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L'arte incontra la moda sostenibile: Paolo Naldini relatore dell'incontro inaugurale della mostra "Glacial Threads"
Il 25 luglio, alle ore 18 presso il Castello Gamba di Châtillon, è in programma il primo degli eventi collaterali dell'esposizione: il talk "L’arte al centro della trasformazione della società in senso responsabile" che vedrà il direttore di Cittadellarte dialogare con il curatore Fortunato d'Amico. Scopriamo tutti gli appuntamenti in calendario fra agosto e settembre.
Una mostra che che intreccia arte, scienza e moda sostenibile per sensibilizzare sull’emergenza climatica e promuovere un futuro rigenerativo: è questa, in sintesi, la proposta di Glacial Threads. Dalle foreste ai tessuti del futuro, organizzata da Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte in collaborazione con la Struttura patrimonio storico-artistico e gestione dei siti culturali della regione, e con la curatela di Fortunato D’Amico. Come riportato in un nostro precedente articolo, partendo dal progetto Glacial Threads: From Forest to Future Textiles, promosso da Lenzing Group (leader mondiale nella produzione di fibre speciali a base di legno) con Cittadellarte, e finalizzato alla creazione di tessuti privi di microplastiche per proteggere i ghiacciai, l'esposizione affronta il tema del riscaldamento globale e dei cambiamenti socio-ecologici con una particolare attenzione per l'arco alpino. Ospitata dal Castello Gamba - Museo di Arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta a Châtillon dal 26 luglio al 28 settembre, propone installazioni immersive, materiali interattivi e contenuti scientifici, in un percorso che accompagna i visitatori in un viaggio visivo e sensoriale: un viaggio dalle foreste, simbolo di equilibrio naturale, ai tessuti del futuro, emblema di un’evoluzione responsabile.
L'incontro inaugurale col direttore di Cittadellarte
La mostra non prevede soltanto una serie di opere di Michelangelo Pistoletto, ma un fitto programma di eventi collaterali. Il primo, intitolato L’arte al centro della trasformazione della società in senso responsabile, è previsto per domani alle ore 18 presso il Castello Gamba di Châtillon. Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, dialogherà per l'occasione con il curatore della mostra Fortunato D’Amico sul ruolo dell’arte nei processi di cambiamento. Al centro dell’incontro, l’esperienza del progetto Fashion B.E.S.T. e le attività della Fondazione Pistoletto, impegnata nello sviluppo di pratiche etiche e innovative - incluse quelle relative alla moda - attraverso l’arte.
Il talk e la visita con Michelangelo Pistoletto
Venerdì primo agosto alle ore 18, sempre al Castello Gamba, sarà Michelangelo Pistoletto protagonista. Il maestro e Fortunato D’Amico presenteranno i temi della mostra e sarà proposta una visita guidata con l’artista e il curatore attraverso il percorso espositivo, che indaga il legame tra ghiacciai, cambiamento climatico e moda sostenibile in un viaggio tra natura, scienza, creatività e responsabilità sociale.
La moda sostenibile sotto i riflettori
Si passa poi a venerdì 8 agosto alle 15.30, quando, alla Baite Val Ferret di Courmayeur, si terrà un incontro dedicato a Fashion B.E.S.T. con la responsabile Olga Pirazzi insieme a Glorianda Cipolla, fondatrice dell’associazione culturale Art Mont Blanc e ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, e Matteo Wrad tra i promotori di Fashion Revolution Italia. Al centro del dibattito la moda sostenibile, la filiera produttiva e le sfide del cambiamento climatico nel contesto dello sviluppo. Un percorso che intreccia creatività, responsabilità ambientale e giustizia sociale, analizzando l’impatto dell’intero ciclo del prodotto, dalle materie prime alla distribuzione, in relazione agli effetti del riscaldamento globale e ai modelli di crescita sostenibile.
Il concerto
Domenica 10 agosto, a Saint-Vincent in piazza Cavalieri di V. Veneto, è prevista alle ore 18 una visita guidata alla mostra con il curatore Fortunato D’Amico, poi alle 21 il Concerto per la pace preventiva di Alberto Fortis (voce e piano). Lo show, dedicato al maestro candidato al Premio Nobel per la Pace 2025, vedrà protagonista il cantautore da sempre vicino ai temi della solidarietà e dell’impegno civile. La serata, presentata da Fortunato D’Amico, intreccerà musica, arte e responsabilità, offrendo al pubblico un momento di riflessione e partecipazione.
L'ecosistema della montagna
Sabato 20 settembre, alle ore 16.30, si tornerà al Castello Gamba con l'incontro L'ecosistema della montagna: Clara Pogliani di Accademia Unidee dialogherà con Carlo Covini e Paola Deda. Sarà un confronto aperto tra arte, scienza e istituzioni internazionali sull’ecosistema montano, luogo fragile e cruciale per l’equilibrio climatico globale. A partire dall’esperienza concreta dei geotessili biodegradabili applicati alla protezione dei ghiacciai, si rifletterà su come innovazione, sostenibilità e responsabilità collettiva possano intrecciarsi in un nuovo modello di sviluppo. Clara Pogliani, nello specifico, introdurrà il dialogo con una visione formativa e culturale, Carlo Covini racconterà l’impegno industriale di Lenzing tra foreste, tessuti e moda sostenibile, e Paola Deda porterà lo sguardo delle Nazioni Unite sulle politiche ambientali e sul futuro delle comunità alpine.
Controstoria dell'alpinismo
Sabato 27 settembre alle ore 16.30, sempre al Castello Gamba, si terrà l'appuntamento Controstoria dell'alpinismo nell'ambito della rassegna Plaisir de culture che vedrà Maria Canella (Accademia Unidee) dialogare con Andrea Zannini (Università degli Studi di Udine). Chi ha inventato l’alpinismo? Davvero è cominciato tutto con la salita di Francesco Petrarca al Mont Ventoux? Oppure sono stati gli illuministi del Settecento? O, ancora, i viaggiatori ed esploratori inglesi dell’Ottocento? E se invece fossero stati gli uomini e le donne che da sempre abitano le Alpi a diffondere la passione per le vette? Andrea Zannini, ordinario di Storia moderna all’Università degli Studi di Udine e autore del volume Controstoria dell’alpinismo (Laterza, 2024), rovescia la tradizionale narrazione sulla nascita dell’alpinismo e pone al centro di questo racconto i veri protagonisti finora dimenticati: i montanari. La storia della nascita dell’alpinismo è raccontata secondo uno schema che si ripete uguale da due secoli. All’origine ci sarebbe la grande scoperta razionalista delle Alpi quali laboratorio della natura: una rivoluzione che avrebbe schiuso all’uomo territori inesplorati che le rozze popolazioni alpine popolavano di superstizioni. La passione settecentesca per l’alta montagna avrebbe quindi aperto la strada alla conquista cittadina delle cime e all’invenzione dell’alpinismo. Rivoluzionando il modo di guardare alle Alpi e alla storia della frequentazione delle terre alte, Zannini ricostruisce decine di salite compiute tra Sei e Ottocento da cacciatori, raccoglitori di cristalli, artigiani, garzoni di monasteri, notabili di villaggi e religiosi, il libro documenta come l’alpinismo trovi le sue radici nella cultura e nella società alpina e i suoi ‘inventori’ nelle popolazioni che hanno abitato le nostre Alpi. La storia dell’alpinismo ne risulta riscritta dalle basi e tutti i suoi eventi fondatori assumono così una luce completamente diversa.
Il finissage
Domenica 28 settembre, all'interno della rassegna Plaisir de culture, calerà il sipario sulla mostra alle 16.30 con il finissage che prevede l'evento Montagna consapevole e cultura dello sport. Maria Canella dialogherà con Sergio Giuntini, Presidente della Società Italiana degli Storici dello Sport. "I partigiani, assai più che nelle città, nascono in montagna. Molti di loro, prima di aderire alla Resistenza - si legge nell'apposita presentazione - avevano maturato esperienze alpinistiche e da queste avevano ricavato le conoscenze tecniche e ambientali necessarie per poter condurre la guerriglia in collina e in alta quota. Sergio Giuntini, presidente della Società Italiana degli Storici dello Sport e autore del volume 'Alpinismo e resistenza. Storie partigiane d’alta quota' (Ediciclo 2025), traccerà una serie di ritratti, individuali e collettivi, di importanti figure della lotta di Liberazione, interpreti a diverso titolo dell’alpinismo, quali Tita Piaz, Riccardo Cassin, Ettore Castiglioni e Cesare Maestri; e quelle di noti scrittori e giornalisti, come Primo Levi, Luigi Meneghello, Giorgio Bocca, Massimo Mila e Gianni Brera, che tradussero quell’esperienza di guerra in montagna in duraturi insegnamenti di vita e memorabili testimonianze letterarie. Centrali le figure di coraggiose donne che vinsero il doppio pregiudizio che precludeva loro il diritto di essere alpiniste e partigiane, ma anche l’avventurosa vita del maggiore Tilman, un volontario britannico da cui ha preso il nome un’Alta via sulle Dolomiti Bellunesi, e tante altre storie dalla Valle d’Aosta alla Valtellina, a Trieste. Con spirito di sacrificio e aneliti di libertà, la Resistenza sugli Appennini e sulle Alpi ha temprato la forza morale di una generazione: i ribelli della montagna".