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Cittadellarte celebra la Giornata Mondiale della Pace: musica, istituzioni e un nuovo protocollo con le Cattedre UNESCO
Domenica 21 settembre la Fondazione Pistoletto ha ospitato il concerto "Uniti per la Pace", evento conclusivo del Festival Meetings, che ha visto esibirsi l’Accademia Suzuki Talent Center di Torino, l’Orchestra della Cattedrale di Ivrea e la violinista Anais Drago. La serata è stata arricchita dagli interventi di Michelangelo Pistoletto, Paolo Naldini e i rappresentanti delle istituzioni, culminando nell’annuncio del Protocollo d’Intesa tra Cittadellarte, la Rete delle Cattedre UNESCO e UNITWIN italiane: un impegno triennale per progetti di educazione alla pace preventiva, che coinvolgeranno anche le Città Creative UNESCO di Biella e Carrara.
Nella serata di domenica 21 settembre, Cittadellarte ha celebrato la Giornata Internazionale della Pace con un grande concerto intitolato Uniti per la Pace, ospitato negli spazi della Fondazione e promosso insieme alla Rete delle Cattedre UNESCO italiane. L’appuntamento si è inserito nel percorso che dal 2023 lega Cittadellarte all’UNESCO sul tema dell’educazione alla pace preventiva: un cammino che ha visto una prima tappa a Parigi, durante la 42ª Assemblea Generale UNESCO, con l’intervento di Michelangelo Pistoletto al fianco di Stefania Giannini, Assistant Director General for Education, e che nel settembre 2024, in occasione della XXVI edizione di Arte al Centro, ha trovato in Cittadellarte la sede della prima presentazione italiana della Raccomandazione UNESCO sull’educazione alla pace, ai diritti umani e allo sviluppo sostenibile.
Ieri sera, a un anno esatto dalla rassegna del 2024, Cittadellarte ha rinnovato il proprio impegno ospitando l’evento conclusivo del Festival Meetings - realizzato in collaborazione con l’Associazione Anima Vocalensemble e con la partecipazione dell’Accademia Suzuki Talent Center di Torino - che ha unito attraverso il linguaggio universale della musica le parole, le visioni e le proposte di pace delle istituzioni presenti.
Il direttore di Cittadellarte Paolo Naldini ha aperto la serata invitando i presenti a trasformare i gesti individuali in azioni condivise: “Non lasciamo le Nazioni Unite sole: occorrono le Azioni Unite. Uniamo scuole, istituzioni, imprese e famiglie. Non restiamo a guardare, costruiamo il mondo come un’opera comune, attraverso l’arte, la musica e la creatività”.
Il Vicesindaco di Biella e Assessore alla Cultura Sara Gentile ha ricordato l’importanza di lavorare con le giovani generazioni: “La pace si coltiva prima attraverso l’arte e la musica, nelle scuole e con i ragazzi, prime vittime di tutte le guerre, nessuna esclusa. Sono tante piccole gocce che insieme formano un mare capace di contrastare la violenza e costruire un futuro sostenibile”.
È seguito l’intervento di Michelangelo Pistoletto, che ha richiamato il valore universale della musica come linguaggio capace di prevenire la guerra: “Abbiamo bisogno di musica perché sentiamo solo il frastuono della guerra. La musica e lo sport insegnano a competere senza distruggere l’altro. Solo così possiamo educare alla Pace Preventiva, fin dall’infanzia”.
A portare la voce delle istituzioni accademiche è stata Annateresa Rondinella, referente delle relazioni istituzionali delle Cattedre UNESCO italiane, che ha ricordando come “le guerre nascono nella mente degli uomini ed è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace” ed ha introdotto il collegamento con Andrea Lenzi, presidente del CNR e portavoce della ReCUI. “Senza conoscenza non c’è fiducia né dialogo, e senza dialogo non c’è pace – ha dichiarato Lenzi –. Arte e ricerca sono linguaggi universali che uniscono popoli e comunità. Questo protocollo di intesa mette la conoscenza al servizio della pace, costruendo una rete mondiale di dialogo tra i popoli contro ogni conflitto”. Anche Patrizio Bianchi, già portavoce della rete delle Cattedre UNESCO, ha voluto lasciare un messaggio attraverso un contributo video. Rivolgendosi al maestro Michelangelo Pistoletto e richiamando l’Articolo 2 della Costituzione, ha sottolineato come la creatività stessa abbia bisogno di pace: “Non c’è pace, non c’è capacità di costruire la pace senza questo fondamentale principio costituzionale, il principio della solidarietà, che vuol dire lavorare insieme, condividere obiettivi e speranze, anche nei momenti più difficili”.
Dopo gli interventi istituzionali, Carlo Senatore, direttore dell’Associazione Anima Vocalensemble, ha raccontato il significato del percorso decennale del Festival Meetings, che ha visto la partecipazione di decine di orchestre e cori scolastici: “Questo concerto è il veliero della pace: le sue corde sono fatte di solidarietà, lo scafo è la cultura, e la sua destinazione è un porto chiamato fratellanza universale”.
In chiusura, Antonio Mosca, fondatore dell’Accademia Suzuki Talent Center, ha ricordato la missione che accompagna da cinquant’anni l’esperienza della scuola: “La musica può salvare il mondo, perché chi studia musica non può uccidere. È un legame che educa alla disciplina, all’amicizia e al rispetto reciproco, offrendo ai bambini vittime di guerre e soprusi la possibilità di crescere in pace”.
Durante la serata ha trovato spazio la voce degli insegnanti dell’Accademia Suzuki, che hanno dedicato l’intero concerto “a tutti i bambini vittime di guerre e di soprusi, che non possono crescere in un luogo sicuro, circondati da persone ed Istituzioni che li affianchino nella loro formazione umana e culturale”. Il loro pensiero è andato in particolare ai bambini palestinesi, “che soffrono di fame, di malattie, che vedono e vivono quotidianamente violenze ed atrocità di ogni genere; bambini il cui presente e futuro è annientato da uno Stato, Israele, che sta perpetrando un genocidio contro una popolazione inerme, calpestando non solo il Diritto internazionale, ma i più basilari principi umani”.
Il concerto ha rappresentato il momento conclusivo dell’edizione 2025 del Festival Meetings, manifestazione che da un decennio promuove, attraverso il linguaggio sonoro, il dialogo fra comunità e territori. Sul palco si sono esibiti l’Accademia Suzuki Talent Center di Torino, l’Orchestra della Cattedrale di Ivrea e la violinista Anais Drago, che ha interpretato come solista L’Inverno di Vivaldi insieme all’orchestra Suzuki di Torino diretta da Marco Mosca. Accanto a lei, le giovani e i giovani musicisti hanno dato vita a un programma che ha spaziato da Mozart a Shostakovich, da Rossini a Piazzolla. Durante la giornata, il pubblico ha potuto inoltre visitare l’installazione Scrivere per la pace, una raccolta di quarantacinque composizioni originali prodotte nel 2022 dai musicisti della Società Italiana di Musica Contemporanea: brani e immagini che hanno dato corpo a una polifonia collettiva sul tema della pace.
Di rilievo è stato anche l’annuncio del Protocollo d’Intesa tra la Fondazione Pistoletto (insieme alla sua Accademia Unidee), la Rete delle Cattedre UNESCO e UNITWIN italiane, che sarà firmato formalmente dal direttore Paolo Naldini e dal professor Andrea Lenzi. L’accordo sancisce l’avvio di un percorso triennale di collaborazione che vedrà la realizzazione di progetti di educazione e formazione per docenti, studenti e comunità, corsi dedicati all’educazione alla pace attraverso il linguaggio universale dell’arte e del Terzo Paradiso, iniziative artistiche e culturali volte a sensibilizzare alla pace, percorsi di ricerca e innovazione congiunti e momenti pubblici di condivisione e comunicazione. Significativo sarà l’avvio, già a ottobre, dei lavori di progettazione per un primo corso dedicato all’educazione alla pace preventiva che coinvolgerà due delle Città Creative UNESCO in Italia: Carrara e Biella.
Il significato del protocollo va ben oltre la formalità di un documento: esso rappresenta un impegno condiviso a radicare nel territorio e nelle istituzioni locali una visione di pace come processo quotidiano di trasformazione sociale, e allo stesso tempo colloca Biella e Cittadellarte all’interno di una rete nazionale e internazionale che fa dialogare arte, educazione, scienza e cittadinanza. Come ha ricordato Naldini nel suo intervento conclusivo, “con questo protocollo trasformiamo la speranza in impegno e l’impegno in pratiche condivise. La pace non è un sogno astratto, ma un processo quotidiano che si costruisce insieme, sul territorio e nel mondo”.