L'Arte della Demopraxia
Passare dall’ideologia partitica alla pratica della democrazia attraverso il metodo demopratico.

Passare dall’ideologia partitica alla pratica della democrazia attraverso il metodo demopratico.
L’Arte della Demopraxia è un dispositivo di attivazione del potenziale di partecipazione attiva degli abitanti di un territorio alla sua prosperità sostenibile e giusta.
Si sviluppa secondo un canovaccio definito nel Manifesto dell’Arte della Demopraxia, reiterato in oltre 12 località nel mondo, perdurando per diversi anni, avendo realizzato a oggi 26 edizioni.
Si fonda sull'attivazione diretta di ognuna delle 50/100 organizzazioni partecipanti, sulla base della loro vocazione e del loro impegno nello specifico contesto in cui operano.
L’Opera demopratica progetta e sviluppa il quadro generale politico e civico in cui le singole organizzazioni e le loro iniziative trovano composizione e integrazione. Questo quadro, espresso dal sistema della demopraxia, rappresenta la declinazione più vicina al sogno dell’ideale democratico.
“Questa nostra età postideologica nasce dalla constatazione che il sistema della rappresentanza del popolo attraverso i partiti politici, non ha portato a compimento la promessa di una democrazia compiuta. La parola democrazia è composta dai termini demos (popolo) e cratòs (governo, potere) e significa potere del popolo. Ma il popolo è costituito da tantissimi individui che, separati l’uno dall’altro, non possono esercitare potere. Come si uniscono gli individui affinché il popolo eserciti il potere, superando i partiti politici? Attraverso l’Arte della Demopraxia1, dove il termine pratica (in greco praxis) sostituisce il termine cratòs, potere. Come si può passare dall’ideologia partitica alla pratica della democrazia?
È ora di assumere piena consapevolezza che le persone sono già unite all’interno delle organizzazioni che compongono la società stessa: associazioni, fondazioni, imprese, enti pubblici e privati, profit e no profit, consorzi, comitati, circoli, gruppi di lavoro e ogni altra forma di collaborazione organizzata. In esse, infatti, le persone trascorrono ore, giornate e anni, e ogni giorno compiono scelte, prendono decisioni che concretamente impattano sulla loro vita di lavoratori, di imprenditori, di fornitori, di clienti, di associati, di aderenti e membri di una famiglia. Ogni organizzazione è già di per sé un micro-governo o un micro-parlamento, distribuiti nel tessuto sociale. Le pratiche che in essa si compiono esercitano di fatto potere.
Il compito della Demopraxia è rendere visibili e consapevoli queste organizzazioni e connettere le loro pratiche per formare sistemi di governo realmente partecipati dall’intera società. Il metodo che Cittadellarte sta sperimentando permette di articolare una partecipazione attiva delle organizzazioni che, se estesa all’intera società, rende attuabile il governo del popolo."
Il metodo demopratico si articola in un percorso di 3 fasi operative: Mappatura, Forum, Cantiere.
Il coordinamento del percorso è condotto dalle Ambasciate Rebirth/Terzo Paradiso (di seguito Ambasciate), soggetti indipendenti che compongono una rete internazionale connessa a Fondazione Pistoletto Cittadellarte.
Mappatura
La Mappatura serve a individuare le Organizzazioni aperte agli obiettivi della sostenibilità, delineati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, attive sul territorio e interessate a partecipare al Forum. L’individuazione avviene sia per chiamata diretta da parte delle Ambasciate, sia attraverso la diffusione del bando di partecipazione, pubblicato online e sugli organi di stampa.
L’Ambasciata realizza un’esposizione pubblica, in cui le organizzazioni si raccontano attraverso interviste, video, fotografie, testi, materiali illustrativi e descrittivi. L’esposizione serve a far sì che le organizzazioni si conoscano tra loro, e che ciascuna di esse consideri se stessa in rapporto alle altre.
Alle organizzazioni è richiesto di presentare nell’esposizione le problematiche più impellenti e rilevanti da affrontare nel FORUM. Sulla base di queste indicazioni sarà compito dell’Ambasciata definire i Temi Essenziali su cui organizzare il Forum.
Forum
Ogni organizzazione mappata si iscrive al forum, conferendo un formale incarico di partecipazione a un proprio membro. Ogni Forum accoglie fino a 100 soggetti, suddivisi in Tavoli di lavoro di 8/10 persone coordinati da facilitatori e facilitatrici formati dalle Ambasciate. Questi si alternano a sessioni plenarie. Ai tavoli siedono i membri delle organizzazioni partecipanti. Inoltre, sono invitati a prendere parte ai lavori i delegati delle associazioni di categoria, degli ordini professionali, dei centri di ricerca scientifica e degli istituti scolastici e universitari. Sono altresì invitati i rappresentanti delle istituzioni pubbliche locali, regionali, nazionali e internazionali.
Tenendo conto delle proposte emerse dalla mappatura, l’Ambasciata propone sotto forma di domanda il tema di discussione. Ogni tavolo raccoglie le riflessioni, le esperienze e le proposte dei partecipanti. I risultati vengono esposti in sessione plenaria, per un confronto collettivo. In questo contesto, si delinea un piano d’azione comune che verrà sviluppato dai partecipanti nell’arco dei dodici mesi seguenti, in un’attività denominata Cantiere, fino al successivo Forum in cui verificare i risultati conseguiti e aggiornare i piani d’azione.
Nel terzo giorno il Forum si svolge in sessione pubblica nella quale si presentano i risultati dei due giorni precedenti e il Piano d’Azione.
Cantiere
Il Cantiere è un prolungamento attivo del Forum. Ha una durata di 12 mesi, tra un Forum e quello successivo. Ogni partecipante al Forum presenta alla propria organizzazione il Piano d’Azione le cui proposizioni sono accolte, discusse, modificate, approfondite. Le proposte e le iniziative delle organizzazioni affini per attività o natura, sono riunite in incontri di settore. Questi incontri preparano la realizzazione di Forum intermedi, denominati Forum di Settore, il cui obbiettivo è sviluppare Piani di Azione settoriali.
Questi piani sono portati al vaglio scientifico delle strutture di ricerca universitaria. La funzione dell’università è di raccogliere tutte le indicazioni provenienti dalle organizzazioni di settore e farne materia propria. Questo al fine di sviluppare le proposte dei Forum e dei Cantieri, con il contributo delle più avanzate competenze negli specifici campi dell’economia, della politica, della scienza, della tecnologia, dell’ambiente e di tutti gli altri ambiti che compongono il tessuto sociale.
La presenza costante sia nei Forum Annuali, che nei Forum Intermedi, delle istituzioni private e pubbliche, come le associazioni di categoria, le scuole, le università, e gli Enti Pubblici di ogni livello, permette di integrare il metodo demopratico nella politica istituzionale. Se il sistema privato e il sistema pubblico sono stati considerati tradizionalmente come fenomeni separati e in molti casi antagonisti, con lo sviluppo dei Forum e dei Cantieri demopratici le singole organizzazioni che compongono il tessuto sociale, le quali sono in parte private e in parte pubbliche, assumono tutte una funzione pubblica di carattere sociale e politico.
Le organizzazioni anche private, attraverso il metodo demopratico, partecipano al governo della res publica e ogni singola persona, in questo modo, è inclusa in tale partecipazione. Con l’arte della demopraxia si realizza dunque l’ideale democratico.
L’organizzazione del Metodo Demopratico comporta dei costi vivi che, in base alla capacità di contribuzione, sono sostenuti da una quota di partecipazione per ciascun soggetto iscritto, gestita in totale trasparenza dall’ambasciata.