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"Intrecci di comunità", Paolo Naldini nella giuria dell'open call di due residenze sociali a Maratea
Il direttore di Cittadellarte è stato nella commissione del bando che mirava a selezionare designer o maker che aprissero un dialogo tra le pratiche artigianali tradizionali e la complessità della produzione di design contemporanea. I due vincitori - Sara Bologna e Davide Tagliabue - saranno impegnati in due settimane di lavoro articolate in 5 giorni di ricerca e laboratori e 2 giorni di attività divulgative e di scambio sul territorio.
Arte e società

Crediti immagine: Intrecci di comunità.
I vincitori e la giuria
“Ciascuno dei 33 progetti ricevuti - così gli organizzatori in un post su Facebook - ci ha dato spunti di riflessione e ringraziamo per il lavoro di ricerca e di approfondimento riscontrato nelle proposte”. La commissione, dopo attenta analisi, ha reso noti i due vincitori: Sara Bologna e Davide Tagliabue. Non solo, sono stati “molti i progetti validi - è stato aggiunto - e per questo abbiamo scelto di assegnare anche 5 menzioni”, ossia a Michelangelo Bove, Menghina Calderaro, Laura Calduzzi, Laura Garcia Rubio e Marta Malsegna. La giuria, che ha valutato l’originalità del progetto di design, la realizzabilità del progetto presentato, la funzionalità in termini di produzione e/o commercializzazione, oltre al curriculum e al portfolio del designer, con particolare attenzione a esperienze simili, era composta dalle seguenti figure: Valter Luca de Bartolomeis, direttore ma.de. Academy - Istituto Caselli e Real Fabbrica di Capodimonte; Marialuisa Firpo, designer, co-ideatrice del progetto / Liberi Libri Ass. culturale; Angelo Licasale, progettista, co-ideatore del progetto / InMateria APS; Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto; Rita Orlando, project manager Open Design School / Fondazione Matera Basilicata 2019.

Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte.
L'open call
Il programma di residenza - a cui era possibile candidarsi entro il 17 settembre scorso - si rivolgeva a designer desiderosi di espandere la loro pratica all’artigianato e alla ricerca della sostenibilità e dell’utilizzo di materiali naturali, con particolare riferimento ai tagliamani, e ai maker interessati allo sviluppo del processo di progettazione e alla prototipazione. Nello specifico, erano quattro i macro-obiettivi dell'iniziativa: ampliare la gamma di prodotti di artigianato e design contemporaneo della Nuova Libbaneria Mediterranea (NLM) attraverso la sperimentazione dell’uso dei libbani e della pianta di “tagliamani” (Ampelodesmus mauritanicus); realizzare prototipi su cui sviluppare una filiera produttiva contemporanea di comunità; ideare una metodologia di lavoro nuova a partire dall’utilizzo di pratiche artigianali tradizionali, organizzando il processo di produzione insieme al gruppo di donne beneficiarie; creare nuove relazioni con professionisti, organizzazioni e territori impostando un dialogo con la comunità partecipante attraverso attività divulgative. Per partecipare è stata richiesta la presentazione del progetto di almeno un prodotto e/o di una lavorazione nuova che utilizzi i libbani (corde vegetali) o l’erba tagliamani, da sviluppare e prototipare durante le settimane di residenza.