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Giornata internazionale della visibilità transgender: un focus sul rapporto Istat-UNAR 2020-2021 sulle discriminazioni per le persone LGBT+
I risultati del rapporto evidenziano i disagi e gli ostacoli che la comunità LGBT+ affronta quotidianamente nella propria vita professionale e personale. Affinché la situazione possa far riflette, il 31 marzo di ogni anno si mira alla sensibilizzazione contro ogni tipi di violenza, discriminazione, fobia e sessismo nei confronti delle persone transgender.
Arte e società

Secondo il rapporto, il 69,7% delle persone LGBT+ temono rimostranze per effusioni in pubblico e preferiscono, ad esempio, non tenersi per mano per strada così da evitare possibili aggressioni. Circa il 60% degli intervistati, infatti, ha sperimentato almeno una micro-aggressione: interscambi ripetuti di messaggi denigratori, insulti sottili come “frocio - così gli intervistati - o usare in modo dispregiativo le espressioni lesbica, è da gay o simili”. Nel luogo lavorativo, invece, una persona su cinque ha dichiarato di aver vissuto almeno un evento di clima ostile e complesso nel proprio ambiente lavorativo. Leggendo questi dati è quindi evidente quanto sia necessario portare la popolazione italiana e mondiale alla conoscenza del tema attraverso pratiche di sensibilizzazione contro le discriminazioni verso le persone LGBT+. Dallo studio dell’Istat e UNAR emerge inoltre che quasi la metà degli intervistati ha affermato di aver subito eventi di discriminazione nella propria carriera scolastica. È quindi comprensibile, viste le statistiche, che il 52,7% delle persone transgender intervistate ha dichiarato di non esprimere il proprio orientamento sessuale per paura di essere aggredito, minacciato o molestato.