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Il Terzo Paradiso in Kazakistan, un simbolo di solidarietà nella lotta al Coronavirus
Mercoledì 8 luglio a Nur-Sultan si è tenuta l'inaugurazione di una nuova opera dedicata e ispirata al segno-simbolo di Michelangelo Pistoletto. L'installazione fa parte di progetto artistico progressivo ed è realizzata con materiali tradizionali della cultura nomade della Grande Steppa. "Questo simbolo - ha affermato la curatrice Dina Baitassova - trasforma la realtà ed è un veicolo per le idee globali per riassemblare il mondo, riflettendo l'unità e lo sviluppo sostenibile”.
Terzo paradiso



L'installazione, nello specifico, fa parte di progetto artistico progressivo ed è realizzata con materiali tradizionali della cultura nomade della Grande Steppa. Per la creazione dell'opera - lunga 40 metri - sono stati utilizzati esclusivamente materiali locali, tra cui 193 metri quadrati di feltro di lana bianca, che simboleggiano il numero degli Stati membri delle Nazioni Unite, e nastri ricamati chiamati basqur, ciascuno riportante il simbolo del Terzo Paradiso. “È un onore rappresentare il mio lavoro in Kazakistan. Il Terzo Paradiso è equilibrio, unità e armonia. Spero che questo simbolo - ha affermato il maestro biellese rivolgendosi ai kazaki - porti fortuna al vostro Paese”. Durante l'apertura dell'installazione, si sono tenute anche diverse esibizioni di danza e musica. Per l'occasione, inoltre, si è esibito il musicista e compositore del Kazakistan Yedil Khussainov (nella foto sotto), che ha proposto un raro tipo di canto gutturale affascinando i presenti con le sue vibrazioni mistiche e sciamaniche.


Norimasa Shimomura (UN Resident Coordinator in Kazakistan) ha affermato: “Crescita inclusiva, prosperità e vita sicura non potrebbero essere raggiunte senza la pace e la società, dove le persone lavorano insieme per superare le loro differenze. Il Terzo Paradiso è un'espressione artistica di ciò che è rappresentato dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile: questi ultimi sono stati adottati da tutti i paesi delle Nazioni Unite, incluso il Kazakistan”.

Dina Baitassova e Norimasa Shimomura.
La curatrice dell'installazione e direttrice dell'agenzia creativa ‘Artios’ Dina Baitassova offre la sua chiave di lettura sull'opera: “Il feltro di lana da cui viene creata l'intera installazione prende spunto dal movimento dell'Arte Povera e sono stati utilizzati materiali naturali incarnando così l'arte rispettosa dell'ambiente. Questo simbolo trasforma la realtà ed è un veicolo per le idee globali per riassemblare il mondo, riflettendo l'unità e lo sviluppo sostenibile che oggi più che mai, con la pandemia, risuona in tutti i paesi”.
https://www.facebook.com/uninkazakhstan/videos/708665659708835/
Nell'ambito del progetto che ha portato alla realizzazione dell'installazione sono previsti numerosi seminari didattici online, masterclass e talk dedicati all'Agenda 2030. Anche in quest'ottica, questa sera (16 luglio) alle 19 (orario di Astana, ovvero alle 16 in Italia), è previsto un incontro che avrà come temi cardine il Terzo Paradiso a Nur-Sultan, l'arte, la pandemia, l'unità e la solidarietà. Per l'occasione, oltre alla curatrice a un rappresentate dell'ONU, sarà presente e terrà un intervento anche Juan Sandoval, direttore dell'Ufficio Arte di Cittadellarte.
https://www.facebook.com/uninkazakhstan/videos/281479539826327/
https://www.facebook.com/JoinUN75/videos/958161181356986/