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Corte Giustizia
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Crisi climatica: la Corte Internazionale di Giustizia stabilisce nuovi obblighi per gli Stati

Il 23 luglio 2025 la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha emesso per la prima volta un parere consultivo sugli obblighi legali degli Stati nella lotta contro l'emergenza climatica. Greenpeace: "È l’inizio di una nuova era di responsabilità globale".

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Una decisione storica, destinata a ridefinire il rapporto tra diritto internazionale e crisi ambientale. Il 23 luglio 2025 la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha emesso un parere consultivo senza precedenti, chiarendo gli obblighi legali degli Stati nel contrasto al cambiamento climatico.

Per la prima volta, la Corte (CIG) – massima autorità giuridica delle Nazioni Unite – afferma che il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile è fondamentale per la tutela di tutti gli altri diritti umani. Tra le nuove responsabilità individuate, emerge il dovere degli Stati di prevenire danni ambientali significativi, il dovere di cooperare oltre i confini nazionali e l’obbligo di regolare le attività industriali e private in base ai danni climatici causati, anche quando si verificano in altri Paesi.

La decisione arriva in un momento cruciale, all’indomani della storica sentenza della Corte di Cassazione italiana che ha riconosciuto la legittimità delle cause legali per ottenere giustizia climatica. Greenpeace Italia e altre organizzazioni avevano infatti chiesto che venisse accertato se lo Stato italiano stesse facendo abbastanza per tutelare i diritti fondamentali delle persone di fronte alla crisi climatica.

Secondo la Corte dell’Aia, la responsabilità degli Stati si estende anche alla riparazione piena dei danni: oltre a fermare le attività dannose, i governi sono tenuti a fornire compensazioni economiche per le perdite e i danni subiti dalle comunità più colpite.

"Questo è l’inizio di una nuova era di responsabilità climatica globale", ha commentato Danilo Garrido, consulente legale di Greenpeace International"Il parere della CIG chiarisce una volta per tutte quali siano gli obblighi degli Stati e quali le conseguenze in caso di violazione. Questo aprirà la strada a nuove cause e, auspicabilmente, a più giustizia per chi, pur avendo contribuito meno alla crisi climatica, ne subisce già gli effetti più gravi".

Tra gli aspetti più innovativi del documento c’è il riconoscimento dell’equità intergenerazionale come principio guida: le decisioni in materia ambientale devono tener conto dei diritti delle generazioni future. La Corte ha inoltre indicato che le attività legate all’estrazione e all’utilizzo dei combustibili fossili potrebbero configurarsi come violazioni del diritto internazionale, ponendo così le basi per una nuova stagione di responsabilità globale.

Il parere della Corte ha un forte peso giuridico e morale: può influenzare trattati futuri, rafforzare le rivendicazioni delle comunità vulnerabili e orientare le politiche climatiche globali. Una decisione che, nel suo rigore e nella sua visione, potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta alla crisi climatica e nella costruzione di un diritto che protegga il pianeta e chi lo abita.



Per visualizzare tutte le ultime sentenze emesse dalla Corte Internazionale di Giustizia in materia di cambiamento climatico rimandiamo al seguente link.
Pubblicazione
29.07.25
Scritto da
Sofia Ricci