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La Fucina: coltivare relazioni tra terra, cucina e comunità
Un’azienda agricola collettiva, un agriturismo sperimentale, una presenza attiva nei mercati. Ma anche – e forse soprattutto – uno spazio umano in cui agricoltura, accoglienza e condivisione si intrecciano ogni giorno. La Fucina, realtà radicata a Vigliano Biellese, è uno dei progetti che partecipa al Mercatino Let Eat Bi di Cittadellarte. Abbiamo incontrato Carlo Falcetto, uno dei suoi fondatori, per farci raccontare la storia, la visione e le pratiche che la animano.
“La Fucina è tante cose: un luogo dove viviamo, dove lavoriamo, dove proviamo a costruire delle relazioni giuste, coerenti, che tengano insieme il lavoro della terra e il modo in cui stiamo insieme". Difficile trovare un’unica definizione per L'Agriturismo La Fucina. Nata oltre dieci anni fa dall’incontro tra persone con esperienze differenti, è cresciuta come progetto collettivo che coniuga agricoltura sostenibile e ospitalità. Oggi è un’azienda agricola strutturata, con una cucina agrituristica attiva, una partecipazione continuativa nei mercati locali e una rete sociale viva, che si nutre di pratiche quotidiane.
Una scelta politica: lavorare la terra insieme
All’origine del progetto c’è il desiderio di condividere non solo un lavoro, ma un modo di vivere. “Eravamo un gruppo di persone – racconta Carlo Falcetto, titolare e uno dei fondatori – che cercava un modello di vita che tenesse insieme convivenza, lavoro manuale, mutualismo. L’azienda agricola è stato il modo più concreto per iniziare a costruire questa possibilità”. A Vigliano Biellese hanno trovato un terreno agricolo con spazi adatti per accogliere orti, serre, animali, e anche una cucina da rimettere in funzione. Con il tempo, hanno sviluppato una forma di gestione collettiva, in cui il lavoro agricolo si organizza in modo orizzontale: le decisioni vengono prese insieme, e la distribuzione delle responsabilità segue una logica di fiducia reciproca e rotazione delle mansioni. I metodi agricoli seguono una logica agroecologica e sostenibile: ortaggi stagionali, frutta, uova, miele e trasformati autoprodotti nel rispetto del suolo, dei cicli naturali e del benessere animale.
La cucina come spazio di trasformazione
Uno degli elementi che rende La Fucina una realtà unica nel panorama biellese è la sua cucina agrituristica. Aperta su prenotazione, propone un’esperienza culinaria che cambia ogni settimana, a partire da quello che la terra offre. “Non abbiamo un menu fisso: ci lasciamo guidare dalla stagionalità e da ciò che raccogliamo. Questo ci costringe a essere sempre creativi e a non sprecare nulla”. La cucina, così come il mercato, diventa un’estensione della terra: un luogo in cui il cibo non è solo nutrimento, ma racconto, riflessione, incontro. “Quello che cuciniamo parla di noi, del nostro modo di lavorare, del tempo e delle scelte che stanno dietro a ogni ingrediente”. Anche l’agriturismo – con qualche stanza per chi vuole fermarsi a dormire – è pensato come spazio di relazione e accoglienza, dove il cibo è un pretesto per costruire comunità.

Carlo Falcetto.


Il mercato come luogo politico
La Fucina partecipa da anni a diversi mercati contadini del territorio, tra cui il Mercatino di Let Eat Bi a Cittadellarte. “Non è solo un canale di vendita – sottolina Falcetto – ma un momento di scambio vero. Portare i nostri prodotti significa portare anche un pezzo del nostro percorso, delle nostre domande, delle nostre fatiche”. La scelta di aderire a reti contadine e di economia solidale è parte integrante della visione politica della Fucina: costruire un’agricoltura che non sia orientata solo alla produttività, ma che metta al centro la qualità delle relazioni, il rispetto per l’ambiente e l’autonomia dei piccoli produttori.
Una comunità in costruzione
Nel tempo, La Fucina è diventata anche una comunità – non nel senso formale del termine, ma come insieme di persone che condividono un pezzo di vita e di responsabilità. “Siamo ancora qui dopo tanti anni perché siamo riusciti a costruire un equilibrio tra lavoro, convivenza, desideri personali. Non è semplice, ma ci crediamo molto”. Oggi, La Fucina rappresenta un esempio concreto di come l’agricoltura possa essere anche spazio educativo, culturale e sociale. Un luogo dove si coltiva il cibo, ma anche relazioni, cura e possibilità.