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La formula della creazione di Michelangelo Pistoletto #2 - La macchina del tempo
Alla (ri)scoperta dell'ultimo libro del maestro con un focus sul capitolo "Dentro lo specchio": proponiamo, in un viaggio a tappe, alcuni estratti del volume edito da Cittadellarte e curato da Chiara Belliti e Ruggero Poi. Questa seconda puntata è dedicata al passo "La macchina del tempo".
Terza pagina
Primo: partiamo dal fotogramma fissato sullo specchio. La fotografia blocca un attimo della vita che scorre riflessa sulla superficie specchiante.
Secondo: lo spettatore, essendo compreso nell’opera, attiva il fenomeno combinatorio fra l’immagine fotografica (di persone o di un qualsiasi altro corpo fisico) fissata sullo specchio e tutto ciò che nello specchio è riflesso.
Terzo: nella porzione di spazio in cui l’immagine è fissata, la lamina specchiante perde la sua specularità, ma la fotografia dà significato artistico all’intera realtà specchiata, portando con sé la tradizione pittorica.
Quarto: tra l’immagine fotografica fissata e l’incessante mutamento delle immagini riflesse nello specchio si crea un contrasto estremo che innesca nella mente di chi guarda tutte le connessioni possibili; vuoto e pieno, statico e dinamico, positivo e negativo, nulla e tutto, natura e artificio, sempre e mai, relativo e assoluto.
Qui è necessario notare come l’uso della fotografia sia indispensabile per fermare tecnicamente un istante del tempo. L’immagine dipinta a mano sulla superficie specchiante, anche se massimamente realistica, non avrebbe mai potuto assolvere al compito che invece è proprio della macchina fotografica, quello di riprodurre e fissare istantaneamente ciò che ha di fronte.