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                Kharkiv, il Terzo Paradiso resiste: la speranza di Olena Olenina e dei suoi studenti
Durante il Giubileo della Speranza, promosso dal Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, l’Università Beketov di Kharkiv ha ospitato un momento di dialogo tra arte e vita. La professoressa Olena Olenina, che ha coordinato il progetto dal cuore della città ucraina, racconta come gli studenti continuino a creare e a sognare nonostante la guerra.
Dal 3 al 6 ottobre 2025, il Giubileo della Speranza, iniziativa di nonviolenza attiva promossa dal Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (MEAN), ha attraversato l’Ucraina con una spedizione di oltre cento attivisti italiani ed europei, tra cui Doriano Zurlo, coordinatore del viaggio, Angelo Moretti, portavoce del MEAN, e Alessandro Alliaudi, ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso.
Dopo aver raccolto le loro voci nell’articolo “Kharkiv, il Terzo Paradiso resiste: tre voci per una pace che si costruisce insieme” (leggi qui), proseguiamo oggi il racconto del progetto con una nuova testimonianza: quella di Olena Olenina, professoressa di storia dell'arte all’Università di Economia Urbana Beketov di Kharkiv, che ha coordinato le attività artistiche legate al simbolo del Terzo Paradiso. Una storia che si intreccia con quella del primo approfondimento dedicato al contesto e agli intenti del Giubileo, “Il Terzo Paradiso a Kharkiv: arte e speranza al centro del Giubileo in Ucraina” (leggi qui).
“Anche se vivere e lavorare a Kharkiv oggi è difficile, continuiamo a farlo”, racconta Olenina. “Continuiamo ad accogliere ospiti, a organizzare attività culturali, a creare momenti di incontro. Ogni evento artistico o spirituale qui assume un significato profondo, e un evento internazionale come il Giubileo della Speranza ne ha avuto uno immenso”.
Durante quelle giornate, la Beketov University, che ospita anche un indirizzo artistico, è diventata uno dei fulcri del progetto. Docenti, studenti e attivisti hanno condiviso un’esperienza collettiva di creazione e riflessione attorno al simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, emblema universale di co-creazione e armonia tra natura e tecnologia.
Per l’occasione, Olena Olenina e il suo dipartimento hanno ideato un laboratorio diffuso di arte partecipata. Agli studenti del primo anno, che a causa della guerra avevano finora frequentato solo a distanza, è stato assegnato un compito speciale: immaginare e disegnare la propria visione del Terzo Paradiso. I lavori sono stati poi esposti in uno spazio interno dell’università trasformato per l’occasione in una galleria simbolica di pace.
Parallelamente, i docenti hanno realizzato un proprio murale collettivo, utilizzando materiali e elementi tipici dell’università. Quando la delegazione del MEAN è arrivata a Kharkiv, gli attivisti italiani ed europei si sono uniti al processo creativo, lasciando le loro firme sulle pitture e contribuendo al dialogo simbolico tra chi resiste e chi porta solidarietà.
“È stato un processo vivo e condiviso”, spiega Olenina. “Un atto di co-creazione che ha unito generazioni e culture. Ma non finisce qui: i professori sceglieranno il lavoro più significativo e lo realizzeremo come murale permanente all’interno del campus. È un progetto sostenibile, che continuerà nel tempo”.
Nelle opere realizzate, il Terzo Paradiso è diventato un racconto visivo della condizione umana in tempo di guerra. “In uno dei cerchi esterni abbiamo rappresentato un uomo, simbolo della natura e del paradiso originario”, spiega la professoressa. “Nel secondo cerchio abbiamo dipinto un aereo, simbolo della civiltà tecnologica ma anche, purtroppo, della guerra che attraversa i nostri cieli. Nel centro, invece, c’è l’università: luogo in cui scienza, creatività, giovinezza e saggezza si incontrano, accumulando energia positiva per costruire il nuovo paradiso che tutti sogniamo”.
Durante il progetto, è stato mostrato il video-messaggio che Michelangelo Pistoletto ha inviato personalmente agli studenti e ai docenti di Kharkiv: parole semplici ma potenti, un invito a continuare a creare, a lavorare, a vivere, e soprattutto a non smettere di sperare. “Quelle parole ci hanno commossi profondamente”, racconta Olenina. “Erano sincere, piene di emozione e di energia. È stato un messaggio da artista ad artista, da uomo a uomo. I nostri studenti lo hanno sentito come un incoraggiamento diretto a non arrendersi, a trasformare la sofferenza in creazione”.
Il desiderio di Olena Olenina è che l’esperienza del Giubileo non resti un episodio isolato, ma l’inizio di un dialogo continuo tra Kharkiv e Cittadellarte. “Spero che ci siano più progetti come questo, che offrano contatto umano e attività creative”, conclude. “Il contatto diretto tra le persone è ciò che ci permette di comprenderci davvero. Solo così, con gli sforzi uniti, potremo rendere reale l’idea di Michelangelo Pistoletto: un Terzo Paradiso possibile”.