri della nuova economia tessile. Per l'occasione sono stati presentati obiettivi e contenuti attraverso un mosaico di interventi che ha visto tra i relatori Michelangelo Pistoletto, Paolo Naldini, Carla Sozzani e Olga Pirazzi, oltre all'advisory board e i partner del progetto.

Moda

Ridefinire il rapporto tra creatività, innovazione e sostenibilità nella moda contemporanea: è questo uno degli obiettivi chiave di CirculART, progetto di Cittadellarte giunto alla sua quarta edizione e sviluppato in collaborazione con il Material Innovation Lab (MIL) del gruppo Kering. L'iniziativa, inaugurata sabato scorso alla Fondazione Sozzani, propone le opere originali di sei giovani talenti internazionali – tre artisti e tre fashion designer – nate da un processo di co-creazione con alcune delle più innovative aziende tessili italiane; un’esperienza unica che unisce estetica e responsabilità, visione e concretezza. I sei creativi selezionati (Camilla Alberti, Giulia Filippi e Mako Ishizuka), insieme ai fashion designer (Made for a Woman, Piero D’Angelo e Martina Boero di Cavia) e alle aziende partner, hanno dato vita a opere uniche che raccontano una storia di collaborazione, innovazione e circolarità, esplorando nuove possibilità espressive e produttive nel rispetto dell’ambiente.

Le origini
CirculART è nato con l’obiettivo condiviso di promuovere un nuovo modo di pensare la creatività, la moda, l’arte e la sostenibilità, mettendo al centro la circolarità, la collaborazione e l’impatto sociale, ed è il frutto di un lavoro collettivo. L'eredità è quella di Fashion B.E.S.T. (Better Ethical Sustainable Think-Tank), il laboratorio di moda sostenibile fondato nel 2009 da Michelangelo Pistoletto e Franca Sozzani e si sviluppa in sinergia con i programmi di residenza UNIDEE e il team curatoriale della Fondazione Pistoletto Cittadellarte. Dal 2019, CirculART ha creato un ponte tra arte contemporanea e sostenibilità, dimostrando che la moda può essere veicolo di cambiamento culturale oltre che economico. Non solo: ispirandosi al Terzo Paradiso, CirculART promuove una riflessione collettiva sulla necessità di un nuovo equilibrio tra natura e artificio, contribuendo attivamente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

La nuova edizione
Una delle novità assolute di questa edizione è l’introduzione del
Digital Product Passport (DPP), sviluppato in collaborazione con Temera (Gruppo Beontag), partner tecnologico esclusivo. Il DPP accompagna ogni opera con un vero e proprio “passaporto digitale” che ne documenta l’intera filiera produttiva (dalle materie prime fino al possibile riuso o riciclo) rendendo trasparente, tracciabile e accessibile la storia di ogni creazione. Si tratta di un’innovazione destinata a trasformare le dinamiche della moda e della sostenibilità: non solo garantisce autenticità e conformità alle nuove normative europee, ma introduce un nuovo standard di fiducia tra brand, creativi e consumatori. Grazie al DPP, ogni capo o opera diventa una narrazione viva di sostenibilità, artigianalità e innovazione, offrendo anche esperienze digitali interattive, che ridefiniscono il modo in cui le persone vivono e percepiscono la moda. È uno strumento pionieristico che rende la circolarità concreta e misurabile, segnando un passo decisivo verso un futuro in cui la bellezza si unisce alla responsabilità.

Le opere
Scopriamo ora le opere esposte, cominciando da
Hopeful Monsters. Serendipity in Saltational Evolution di Camilla Alberti. Il lavoro indaga la trasformazione della materia attraverso materiali di riciclo e pigmenti organici. Scultura e tessuti Jacquard nascono da fibre, polveri e colori ottenuti da scarti industriali e naturali. L’imperfezione e il decadimento diventano risorse creative, rappresentando uno spazio di coesistenza tra specie e tempi diversi, dove la materia si rigenera e assume un nuovo significato estetico e simbolico.
Si passa poi a
Martina Boero con il suo brand Cavia, che ha realizzato The White Inside, un maglione monumentale realizzato con scarti, filati e tessuti di fine serie. Il suo esterno pesante e composto a patchwork riflette il peso della moda e dell’eccesso, mentre un vuoto nascosto all’interno invita i visitatori a entrare in uno spazio bianco e silenzioso. L’opera mette in contrasto il peso e la speranza, mostrando come da rifiuti e vincoli possa emergere una possibilità delicata di rinnovamento, ponendosi come un rifugio fiabesco in cui la pesantezza lascia spazio alla leggerezza.
Il terzo progetto è quello di
Piero D’Angelo, che esplora la tintura con lo slime mould, un organismo capace di generare pigmenti in modo continuo, simile a un lievito madre. L’opera Pigmenti Viventi è un abito/scultura - realizzato con fibre naturali e rigenerative come la lana e il lino - che richiama i motivi organici dello slime mould in crescita. Inoltre, è stato realizzato un jeans tinto con lo slime mould, a dimostrazione che questo approccio non è solo una sperimentazione artistica, ma può trasformarsi in un linguaggio applicabile alla moda di tutti i giorni.
La quarta opera è realizzata da Giulia Filippi: un manto nevoso che raccoglie e racconta una storia di impronte, tracce e incontri. Realizzato con una stratificazione di fibre tessili naturali, si presenta come un giardino trasportabile che esprime la sua espressione vegetale attraverso i semi che germoglieranno, in potenza, sul letto di lana.

Manto, giardino trasportabile #2
è una trama di storie possibili che si compongono, sempre differentemente, con chi guarda. È un gioco di immaginazione esponenziale tra passato, presente e futuro. Il penultimo lavoro è invece ispirato al Kintsugi, l’arte di riparare la ceramica rotta: il riferimento è al progetto Threads of Virtue. Infusing with an Alternative Life Philosophy di Mako Ishizuka, che esplora il concetto e la gestualità della riparazione e della connessione per riflettere sulla circolarità. Mettendo in dialogo questi temi con i gesti della vita quotidiana e la saggezza delle arti tradizionali, l’opera è stata sviluppata attraverso scambi e conversazioni con partner italiani e artigiani giapponesi coinvolti nel lavoro del recupero e della ricomposizione. Le tracce del percorso si fondono in un’installazione composta da elementi tessili, proiezioni video e performance vocale.
Si chiude con
La Donna Baobab, opera presentata da Made for A Woman: è più di un arazzo, "è un paesaggio intrecciato - si legge nell'apposita presentazione -, una storia da toccare, un omaggio alla resilienza". Realizzata a mano dalle artigiane dell’atelier, trasforma rafia e filati di recupero in una celebrazione della terra e del popolo del Madagascar, in un’audace trama di terra, corpo e futuro.

Un lavoro di squadra
CirculART si avvale del supporto scientifico e tecnico della Ellen MacArthur Foundation, punto di riferimento mondiale per la ricerca e la promozione dell’economia circolare, che ha offerto training e workshop sia agli artisti che alle aziende coinvolte. Sono state inoltre 16 le aziende manifatturiere d’eccellenza impegnate in CirculART 4.0, protagoniste di un modello virtuoso di innovazione nella manifattura tessile italiana: Albini Group, Brunello Erica Industria Tessile, Filatura Astro, Lanecardate, Lenzing Group, Maglificio Maggia, Madiva, Maeba International SB, Officina39, Piacenza Group, Pulvera, Successori Reda S.B.p.A., Tessuti di Sondrio, Zegna Baruffa Lane Borgosesia. Il progetto conta anche sulla collaborazione di un partner scientifico: Acqua Foundation, organizzazione non profit dedicata alla tutela e alla valorizzazione dell’acqua attraverso tre pilastri fondamentali: Arte, Advocacy e Aiuto. Questa edizione di CirculART ha persino un Advisory Board che ha supportato la selezione degli artisti e dei fashion designer e ha orientato le scelte strategiche per lo sviluppo internazionale del progetto: Christian Tubito, Direttore del Material Innovation Lab di Kering; Maria Fernanda Hernandez, Global Sustainability Expert e Sustainability Director di Temera; Matteo Magnani, Senior Policy Analyst presso la Ellen MacArthur Foundation; Cecilie Thorsmark, CEO della Copenhagen Fashion Week; Sara Sozzani Maino, Creative Director della Fondazione Sozzani; Michelle Francine Ngonmo, Founder e CEO di Afro Fashion Association e dei Black Carpet Awards; Jalaj Hora, Founder e CEO di Synthegrate, già Global Vice President of Product Innovation and Consumer Creation di Nike; Gabi Scardi, Storica dell’arte e curatrice, direttrice del corso di Public Art dell’Accademia Unidee della Fondazione Pistoletto.

L'inaugurazione - Arte e moda, un binomio per nuove frontiere
Il 18 ottobre, come anticipato, è andata in scena l'inaugurazione della mostra, che ha preso il via con l'introduzione di
Olga Pirazzi, responsabile di Fashion B.E.S.T.: "CirculART nasce dall’incontro - ha esordito - tra mondi diversi – artisti, designer, industrie, filiere tessili – che, con ruoli differenti ma con una visione comune, hanno contribuito a ripensare insieme modelli e soluzioni produttive e culturali più responsabili. CirculART è cresciuto e si è arricchito, sia sotto il profilo culturale che tecnico: in questa edizione abbiamo introdotto lo sviluppo del DDP, un processo che ha coinvolto tutti noi in un lavoro intenso e condiviso sulla trasparenza e la tracciabilità della filiera, anche rispetto a un’opera che, forse, rappresenta una novità assoluta". A seguire si sono alternati gli interventi di alcuni dei protagonisti del progetto, moderati dalla giornalista Valeria Vantaggi di Vanity Fair.

Il dialogo fra Pistoletto e Sozzani
Il 2009 è stato l'anno di nascita di Fashion B.E.S.T., progetto fondato da
Michelangelo Pistoletto e Franca Sozzani a Cittadellarte: un laboratorio unico dedicato allo sviluppo della sostenibilità nella moda, che trasforma materie prime, ispira il design etico e ridefinisce la produzione e la comunicazione nel settore della moda. Questa genesi è stata la base del confronto tra Carla Sozzani (sorella di Franca, scomparsa nel 2016) e il fondatore di Cittadellarte. "B.E.S.T. è stato lanciato - così Carla - per aiutare i giovani, facendo comprendere loro l'importanza non solo della sostenibilità, ma soprattutto della responsabilità. Oggi, con la Fondazione Sozzani, portiamo avanti il pensiero di mia sorella e di Michelangelo". Quest'ultimo ha invece ripercorso la nascita di Cittadellarte, "aperta all’inizio degli anni ‘90 a Biella per mettere in connessione l’arte con tutti i settori della vita sociale, non solo l’arte visiva. L’artista per me doveva diventare responsabile della interconnessione del fenomeno creativo". Pistoletto ha poi a sua volta affrontato il tema delle nuove generazioni: "Cerchiamo di dare ai giovani la possibilità di sviluppare la propria attitudine: dobbiamo lavorare con le attività industriali e produttive. Occorre un nuovo investimento morale e culturale: non basta l’estetica, serve anche l’etica".

Paolo Naldini tra circolo e circolarità
Il direttore di Cittadellarte si è focalizzato in primis sul nome dell'evento e il suo significato: "
In CirculART si fa riferimento sia alla circolarità sia all'arte. Siamo abituati a parlare di economia circolare, di moda circolare, ma sull'arte circolare ci sfugge qualcosa. Che cosa si intende e come si può parlare di arte circolare? Innanzitutto grazie a questo mostra". Naldini passa poi al segno trinamico, "rappresentato da tre cerchi, composto dal simbolo dell'infinito con due cerchi che si toccano in un punto e che rappresentano i due opposti; quel punto diventa, nel simbolo, un cerchio anch'esso, ampio, grande, spazioso, accogliente, capace di ospitarci in uno spazio in cui facciamo convergere ciò che sta, ciò che preme, dai due cerchi laterali. Effettivamente questa idea è appassionante perché quando due situazioni diverse si incontrano, e capita tutto il tempo nella natura, nella nostra vita, la cosa che è più facile fare, purtroppo, è la guerra e che uno dei due voglia prevalere sull'altra e elimini e cancelli l'altro". Il direttore tocca qui il tema della pace preventiva: "Per non fare la guerra e fare invece la pace bisogna 'avere' arte, intelligenza, talento, genialità. Questo è un messaggio che noi vorremmo portare, con la mostra, nel mondo della moda: questa filiera è come una collana di cerchi messi l'uno vicino all'altro. Quindi già questa idea della circolarità come cerchio che accoglie e genera è per noi potentissima. Ma la circolarità vuole anche raccontare l'idea che l'arte non si fa da sola, ma soprattutto non si fa da soli". Ed ecco lo sguardo all'orizzonte: "L'idea del gruppo che io chiamo circolo, per rimanere anche nella metafora della circolarità, è la società. Fecondare i cerchi o circoli con l'ezima, il fermento, la fantasia della creazione degli artisti e dei designer è un po' la nostra missione".

Le testimonianze
Il talk si è concluso con un mosaico di interventi di partner e membri dell'Advisory Board di CirculART:
Christian Tubito, Kering Material Innovation Lab, ha illustrato come la sua realtà supporta giovani designer e artisti ("Ogni opera nasce da un’idea creativa"); Michelle Francine Ngonmo, Afro Fashion Association, ha messo in luce il suo operato che la vede impegnata nell'inclusione professionale con un innovativo database ("’Inclusione vuol dire anche creare accesso"); TemeraMaria Fernanda Hernandez, Advisory Board CirculART, ha posto sotto i riflettori il valore delle informazioni per i consumatori nell'ambito della moda ("La tracciabilità è la chiave per attivare la circolarità"); Jalaj Hora, Advisory Board CirculART, ha fa spiegato come ci si possa avvalere dell'intelligenza artificiale per migliorare i processi produttivi ("Un marketplace deve costruirsi attorno alla creatività facendo uso virtuoso della tecnologia"); Gabriele Bonfiglioli, Acqua Foundation, ha raccontato come la sua realtà metta al centro del dibattito l’acqua in un percorso con coinvolge attivamente artisti internazionali e nazionali ("La scienza si fa con i numeri, ma per parlare al cuore delle persone serve l’arte").


A fine incontro Olga Pirazzi ha dedicato un pensiero a tutti i protagonisti del progetto: "Vorremmo ringraziare il Main Partner, la Material Innovation Lab del Gruppo Kering, per il sostegno e la visione condivisa. Un sentito grazie anche al Partner esclusivo per la tracciabilità e l’innovazione tecnologica, Temera, per aver contribuito in modo determinante al progetto. Un grazie speciale va poi alle aziende partner che hanno reso possibile CirculART: Albini Group, Brunello, Erica Industria Tessile, Filatura Astro, Lanecardate, Lenzing Group, Maglificio Maggia, Madiva, Maeba International SB, Officina39, Piacenza Group, Lanificio Cerruti, Pulvera, Successori Reda, Regenesi, Tessuti di Sondrio e Zegna Baruffa Lane Borgosesia. Desideriamo inoltre ringraziare il nostro Advisory Board: Christian Tubito, Maria Fernanda Hernandez, Michelle Francine Ngonmo e Jalaj Hora, Gabi Scardi — che sono qui con noi questa sera, così come Matteo Magnani della Ellen MacArthur Foundation, Cecilie Thorsmarck, Sara Sozzani Maino, che ci hanno accompagnato lungo il percorso ma non hanno potuto essere presenti oggi. Un profondo ringraziamento a tutto il team di Fondazione Pistoletto Cittadellarte e principalmente BEST e Unidee Residency Programs, che ha lavorato per oltre un anno alla realizzazione di CirculART, alla Fondazione Sozzani, che ci ospita in questo splendido spazio. Grazie anche al nostro partner scientifico Acqua Foundation. Un ringraziamento anche ai nostri sponsor tecnici: Lauretana per l’acqua, Menabrea per la birra e Cantine Garesio di Serralunga d’Alba per il vino, ed é qui presente Giovanna Garesio. E, last but not least, grazie agli artisti che hanno creduto nel progetto, collaborato con noi e realizzato opere straordinarie: Camilla Alberti, Giulia Filippi, Mako Ishizuka, il team di Made for a Woman, Piero D’Angelo e Martina Boero (Cavia)".
Pubblicazione
22.10.25
Scritto da
Luca Deias