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Roma, Paolo Naldini interviene alla nuova edizione di "Arte e spazio pubblico"
Il 3 e il 4 novembre, presso la Biblioteca Nazionale Centrale della capitale, il direttore di Cittadellarte prenderà parte a uno dei tavoli di lavoro dell'iniziativa ideata e realizzata dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e dalla Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. L'appuntamento sarà finalizzato alla costruzione di uno strumento per la catalogazione delle opere d’arte contemporanea nello spazio pubblico.
Fare il punto sulla produzione creativa negli spazi pubblici, anche al fine di individuare strumenti utili per attivare azioni di rilevamento e mappatura, considerate come la prima e fondamentale azione verso la conoscenza: è questo, in sintesi, l'obiettivo di Arte e spazio pubblico, un progetto di ricerca a cura della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura e della Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. Lunedì e martedì prossimi verrà scritto un nuovo capitolo del progetto, con una due giorni in programma alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Prima di addentrarci sui contenuti dell'incontro, occorre un dietrofront alla prima edizione del progetto (2021–2023), sviluppatasi in tre fasi: una ricerca preliminare condotta attraverso gruppi di lavoro e una call for abstract; cinque giornate di studio dedicate al confronto tra studiosi, ricercatori e operatori sui temi chiave di spazio, temporalità, partecipazione e committenza; e infine la pubblicazione del volume Arte e spazio pubblico (Silvana Editoriale, 2023), che ha raccolto e sistematizzato i contributi emersi, offrendo una prima sintesi del dibattito sviluppatosi intorno ai principali nodi teorici e alle pratiche emerse.
Dal passato al futuro
I risultati hanno reso evidente la necessità di avviare una riflessione sulla conoscenza delle opere presenti nello spazio pubblico attraverso ricognizioni supportate da un idoneo strumento di rilevamento. Tale presupposto ha dato avvio alla seconda edizione del progetto (2024-2026), articolata in due fasi: una fase conoscitiva e di definizione metodologica (2024-2025) e una fase di elaborazione dello strumento di ricognizione, utile alla catalogazione e valorizzazione (2025- 2026). Nella prima fase sono stati coinvolti esperti di discipline storico-artistiche, giuridiche e conservative, con l’obiettivo di delineare approcci condivisi per definire, classificare e catalogare le opere nello spazio pubblico, analizzandone i rapporti con i contesti fisici e socio-culturali e la capacità di generare relazioni con i pubblici. La ricerca si è fondata su un approccio interdisciplinare e partecipativo, volto a costruire una tassonomia per l'arte contemporanea nello spazio pubblico, capace di superare rigidità definitorie, al fine di restituire la natura processuale e intermediale delle pratiche artistiche, e volta a individuare criteri per il rilevamento delle opere.
Lo spazio pubblico
"In questa prospettiva - si legge nell'apposita presentazione - lo 'spazio pubblico' è inteso come luogo aperto, urbano o naturale, liberamente fruibile dalla collettività, indipendentemente dalla proprietà o dalle modalità di gestione. Per 'arte nello spazio pubblico' si intendono tutte le pratiche artistiche — pittoriche, scultoree, performative, musive, fotografiche, multimediali, installative e di design — realizzate per o all’interno di tali spazi. È stato inoltre stabilito di considerare contemporanei gli interventi realizzati dal 1945 a oggi. Nella seconda metà del Novecento, infatti, i concetti di arte e spazio pubblico sono stati oggetto di profonde trasformazioni, con un sostanziale cambio di paradigma, che ha visto una crescente diffusione di opere progettate in stretta relazione con contesti specifici, non solo spaziali o architettonici, ma anche storici, sociali e politici".
Il ruolo dei tavoli
I tavoli costituiranno parte integrante del percorso di studio e ricerca volto a definire parametri adeguati per la classificazione, le mappature e le schedature dell'opera d'arte nello spazio pubblico. Tali parametri hanno l’obiettivo di attivare un confronto e un approfondimento in merito ad alcuni degli esiti raggiunti finora, riconoscendo in queste azioni un passaggio fondamentale per la conoscenza dell’arte nello spazio pubblico. "In questa prospettiva, si è ritenuto essenziale - così gli organizzatori - predisporre uno strumento catalografico in grado di orientare e costituire un riferimento condiviso per le diverse campagne di rilevamento che amministrazioni, enti e associazioni vorranno intraprendere, favorendo l’interoperabilità dei dati e la possibilità di letture e interpretazioni su larga scala". È questa la ragione che ha motivato la Direzione generale Creatività Contemporanea e la Scuola nazionale del patrimonio ad avviare la seconda edizione del progetto. Il punto di partenza del lavoro è stato l’analisi della scheda OAC (Oggetto d’Arte Contemporanea) elaborata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) nel 2004, che ha mostrato la necessità di un aggiornamento critico, in particolare della voce Definizione dell’Oggetto, evidenziando come terminologie e classificazioni elaborati oltre 20 anni fa non siano più attuali.
La partecipazione di Paolo Naldini
"Individuare termini per definire le opere nello spazio pubblico che rispondano ai variegati e complessi codici dell’arte degli ultimi decenni - viene aggiunto nella presentazione - è questione centrale, per questo scelta come tema di riflessione proposto nel Tavolo 1", intitolato Definizione e classificazione dell'opera d'arte contemporanea nello spazio pubblico. Come specificato nell'apposita nota, l'attuale modello di scheda (OAC) inoltre "non contempla l’analisi della relazione tra l’opera e il contesto in cui essa si colloca, che ne è parte integrante e fondativa, aspetto fondamentale per descrivere l’arte nello spazio pubblico, come pure, i processi di genesi e di vita degli interventi". All’approfondimento di tali aspetti è dedicato il Tavolo 2, intitolato Il rapporto dell'opera con il contesto; in questo confronto, tra i relatori, figura Michele Cerruti But, coordinatore accademico di Accademia Unidee, in questa circostanza nelle vesti di docente del Politecnico di Torino. Infine, si è valutato importante proporre un confronto sui criteri di individuazione delle opere a fini conoscitivi per orientare selezioni di opere e dati attraverso parametri e indicatori condivisibili, tema oggetto del Tavolo 3, Strumenti per la definizione dei criteri di individuazione delle opere a fini ricognitivi. Questo incontro, moderato da Fabio De Chirico (Istituto Centrale per la Grafica) e Alessandra Donati (Università degli Studi di Milano-Bicocca) vedrà la partecipazione Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte. I tre tavoli, oltre a proporre un confronto sugli esiti del lavoro svolto nella prima fase della seconda edizione di Arte e Spazio Pubblico, rivolgeranno agli ospiti delle diverse sessioni alcune domande: "Lo scopo infatti sarà arricchire - concludono gli organizzatori - ed eventualmente verificare, alcuni aspetti concettuali e tecnici emersi nel corso del lavoro. L’obiettivo finale è contribuire, attraverso un percorso condiviso e interdisciplinare, alla formulazione di una scheda di catalogo per l'opera d'arte nello spazio pubblico, che possa costituire uno strumento riferimento".