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UNIDEE: arte, creatività, magia e finzione nell'ultimo modulo con la Linnaeus University
Dal 5 al 7 aprile, negli spazi della Fondazione Pistoletto, si è tenuto il modulo di UNIDEE. L'iniziativa artistico-formativa, a cui hanno preso parte sei studenti del master "Design + Change", si è articolata attraverso una serie di talk multitematici. Scopriamo tutti i dettagli.
Educazione

Nell'immagine il gruppo di partecipanti con Valerio Del Baglivo e Adrian Paci (rispettivamente il terzo e il secondo in piedi da destra).
Venerdì, dopo una visita guidata tesa a scoprire gli spazi della fondazione biellese e le peculiarità delle opere di Michelangelo Pistoletto, si è tenuto il talk inaugurale di Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, intitolato Cittadellarte’s experiments and practices in Social Design. The Demo-praxis prototypes. Le attività dei sei studenti partecipanti del master Design + Change - coordinati da Valerio Del Baglivo - sono proseguite nel pomeriggio con una Skype lecture di Federico Campagna, che ha presentato e illustrato i contenuti del suo libro Technic and Magic: The Reconstruction of Reality (opera filosofica in cui l'autore ha messo in luce il processo di costruzione e finzione della realtà). Il relatore in questione è un filosofo italiano che vive e lavora a Londra (docente e tutor presso la Royal College of Art), mentre il suo principale campo di ricerca è la connessione tra metafisica, produzione culturale e politica.

Nelle immagini due frangenti della Skype lecture con Federico Campagna.
Dopo la Skype lecture, gli studenti hanno partecipato a un incontro curato da Adrian Paci (mentore UNIDEE di due moduli, nel 2016 e 2017), che ha presentato la sua pratica artistica. Il relatore, infatti, si è soffermato sul suo lavoro, in cui sottolinea uno dei paradossi dell'intelligenza umana, ovvero prendere coscienza della realtà attraverso l'irreale. “Nel 1997 - scrive lo staff di UNIDEE in merito alla cronistoria dell'artista - Adrian Paci è sfuggito a violenti scontri in Albania per rifugiarsi, con la sua famiglia, in Italia. Al suo arrivo nel paese, ha temporaneamente abbandonato la pittura e la scultura a favore dei video, esplorando così nuovi linguaggi cinematografici e mezzi di espressione. La sua esperienza di esilio, lo shock della separazione e l'adattamento a un nuovo posto definiscono il contesto dei suoi primi filmati, attraverso i quali cerca di scoprire le radici del suo passato. Gradualmente, Adrian Paci ha preso le distanze dalla sua esperienza personale per trattare la storia collettiva attraverso progetti che mettono l'accento sulle conseguenze dei conflitti e delle rivoluzioni sociali, rivelando come l'identità sia condizionata dal contesto socio-economico. Lavorando con attori non professionisti, uomini e donne in difficoltà, esplora molti dei problemi esistenziali e sociali della nostra epoca: migrazione, mobilità, perdita, spostamento, globalizzazione, identità culturale, nostalgia e memoria”.

Nelle immagini due momenti del talk con Adrian Paci.
Sabato mattina è andata in scena un'altra tappa del modulo, con due laboratori curati da Zeenath Hasan e Ola Ståhl, intitolati Fictioning e Towards a Post-Anthropocentric Speculative Archaeology through Design (Verso un'archeologia speculativa post-antropocentrica attraverso il design).
