Cosa possiamo
aiutarti a trovare?
Ricerche suggerite

Torna al Journal
Tra sostenibilità e nutrimento, il 5 febbraio ricorre la "Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare"
Domani si celebra la giornata tesa sensibilizzare i cittadini, le istituzioni e gli operatori sull'importanza economica e ambientale relativa alla prevenzione degli sprechi. In occasione della nona edizione dell'iniziativa è in programma a Roma la presentazione del nuovo report dell’Osservatorio Waste Watcher International con i dati del “Caso Italia” 2022, un’indagine - promossa dalla campagna Spreco Zero in sinergia con l’Università di Bologna e IPSOS - dedicata allo spreco alimentare e alle abitudini di fruizione e gestione del cibo.
Arte e società
Non solo, saranno messe in luce alcune best practice di enti pubblici, imprese, scuole e cittadini attraverso un monitoraggio “che spazia - si legge sul sito di Spreco Zero - dalla dimensione domestica a quella dei sistemi di produzione che devono garantire un basso impatto ambientale e il rispetto della biodiversità”. Non per caso, il tema/slogan scelto per la giornata di quest'anno è One health, one earth. Stop food waste e si riferirà, nei suoi obiettivi e contenuti, all'Agenda 2030. “Studiare l’evoluzione dei comportamenti dei cittadini in rapporto agli sprechi – ha affermato Andrea Segrè in una nota sul sito di Spreco Zero – permette di tracciare un monitoraggio sugli stili di vita e di alimentazione, evidenziando le implicazioni in tema di salute dei cittadini e dell’ambiente, insieme agli effetti della pandemia sui comportamenti di consumo e sugli sprechi. L’analisi dei dati è quindi essenziale in chiave di sensibilizzazione per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi”.
Spreco Zero ha inoltre fornito una panoramica sui focus della Giornata basandosi, come accennato, sul report Il caso Italia di Waste Watcher International 2021: “Si spreca ancora, ma decisamente meno. L’indagine 2021 registra lo spreco di 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), quindi l’11,78% in meno (3,6 kg) rispetto all’anno precedente. Oltre 222.000 tonnellate di cibo si sono ‘salvate’ dallo spreco in Italia (per la precisione, 222.125 tonnellate). Vale 6 miliardi e 403 milioni € lo spreco alimentare domestico nazionale, e sfiora il costo di 10 miliardi € l’intera filiera dello spreco del cibo in Italia, sommando le perdite in campo e lo spreco nel commercio e distribuzione che ammontano a 3.284.280.114 €”. I numeri sono chiari: significa che sono andate sprecate, in Italia, 1.661.107 tonnellate di cibo in casa e 3.624.973 tonnellate se si includono le perdite e gli sprechi di filiera. Nonostante questi dati, otto italiani su 10, inoltre, hanno dichiarato di non sprecare quasi mai il cibo, o meno di una volta alla settimana. “Quando capita - viene concluso nella nota - è sempre la frutta fresca al top della nefasta ‘hit parade’ degli sprechi (37%), seguita da verdura fresca (28,1%), cipolle aglio e tuberi (5%), da insalata (21%) e dal pane fresco (21%). Colpisce comunque l’attenzione degli italiani al tema: l’85%, quindi una percentuale quasi plebiscitaria, chiede di rendere obbligatorie per legge le donazioni di cibo ritirato dalla vendita da parte di supermercati e aziende ad associazioni che si occupano di persone bisognose, in seguito all’aumento della povertà generato dalla pandemia””.