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Dal "Manifesto al Diritto al Cibo" a un’Iniziativa Europea: la campagna che può cambiare il futuro.

Dal Manifesto sul Diritto al Cibo nato a Ginevra nel 2023, l’Opera Demopratica ha avviato un percorso che ha trasformato un documento culturale in una proposta legislativa europea. Dopo il Forum del 2024, la Commissione Europea ha accettato l’iniziativa “Food Is a Human Right for All”, che dal 7 gennaio 2026 aprirà la raccolta firme: serviranno almeno un milione di adesioni per avviare la discussione sul riconoscimento del cibo come diritto umano fondamentale. In questa fase si punta a costruire una rete di 300 organizzazioni in tutta Europa per sostenere la mobilitazione. Riportiamo l’articolo di Francesco Saverio Teruzzi.

L’arte può definirsi come una rivoluzione pacifica e una rivoluzione pacifica può nascere ovunque. A Ginevra è nata dal frigo. Tutto è iniziato nella “Città della diplomazia” nel 2023, quando l’Opera Demopratica ha dato vita al Manifesto sul Diritto al Cibo, un documento che ha acceso un dibattito su un tema cruciale: garantire a ogni persona l’accesso a un cibo sano, sicuro e sostenibile.

Un anno dopo, nel 2024, la Seconda Opera Demopratica – Forum sul Diritto al Cibo ha trasformato quel manifesto in una proposta concreta, internazionale. Più di sessanta rappresentanti della società civile europea si sono riuniti per elaborare un testo che potesse diventare il cuore di una Iniziativa dei Cittadini Europei (ECI), lo strumento democratico che consente ai cittadini dell’Unione di proporre leggi direttamente alla Commissione Europea.

Il risultato non si è fatto attendere: l’8 luglio 2025 la Commissione Europea ha ufficialmente accettato l’iniziativa intitolata “Food Is a Human Right for All”. A partire dal 7 gennaio 2026 si aprirà la raccolta firme: serviranno almeno un milione di adesioni, con il superamento delle soglie minime in sette Stati membri, affinché la proposta diventi oggetto di discussione legislativa. Perché il diritto al cibo è importante? Perché non è un concetto astratto. Significa che nessuno dovrebbe dipendere dalla carità per nutrirsi, che la qualità del cibo non sia un privilegio ma un diritto garantito, che l’Europa riconosca l’alimentazione come parte integrante dei diritti umani fondamentali.

Oggi milioni di persone nel continente soffrono di insicurezza alimentare, mentre modelli agricoli insostenibili, sprechi e disuguaglianze economiche aggravano la situazione. Un intervento legislativo europeo è quindi non solo necessario, ma urgente.

Perché l’ECI abbia successo, non basta attendere l’apertura della raccolta firme. In questa fase preliminare si sta lavorando a creare una coalizione solida di sostegno. L’obiettivo è ambizioso: coinvolgere almeno 300 organizzazioni di tutta Europa — associazioni, sindacati, movimenti, ONG — che si impegnino a diffondere la campagna, a mobilitare le comunità e a sostenere la raccolta firme. Ognuna di queste realtà avrà un ruolo decisivo: trasformare l’iniziativa in un movimento transnazionale capace di raggiungere cittadini e istituzioni, di parlare alle periferie come ai centri urbani, di unire le generazioni attorno a un valore comune.

È un’occasione storica. Dal 7 gennaio 2026 saremo chiamati a una sfida senza precedenti: raccogliere più di un milione di firme per affermare che il cibo è un diritto umano universale. Non si tratta solo di numeri, ma della possibilità concreta di incidere sulle politiche europee e di contribuire a un futuro più giusto e sostenibile.

Quello che è nato come un manifesto culturale a Ginevra sta diventando una proposta di legge europea. E oggi è il momento di unirsi, di costruire alleanze e di prepararsi alla grande mobilitazione. Perché garantire il diritto al cibo significa garantire dignità, salute e vita.

Per aderire e per informazioni: www.goodfoodforall.eu.

Pubblicazione
29.09.25
Scritto da
Francesco Saverio Teruzzi