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Un nuovo orizzonte di armonia: Michelangelo Pistoletto torna all'lnstitut Paoli-Calmettes di Marsiglia con il Terzo Paradiso

A venticinque anni dalla creazione del "Lieu de recueillement multiconfessionnel" dell’Institut Paoli-Calmettes della città francese, il fondatore di Cittadellarte torna nell’ospedale con una nuova installazione dedicata al simbolo trinamico. L’artista prosegue così un percorso iniziato nel 2000, quando concepì per la struttura di cura un luogo unico, pensato per accogliere la pluralità delle spiritualità e offrire uno spazio di raccoglimento e meditazione. L’inaugurazione di questo venerdì segna così una nuova tappa nel dialogo tra arte, salute e umanità.

Michelangelo Pistoletto

Oggi, 19 dicembre 2025, l’Institut Paoli-Calmettes (IPC) di Marsiglia inaugura una nuova installazione di Michelangelo Pistoletto, come evoluzione del percorso avviato con il Lieu de recueillement multiconfessionnel realizzato dall’artista nel 2000. Il simbolo del Terzo Paradiso entra così negli spazi dell’ospedale come elemento di continuità e rinnovamento.

La nuova opera, una grande installazione colorata sospesa nel hall principale, introduce nell’istituto il segno che unisce natura e creazione umana, scienza e responsabilità sociale. È la risposta a un’esigenza maturata nel tempo: rendere più visibile, più leggibile e più accessibile il percorso che conduce al Lieu de recueillement, oggi inserito in un ospedale profondamente ampliato e rinnovato.

2000: la nascita di un luogo senza equivalente


Quando nel 2000 l’Institut Paoli-Calmettes decise di creare uno spazio dedicato alla preghiera, alla meditazione e alla riflessione spirituale, il mandato affidato a Pistoletto, nell’ambito del programma
Nouveaux Commanditaires sostenuto dalla Fondation de France, fu chiaro: concepire un luogo che accogliesse tutte le forme di spiritualità, senza gerarchie né esclusioni.

Il risultato fu un ambiente radicalmente innovativo nel contesto ospedaliero francese: un luogo di silenzio, ascolto e pluralità costruito attorno a un’opera centrale, il Metro cubo d'infinito, composto da sei specchi rivolti verso l’interno. Una struttura semplice e al tempo stesso vertiginosa, capace di contenere l’idea di infinito non come immagine visibile, ma come esperienza mentale.

Attorno al Metro cubo, il maestro progettò cinque alcove: tre dedicate alle grandi religioni monoteiste, una al buddismo e una alle culture e ai saperi non confessionali. Materiali leggeri permettevano di separare e allo stesso tempo “intravedere” gli spazi, evocando la convivenza mediterranea di cui Marsiglia è storicamente esempio. Per i pazienti, le famiglie e i lavoratori, quel luogo divenne in pochi anni un rifugio e un punto di riferimento.

Una continuità etica che attraversa i decenni


Il Professore
Dominique Maraninchi, allora direttore generale dell’IPC, descrisse il progetto come il risultato di tre impegni: un impegno etico, quello di non escludere; un impegno di necessità, quello di accogliere tutte le forme di meditazione; un impegno deontologico, quello di integrare la dimensione spirituale nei percorsi di cura.

Vent’anni dopo, il Professore Norbert Vey, oggi direttore generale dell’Institut, ricorda che si tratta di "un'importante opera d'arte contemporanea", parte integrante dell’identità del luogo e specchio della missione dell’ospedale: prendersi cura della persona nella sua totalità, nella sua vulnerabilità e nella sua forza.

Nel frattempo, il Lieu de recueillement non ha mai smesso di essere vissuto. Nonostante sia un “luogo discreto”, come viene spesso definito, rimane quotidianamente frequentato da pazienti, famiglie e professionisti che vi riconoscono una soglia di pace nel ritmo incessante dell’ospedale.

2025: dal raccoglimento all’espérance


Con l’evoluzione architettonica dell’IPC negli ultimi anni, si è resa necessaria una nuova relazione tra il
Lieu de recueillement e i percorsi dei pazienti. La direzione dell’Istituto ha così invitato Pistoletto a proseguire il dialogo avviato nel 2000, immaginando un’estensione simbolica e narrativa del percorso verso il Lieu.

L’artista ha risposto introducendo il Terzo Paradiso, un segno che da oltre due decenni sintetizza la sua ricerca: unire il “paradiso” della natura e quello della creazione artificiale, generando un terzo spazio di equilibrio, responsabilità e coesistenza. La forma è di per sé un’estensione naturale del Metro cubo d'infinito: non più un’infinità raccolta all’interno, ma un infinito che si apre all’esterno.

La nuova installazione, insieme al percorso scenografico che collega i diversi spazi, accompagna idealmente il visitatore dal raccoglimento interiore alla speranza collettiva, dal silenzio individuale alla ricerca di un nuovo senso comune.

Un anniversario che è anche un nuovo inizio


A venticinque anni dalla creazione del
Lieu de recueillement multiconfessionnel, la nuova installazione del fondatore di Cittadellarte rappresenta un ulteriore sviluppo del percorso avviato dall’Institut Paoli-Calmettes. L’intervento aggiorna e rafforza una visione che integra cura medica e attenzione alle dimensioni spirituali e simboliche vissute dai pazienti e dalle loro famiglie, confermando l’impegno dell’istituto verso un approccio alla salute più completo.


Pubblicazione
19.12.25
Scritto da
Sofia Ricci