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Dalla discoteca allo Stato: ad "Arte al Centro" la rivoluzione del Buongoverno
Sabato 28 giugno, in occasione dell'inaugurazione della rassegna, è stato inaugurato a Biella, con un convegno ad hoc, il Palazzo del Buongoverno, cuore di un modello di cittadinanza attiva e sostenibile che s'ispira al Buon Governo di Lorenzetti, rileggendolo in chiave contemporanea. Lo spazio ospita la nuova sede - aperta al dialogo tra cittadini, istituzioni e imprese - di Biella Città Arcipelago e due mostre di Cittadellarte, con una serie di opere di Michelangelo Pistoletto dedicate allo sport e alle religioni. Durante l'iniziativa sono state inoltre presentati l'opera "Mirror of Eternity" del maestro, le mostre “Ecosystems as Living Communities”, a cura di UNIDEE Residency Programs in collaborazione con UniCredit Group, e, per l'Accademia Unidee, “Not too hard to listen”, del corso triennale di Arte Pubblica, e quattro progetti del corso triennale di Moda sostenibile.
Flashback, dieci anni fa
Costa di Riva, Biella, sabato sera. Una discoteca - chiamata Barraca prima, Fabbrica dell'Oro poi - si prepara a far danzare le giovani generazioni biellesi. Ragazze e ragazzi di ogni età in coda all'ingresso per notti di divertimento. I buttafuori controllano, a loro modo, il pubblico che può entrare - secondo criteri non sempre limpidi -, al guardaroba si lasciano le giacche ricevendo in cambio un biglietto numerato che poi verrà perso nel colorato disordine, al bar si ordinano cocktail audaci. A breve distanza, semplicemente percorrendo una discesa, l'Hemingway Music Club, altro punto di ritrovo e svago dove dimenticare la settimana di studio o lavoro. Sotto le stelle epicentro di divertimento giovanile, sotto il sole, a metà tra questi due locali, il Macist (Museo di Arte Contemporanea Internazionale Senza Tendenze) dell'artista biellese Omar Ronda, scomparso nel 2017.
Un triangolo pulsante, prima del silenzio.
Flashback, inizio 2025
La Fabbrica dell'Oro, dopo essere stata in attività dal 1995, ha chiuso i battenti dal 2017. L'Hemingway, ha seguito il destino del suo "vicino", dopo un closing party ad aprile 2024. "Chissà se mentre gli altri dormono | Si sente ancora il solito (oh-oh) | Eco delle serate", canta Max Pezzali nel suo recente brano Discoteche abbandonate, che indirettamente sembra tributare anche l'epilogo dei due locali biellesi. Stessa sorte anche per il Macist. Pareva, all'apparenza, scritta la parola "fine" su due simboli dell'intrattenimento e della cultura di Biella. Spazi in attesa di una rinascita.
Presente, 28 giugno 2025
Cittadellarte e Michelangelo Pistoletto riaccendo l'interruttore su quella parte di città. Quello spazio inutilizzato assurge a nuova vita, diventando Palazzo del Buongoverno. È attorno all'inaugurazione di quest'ultimo che si è articolata la nuova edizione di Arte al Centro di sabato 28 giugno. Gli spazi dell'ex Hemingway ospitano, al piano terra, ora la mostra di Unity of Sports for Preventive Peace, quelli dell'ex Macist, al primo piano, U.R. - R.A. - Unity of Religions - Responsibility of Art, for a Preventive Peace, entrambe esposizioni di Cittadellarte con opere di Michelangelo Pistoletto. E l'ex Barraca? Niente più selezioni all'ingresso, nessun limite di età, zero momenti "esclusivi". Adesso, quello spazio, è diventato la nuova sede di Biella Città Arcipelago, al secondo piano. Ora è il tempo dell'inclusione, di un pubblico eterogeneo e trasversale, di un luogo che possa essere teatro e sfondo attivo della città per la città, dove parlare, ascoltare e, citando il direttore di Cittadellarte Paolo Naldini, "parlamentare".
Il convegno Lo Statodellarte - L'introduzione di Paolo Naldini
Cuore della giornata è stata proprio l’inaugurazione della nuova sede dedicata alla comunità, al territorio e alle esperienze di governo partecipato, che si apre al confronto e alla sperimentazione: il Palazzo del Buongoverno. Al suo interno, al 2° piano, si è presentato Lo Statodellarte, una forma civico-politica innovativa fondata sull’Arte della Demopraxia che unisce la libertà dell’arte alla responsabilità condivisa, e la sua Costituzione. Arte al Centro ha preso il via così, con un convegno dedicato partito la mattina che è stato aperto da Paolo Naldini. "Non si rimanga città, si arrivi a Stato", ha affermato il direttore di Cittadellarte. Un invito a superare l’idea della città come semplice entità amministrativa per abbracciare una dimensione collettiva più ampia: uno Statodellarte, dove ogni cittadino è parte attiva del governo della propria vita e del proprio territorio. Il nuovo spazio, pubblico nella sua funzione, ma ospitato in un contenitore privato, è definito da Naldini come un “dispositivo pubblico” al servizio della comunità. "Questo luogo porta con sé un storia significativa – ha raccontato – e oggi continua a essere un luogo d’incontro, ma su un altro piano: quello della cittadinanza attiva". L’ispirazione viene direttamente dall’iconografia senese di Ambrogio Lorenzetti, ma con una lettura contemporanea. "Non è nostalgia - chiarisce Naldini - ma una rivisitazione vivace e attuale". A Biella, quell’idea prende forma attraverso il modello dell’arcipelago, dove natura e artificio convivono in un equilibrio dinamico, sostenibile e produttivo. Su questa scia, la Fondazione, con la mostra-laboratorio Biella Città Arcipelago, ha avviato dal 2019 un vasto programma di progettazione condivisa, che ha coinvolto inizialmente un centinaio di organizzazioni private. Il percorso, sviluppato a Biella ma con risonanza globale, è una forma evoluta di Demopraxia: un’alleanza armoniosa tra cittadini e istituzioni, tra privato e pubblico. L’arcipelago, divenuto un modello di governance, si articola oggi in una serie di 6 isole tematiche, ognuna dedicata a un ambito chiave: dall’agricoltura sostenibile alla mobilità, dall’educazione civica alla salute, fino alle politiche per la montagna. "Le comunità di pratica devono diventare consapevoli - ha ribadito Naldini -, perché ogni famiglia, ogni gruppo, è un micro-governo. E il nostro compito è riconnetterci con le istituzioni". Presente, in quest'ottica, il presidente della Provincia di Biella Emanuele Ramella Pralungo ("Ritengo che l’arte debba restare al centro dell’umanità"), che si è rivelato entusiasta del progetto, come testimonia anche un post sulla sua pagina Facebook.
Il convegno Lo Statodellarte - Le isole
L'incontro è entrato nel vivo con le testimonianze di due rappresentati per ognuna delle isole dell'Arcipelago. Nazarena Lanza, coordinamento e sviluppo di Biella Città Arcipelago, ha moderato gli interventi, presentando il progetto. "Sono tre gli elementi essenziali da mettere in luce: la mappatura, iniziata nel 2019, continua oggi contando più di 240 realtà che hanno deciso di impegnarsi in un percorso di sostenibilità; lo spazio dove ci troviamo oggi, nuova casa di Arcipelago; le isole, evoluzione naturale dei tavoli di lavoro, che rappresentano agglomerati di energie di enti impegnati su diversi temi, ognuno dei quali esprime un’esigenza diversa del territorio". A seguire, sempre nella casa di Arcipelago che ha visto l'Exhibition design del GuardiniCiuffreda Studio, sei coppie di relatori hanno discusso su come rigenerare il territorio e rinsaldare le comunità, partendo da bisogni concreti e da un’idea forte di bene comune. Per l'Isola Comunità educante, sono intervenuti Ruggero Poi (Open School del Terzo Paradiso) ed Elisabetta Praderigo (vicesindaco di Valdilana), che hanno evocato la comunità educante come un romanzo di formazione collettivo. Un racconto che si scrive insieme, fatto di avventure, relazioni e responsabilità condivise. Un processo che deve avvalersi di “patti educativi” come alleanze reali, vissute giorno per giorno. Si è poi passati all'Isola Salute e Benessere: il tema della salute, affrontato da Enrico Pesce (Il Filo da Tessere) e Miriana Miotto (Tessere la Salute), ha spostato il focus dagli ospedali ai legami. Pesce ha parlato di una crisi silenziosa: la solitudine come malattia sociale, e la salute come bene comune da difendere. Miotto ha rilanciato illustrando come ricucire il tessuto sociale attraverso la fiducia, l’ascolto e la vicinanza quotidiana: "Il primo antidoto alla solitudine sono le connessioni". Per l'Isola Cibo, Agricoltura e Accoglienza, Federico Chierico (CSA Il Chioso e Slow Food Travel Montagne Biellesi) e Francesca Castagnetti (Let Eat Bi ed Erbass) hanno raccontato una nuova agricoltura possibile: rigenerativa, in dialogo con la natura, e capace di rafforzare le comunità. Castagnetti ha evocato il cibo come legame identitario: "Riconoscersi in un territorio significa riconoscersi nei suoi sapori". In chiusura, è stata mostrata la potente immagine di un ex parcheggio trasformato in una cupola vivente di salici: "Da spazio vuoto a cattedrale della comunità". A seguire spazio all'Isola Mobilità e Accessibilità: per Andrea Rolando (Osservatorio e-scape e Politecnico di Milano), il Biellese può diventare una “rete metropolitana di territori”, fatta di percorsi leggeri, accessibili, e relazioni tra luoghi simili, mentre Angelica Sella (Fondazione Sella) ha sottolineato l’importanza di “luoghi che parlano”, in cui il paesaggio stesso si faccia ponte tra le persone, generando reti di senso e prossimità. È stato poi il turno dell'Isola Isola Paesaggi della Lana: per filare insieme tradizione e futuro Giuseppe Pidello (Ecomuseo del Biellese e Trappa di Sordevolo) ed Edmée Tuyl (Pacefuturo) hanno riportato al centro la materia prima che ha fatto la storia del territorio, oggi da riscoprire con uno sguardo sostenibile. Dalla Trappa di Sordevolo alle iniziative sociali di Pacefuturo, la lana torna risorsa comunitaria, ma serve – avvertono entrambi – anche sostegno economico. Turismo lento, allevamento locale, recupero delle pecore autoctone: tutto può partire da un filo che unisce. Infine è stata posta sotto i riflettori l'Isola Vivere e Lavorare in Montagna: Diana Sartori (coop. Terra di casa, Smart Villages Valle Elvo e Serra) ha scelto una forma epistolare per raccontare, in modo intimo e potente, la scelta di vivere e lavorare in montagna. Ettore Macchieraldo (Movimento Lento, Scuola Senza Pareti) ha invece presentato i risultati del progetto MICLIMI, dedicato alle migrazioni climatiche.
Temi diversi, ma un messaggio unico, chiaro: nessuna “isola” si salva da sola. Le esperienze raccontate sono tessere di un mosaico possibile, dove cittadinanza attiva, alleanze istituzionali, ecologia e cultura si intrecciano. Biella, con il suo modello arcipelagico, si propone non solo come territorio da abitare, ma come laboratorio di demopraxia.
Il convegno Lo Statodellarte - La Costituzione
Dopo un momento musicale, uno speciale coro a tema a cura di Riccardo Ruggeri che ha coinvolto gli astanti nella sua performance, è stata presentata la Costituzione dello Statodellarte, in un dialogo moderato dal direttore Naldini. Ha aperto la sessione Daniela Ciaffi (Politecnico di Torino - Labsus), ricordando come l’Italia sia “il paese più sussidiario del mondo”, e invocando l’esempio di figure come Maria Montessori e Adriano Olivetti: “Tutti pensiamo di agire nell’interesse generale, ma servono luoghi in cui questa convinzione si confronta con la realtà”. Spazi, cioè, non solo pubblici, ma comuni: aperti, accessibili, nella logica dell’uso condiviso delle risorse. Michelangelo Pistoletto ha poi offerto una metafora artistica: “Il quadro dello Statodellarte è il racconto visivo di una situazione, ma ogni quadro ha bisogno di una cornice. Quella cornice è la demopraxia”. Una visione composta da quattro elementi fondamentali – politica, religioni, imprese e sport – uniti dall’arte come sistema connettivo. Pistoletto ha poi rivendica il passaggio “dall’ideazione all’attuazione”: l’arte non solo riflette, ma plasma. Per questo ha voluto una costituzione dello Statodellarte, non fondata su entità geografiche, ma sui principi dell’umanità attiva e consapevole. Luca Bergamo (già assessore alla cultura e vicesindaco di Roma), ha invece illustrato la genesi del progetto: “Lo scorso settembre ci siamo trovati a co-creare un modello. Lo Statodellarte oggi non è un soggetto giuridico, ma un programma aperto a comunità di pratica che ne condividano i principi”. Un progetto che parte dalla consapevolezza che “l’arte può essere attore globale”, visione anticipata da Cittadellarte quasi trent’anni fa. L’avvocato Niccolò Abriani (Equity partner studio legale LCA), infine, richiama la necessità di dare una struttura operativa al progetto: “Un patrimonio come questo va articolato, reso efficace, portato da Biella al mondo”. Il prossimo passo? Serve un governo per questo Stato. "Abbiamo una Costituzione, abbiamo un manifesto. Ora - ha sottolineato Pistoletto in chiusura - serve un governo. E serve l’arte della pace preventiva, anche attraverso lo sport”.
U.R. - R.A.
Come accennato, al primo piano del Palazzo figura la mostra U.R-R.A., inaugurata sabato scorso e visitabile fino al 31 dicembre 2025. A 25 anni dall'inaugurazione del "Lieu de recuillement et prière" all'Istituto Oncologico Paoli-Calmettes di Marsiglia - primo spazio a riunire le maggiori religioni - Michelangelo Pistoletto realizza nel 2025 la Tavola Interreligiosa della Pace Preventiva, sottoscritta da autorità eminenti di diverse confessioni che si sono incontrate per sviluppare nuove forme di dialogo interreligioso attraverso l'arte. U.R. - R.A. (Unity of Religions – Responsibility of Art) è insieme mostra e sede del progetto: il luogo dove si svolgono incontri e riunioni dedicate al dialogo tra le fedi attraverso il linguaggio artistico. L'esposizione presenta il percorso pluridecennale di Pistoletto legato alla spiritualità, utilizzando simboli e linguaggi concordati con tutte le religioni partecipanti. Il percorso espositivo si articola attraverso opere emblematiche: Spazio Libero, una gabbia che stimola riflessioni su libertà e confini; il Metrocubo d'infinito del 1966, circondato dal testo della Tavola Interreligiosa; immagini dell'installazione del Terzo Paradiso di Abu Dhabi. Al centro dell'esposizione, un Terzo Paradiso particolare: un tappeto dalla forma del segno dell'infinito con un terzo cerchio centrale, sul quale sono riportati i simboli di tutte le religioni esistenti. L'esposizione incarna fisicamente il progetto U.R. - R.A. e la sua missione di dialogo interreligioso attraverso l'arte, configurandosi come modello replicabile in altre occasioni espositive.
Unity of Sports for Preventive Peace
Si scende al piano terra, con la mostra Unity of Sports for Preventive Peace, visitabile fino al 31 dicembre 2025. Michelangelo Pistoletto concepisce lo sport come uno degli strumenti fondamentali che la nostra società ha a disposizione per promuovere la Pace Preventiva. Le attività sportive, assumono il compito strategico di attivare nei cittadini comportamenti di cooperazione, rispetto e solidarietà. Questa riflessione si applica a tutti gli sport agonistici, sia quelli di squadra che individuali, dove l’atleta è al centro di un confronto tra i fattori esterni e le proprie abilità tecniche. In questi contesti, l’atleta deve adattare la prestazione sportiva alle specificità del contesto ambientale.
Lo sport segna un’evoluzione del comportamento umano nel passaggio da una condizione in cui la conflittualità tra le diverse fazioni si risolveva attraverso la guerra, ad un’altra, nella quale il conflitto bellico era mitigato da quello agonistico. Questo meccanismo di contenimento del conflitto, efficace a livello sportivo, offre un modello potenzialmente esportabile alla società nel suo complesso, dimostrando come la regolamentazione, il rispetto delle norme e la condivisione di valori comuni possano trasformare una potenziale guerra in una competizione costruttiva di pace costante, imperitura, inesauribile. Il campo da gioco diventa un palcoscenico rituale dove si esibisce l’umanità nella sua totalità, con le sue virtù e i suoi difetti. La mostra che inaugura ad Arte al Centro contiene una serie di opere realizzate appositamente da Michelangelo Pistoletto sul tema dello sport.
United Enterprises
Nel pomeriggio si è tenuto un incontro a invito che ha visto Cittadellarte - nelle figure della presidente Giuliana Setari, del direttore Paolo Naldini, di Riccardo Tovaglieri dell'ufficio fundraising e di Andrea Redaelli, come esperto di sostenibilità - dialogare con le imprese per sviluppare progettualità e connessioni. Paolo Naldini ha introdotto il tema chiave: perché l’impresa è considerata essenziale nel progetto dello Statodellarte? La risposta di Michelangelo Pistoletto è stata chiara: "L’impresa è forse l’elemento principale, perché è lì che si può innescare una vera rivoluzione. Le imprese influenzano il funzionamento dei governi, anche laddove sembrano autonome". Il maestro ha poi denunciato il fallimento della democrazia, evidenziando l’urgenza di un sistema alternativo come la Demopraxia, che coinvolge concretamente cittadini e imprese nella gestione del bene comune. Il concetto emerso con forza è che ogni impresa è un piccolo governo, e può essere orientata verso scopi non solo economici, ma anche sociali e ambientali. "La parola è potente – ha sottolineato Pistoletto –, può costruire o demolire. Usiamola per creare". Il confronto si è poi spostato sull’arte come elemento abilitante di questa trasformazione. "L’arte è il motore di tutto questo – ha ribadito l’artista – possiamo far entrare le mostre nelle aziende, trasformare i luoghi del lavoro in spazi creativi. Perché l’impresa diventi parte di un progetto collettivo e non un attore isolato". Riccardo Tovaglieri ha confermato questa visione: "Vogliamo creare aziende che si riconoscano in questo percorso di Cittadellarte per rendere tangibile l’Agenda 2030 attraverso azioni concrete". A chiudere, Andrea Redaelli ha sottolineato l’importanza di trasformare i rapporti tra artisti e aziende in vere e proprie alleanze. Una proposta concreta arriva ancora da Pistoletto: costituire un’associazione di imprese dello Statodellarte, capace di ospitare opere, generare processi e farsi promotrice di un’economia rigenerativa. Un’utopia operativa che, nel Biellese, inizia a prendere forma concreta.
Le opere
Durante la giornata è stato possibile visitare gratuitamente tutte le sale espositive della Fondazione. Il pubblico ha potuto così visionare la collezione permanente di Cittadellarte in via Serralunga, ma sono stati visionabili anche Labirinto - Pace Preventiva di Michelangelo Pistoletto e la Sede permamente del Terzo Paradiso in Via Cernaia, oltre a Ways of Becoming: Archivio UNIDEE Residency Programs alla Galleria. Presentate al pubblico per la prima volta anche due opere del maestro: Mirror of Eternity, creata da un’idea di Michelangelo Pistoletto in collaborazione con DMINTI e Galleria Continua, e l'installazione Lo Statodellarte nello spazio esterno del Palazzo del Buongoverno. L'opera è particolarmente significativa, perché oltre a legarsi concettualmente con luogo in cui è ubicata, segna un'evoluzione del Terzo Paradiso (tutti i dettagli nella nostra precedente intervista a Pistoletto).
Ecosystems as Living Communities
In occasione della rassegna - fino al 2 novembre 2025 - è stato possibile visitabile la mostra Ecosystems as Living Communities dedicata alle relazioni tra arte, territorio ed ecosistemi non umani a cura di UNIDEE Residency Programs in collaborazione con UniCredit Group. L'esposizione presenta le opere degli artisti Despina Charitonidi e Davide Tagliabue, realizzate nell’ambito delle residenze Ecosystems as Living Communities prodotte da UNIDEE Residency Programs di Fondazione Pistoletto Cittadellarte in collaborazione con UniCredit Group, che entrano a far parte della prestigiosa UniCredit Art Collection. Le opere sono il frutto di due mesi di ricerca e produzione presso Cittadellarte, in stretta relazione con il territorio biellese, il suo tessuto culturale e sociale, e il network locale e internazionale costruito nel corso di oltre venticinque anni attraverso progetti come UNIDEE Residency Programs, Let Eat Bi e Biella Città Arcipelago. Queste residenze, denominate “connettive”, favoriscono l’incontro tra pratiche artistiche e comunità locali, generando scambi e collaborazioni tra saperi, conoscenze, e discipline eterogenee. La mostra realizzata in dialogo con la curatrice Lucia Giardino in occasione di Arte al Centro, presenta non solo le opere realizzate dagli artisti, ma anche materiali di ricerca e testimonianze del processo creativo, offrendo al pubblico uno sguardo approfondito sul percorso che ha portato alla loro realizzazione. Il lavoro di Despina Charitonidi esplora gli ambienti oceanici e le forme di comunicazione tra mammiferi marini, minacciati dall’inquinamento sonoro e dal traffico navale. Ispirandosi ai fossili marini presenti nel territorio piemontese — memoria dell’antico mare che ricopriva la zona — l’artista realizza una serie di sculture cave in ceramica che vengono attivate come strumenti acustici, capaci di emettere fischi. L’opera riflette sul suono come linguaggio universale, ponte tra esseri umani e non umani.
Davide Tagliabue, invece, indaga la storia e il ciclo produttivo dell’allevamento di polli, lavorando con materiali organici di scarto come gusci d’uovo e ossa carbonizzate. Grazie al coinvolgimento di cittadini, aziende e ristoratori locali, realizza un’opera in bioceramica dalla forma zoomorfa, ispirata a reliquie e oggetti rituali. Il suo lavoro invita a riflettere sulla oggettificazione dell’animale nell’industria, sulla rimozione simbolica del sacrificio e sul potenziale trasformativo degli scarti organici come forme di memoria e risignificazione. Per approfondimenti sul processo creativo e sulla ricerca dei due artisti è possibile visionare una nostra precedente intervista cliccando qui.
Una mostra e quattro progetti dell'Accademia Unidee
Gli studenti e i docenti del corso triennale di Arte pubblica hanno partecipato ad Arte al Centro 2025 con la consueta mostra annuale, installata negli spazi dell’Universario dal 27 giugno e al 20 luglio. Il riferimento è a Not too hard to listen, l'esposizione di fine anno dei corsi del secondo semestre del primo anno del Corso Triennale in Arte Pubblica - Art for Social Change dell'Accademia Unidee. La lettura teorico-critica e pratica degli interventi artistici nella sfera pubblica, proposta dal corso, ha introdotto un'analisi del concetto di contesto, delle forme di partecipazione, della molteplicità degli attori, delle tecniche artistiche plastiche contemporanee e della loro portata semantica, assumendo una prospettiva decoloniale e post-umana. Accompagnati dalle docenti Elena Mazzi e Rebecca De Marchi, gli studenti hanno sviluppato i loro lavori attraverso una riflessione critica in accordo con la loro ricerca artistica individuale e i temi che hanno attirato la loro attenzione. Grazie al corso condotto da Andrea Masu, gli studenti hanno avuto la possibilità di imparare a lavorare con le arti multimediali e di inquadrare il proprio lavoro nel dibattito contemporaneo sui media digitali. Ironia, nostalgia, suono nello spazio pubblico, identità, perdita e collaborazione sono i temi principali su cui gli studenti hanno concentrato la loro attenzione e a cui sono dedicate le opere esposte.
Gli studenti e i docenti del corso triennale di Moda sostenibile hanno invece partecipato alla rassegna con quattro progetti - Tertium Datur, Il gioiello tessile, La sostenibilità del Tailermade e Abiti di scena per piccoli attori - che rappresentano l’esito della visione strategica del Corso, ovvero mettere la sostenibilità al centro di ogni disciplina e riscoprire il legame inscindibile fra arte e moda, per raggiungere nuove espressioni in un fashion system che per sopravvivere si dovrà basare su innovazione, circolarità, diversità, inclusione, biodiversità, rispetto per l’ambiente, creazione di valore condiviso, relazioni con la comunità. L’interazione tra moda e arte, in questo senso, risulta fondamentale per imparare a progettare e produrre con le strategie delle quattro R (rethink, reduce, reuse, recycle), stimolando un consumo consapevole. Per ulteriori informazioni è possibile visionare un nostro precedente articolo.
Opening e Minimum Prize
Alle 18 è andata in scena l'opening di Arte al Centro: tra le migliaia di persone presenti nella giornata, in centinaia hanno scoperto i nuovi spazi durante la presentazione del tardo pomeriggio al Palazzo del Buongoverno. Dopo le visite nei nuovi spazi, alle 19.30 gli studenti dell'Open School del Terzo Paradiso hanno proposto una performance "a sorpresa": attraverso la melodia di alcune speciali “camere sonore” che suonavano, hanno radunato il pubblico fino a condurlo alla mostra Ecosystems as Living Communities al Museo del Presente. Qui si è tenuto l'incontro pubblico presentato da Paolo Naldini: “Già Lorenzetti nel Trecento – ha specificato presentando il convegno del mattino e le novità della rassegna – raffigurava l’idea di Buon Governo collocando la natura fuori dalle mura della città. Oggi, dopo 700 anni, siamo chiamati a ripensare quella separazione”. È un’idea che attraversa tutto il Biellese, dove la conformazione del territorio – fatta di torrenti, boschi, risaie e insediamenti produttivi – racconta una storica armonia fra umano e naturale, fra industria e paesaggio. A seguire, è stato assegnato il Minimum Prize, giunto alla 19esima edizione. Il premio, quest'anno, è stato assegnato al progetto collettivo A Piece of Space dell'artista Tea Andreoletti. Quest'ultima, collega da remoto, ha offerto una riflessione potente sul senso del premio e della sua pratica: “I momenti più importanti della vita sono quelli di transito, quelli in cui ci si prende tempo e spazio per stare insieme. La mia arte è uno strumento per creare questi spazi, togliendo centralità all’autorialità e mettendola nel processo collettivo”. Con la sua testimonianza, Tea ha incarnato pienamente il senso di Cittadellarte come ecosistema vivente, fatto di artisti, imprenditori, cittadini e istituzioni che co-immaginano un nuovo modo di vivere insieme, partendo dall’arte come chiave di accesso al bene comune. Come da tradizione, la presidente Setari ha letto le motivazioni ("Il progetto - ha letto nel finale - rappresenta un esempio tangibile e concreto di Arte della Demopraxia") e consegnato il premio, insieme a Naldini e a Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore degli Ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso, a Mauro Fapanni, collaboratore di Tea Anderoletti.
Nella notte tra sapori e musica
Alla sera è calato il sipario sulla giornata con una Light Dinner nel Cortile interno di Cittadellarte, curata da Let Eat Bi - in collaborazione con l’isola tematica “Cibo Agricoltura e Accoglienza” di Biella Città Arcipelago e Slow Food Travel Montagne Biellesi - con la partecipazione dei produttori La Fucina, Erbavoglio, L’Orto Da Asporto, Le Crêpes di Federico e Alice Gelateria Naturale. Per l’occasione è stato anche previsto un accompagnamento musicale - con videoproiezioni a tema - a cura di Hydro: è stato proposto Anàbasi, un viaggio a ritroso lungo il torrente Cervo, dalle pianure industriali alla montagna, dalle architetture della tecnica alle acque sorgive. Un percorso inverso, come un pensiero che si piega all’origine, per riconoscere nella natura una radice viva e imprescindibile. Le immagini, ribaltate nel tempo e alterate in una forma non euclidea, evocano ciò che sfugge al controllo umano: la geometria segreta dell’acqua, il suo enigma primordiale. Il Cervo, storica linfa del Biellese tessile, mostra qui il volto profondo della dipendenza: ogni gesto umano è sostenuto da un fondamento naturale. Il paesaggio visivo dialoga con un flusso sonoro in continua trasformazione, eseguito dal vivo con percussioni, sintetizzatori ed elettronica, intrecciati alla chitarra elettrica processata in tempo reale. La musica non accompagna le immagini, ma le attraversa e le interroga, ricalcandone i ritmi nascosti, i moti interiori. Le trame timbriche si articolano come un corso d’acqua che muta nel tempo, tra tensione e quiete, evocando la materia viva e inafferrabile del torrente. In un’epoca che dimentica, risalire il Cervo è un gesto simbolico e necessario. Perché ogni industria, ogni civiltà, ogni opera – prima di essere creazione – è ricezione.
Un nuovo seme
Dall’eco delle notti in discoteca a un ecosistema di cittadinanza attiva: la rinascita di questo angolo di Biella è molto più di una rigenerazione urbana. È il simbolo tangibile di un cambiamento culturale che parte dall’arte e si estende alla politica, all’impresa, allo sport, alla spiritualità. Il Palazzo del Buongoverno si pone come laboratorio permanente di un nuovo modo di abitare il territorio, in cui ogni individuo è chiamato a essere parte del processo, non semplice spettatore. Cittadellarte rilancia così la sfida dell’arte come motore del cambiamento sociale, aprendo le porte a chiunque voglia contribuire a un nuovo “stato delle cose” fondato su responsabilità, bellezza e co-creazione. Il futuro di Biella – e non solo – si gioca qui, dove l’arte si fa strumento di coesione, dialogo e trasformazione concreta.