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Le lanterne galleggianti della pace: da Nagasaki al Terzo Paradiso

Il 6 agosto, ogni anno, il fiume che attraversa la città giapponese si riempie di lanterne luminose cariche di messaggi di speranza e memoria: sono le Tourou-bune-Nagashi, simbolo di pace e rinascita dopo l’orrore della bomba atomica. Coordinato per l’Europa da Savina Tarsitano, ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, il progetto coinvolge scuole e comunità da tutto il mondo, che realizzano disegni e parole di pace destinati a diventare lanterne. Un’iniziativa legata alla visione del simbolo trinamico, in cui l’arte si fa motore di trasformazione sociale e ponte tra le culture.

Terzo paradiso

Ogni estate a Nagasaki si raccoglie in un rito di luce e memoria: centinaia di lanterne vengono affidate al fiume che attraversa il Parco della Pace, in ricordo delle vittime del disastro nucleare e come monito per le generazioni future. È il progetto delle barche-lanterne galleggianti: iniziativa che unisce tradizione buddista, impegno civile e azione partecipata. Dal 2020, grazie all’apertura internazionale del programma, queste lanterne portano i messaggi di bambini, artisti e scuole da tutto il mondo. A coordinare la partecipazione europea è l’artista e ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso Savina Tarsitano, che da anni promuove la cultura della pace attraverso l’arte relazionale e progetti comunitari. “Ogni lanterna è un messaggio che viaggia, una preghiera che attraversa l’acqua, un’energia condivisa”, racconta Tarsitano. “Lavoro con realtà marginali, con piccoli borghi, scuole, villaggi. Raccolgo i disegni, le parole, le immagini, e li invio a Nagasaki. È un modo per far sentire anche chi è distante parte di qualcosa di più grande.”

La filosofia del Terzo Paradiso

La partecipazione a questo progetto di Cittadellarte e del network degli Ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso non è casuale. La visione di Michelangelo Pistoletto, che pone l’arte come agente di trasformazione responsabile della società, trova nella cerimonia delle lanterne una sua forma coerente e potente. La Tourou-bune-Nagashi diventa così gesto artistico e civile insieme: azione collettiva che, nel rito simbolico del galleggiamento, risveglia domande su memoria, conflitto, speranza e coesistenza. “Il pensiero di Michelangelo è attuale: ci chiede di attivarci, di prenderci responsabilità, di creare processi di equilibrio tra natura e artificio, tra individuo e collettività”, spiega Tarsitano. “Nel mio lavoro con le scuole, porto questa visione. Spesso i bambini scelgono spontaneamente di inserire il simbolo del Terzo Paradiso nei loro disegni. Lo reinterpretano, lo abitano. È il segno che qualcosa è arrivato.”

Un laboratorio di pace partecipata

Ogni lanterna è realizzata a partire da un disegno o una frase. Alcune portano parole, altre solo immagini, altre ancora simboli universali, primo tra tutti il Terzo Paradiso. A costruirle sono gli studenti dell’Università di Nagasaki, che raccolgono i materiali da tutto il mondo e li trasformano in oggetti delicati e luminosi. Dopo la cerimonia, le lanterne vengono recuperate e conservate nel Museo della Bomba Atomica. Ma il cuore del progetto non si ferma al Giappone. Intorno a ogni raccolta di disegni nasce un laboratorio di pensiero, una riflessione sul significato della pace. “Nei workshop con le scuole – racconta l’ambasciatrice – parliamo di storie vere. Dei bambini di Kabul, per i quali pace significa solo poter andare a scuola. Oppure di chi, nei villaggi più piccoli, trova nella parola ‘pace’ il rispetto per un nonno, o l’assenza di bullismo. Cerchiamo di riportare la parola pace in un territorio quotidiano, concreto”.

Il cammino delle lanterne: dal Giappone alla Calabria

Il prossimo appuntamento sarà il 26 aprile a Lamezia Terme (CZ), nella cornice del suggestivo Mulino delle Fate, luogo immerso nel verde e riconosciuto come patrimonio paesaggistico europeo. Qui si terrà un workshop con le scuole locali per raccogliere i disegni destinati a diventare lanterne. L’incontro rappresenta la prima tappa di un percorso che proseguirà anche a maggio, con l’obiettivo di creare un collegamento simbolico tra i piccoli borghi italiani e la città di Nagasaki. “Per me – spiega Tarsitano –  la scelta dei luoghi è fondamentale. Devono rispecchiare il pensiero del Terzo Paradiso: luoghi di rinascita, luoghi che curano. Il Mulino delle Fate è uno di questi. Iniziative come questa sono semi, e la speranza è che generino comunità consapevoli, capaci di attivarsi”.

Una luce che viaggia, un messaggio che resta

La raccolta dei disegni rimarrà aperta fino a fine maggio. Alcuni saranno trasformati in lanterne, altri esposti o utilizzati per future tele collettive. Tutti, però, entreranno a far parte di una narrazione condivisa: quella di un’umanità che cerca – con gesti semplici ma profondi – di tenere accesa la fiamma del rispetto, della memoria, della speranza. In questo dialogo tra oriente e occidente, tra passato e futuro, tra arte e società, la visione di Cittadellarte e del Terzo Paradiso trova ancora una volta casa. Perché l’arte, quando è partecipata e relazionale, può davvero diventare una lanterna che illumina il cammino di tutti.

Pubblicazione
17.04.25
Scritto da
Sofia Ricci