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"La formula della creazione", Michelangelo Pistoletto ha presentato il suo libro al Rotary Club di Biella
Il 16 gennaio, al Circolo Sociale Biellese, si è tenuto un incontro dedicato all'ultimo volume del maestro che ha visto intervenire il fondatore di Cittadellarte e il presidente del Rotary Club di Biella Marco Marcolongo. “Con il suo contributo e il suo messaggio - così il Rotary - Michelangelo Pistoletto ha donato al mondo un'arte che permette il dialogo tra ombre e luce, tra oscurità e illuminazione, aprendo la strada al trascendente”.
Arte e società

Nell'arco di tutto l'anno scorso è andata in scena una tournée italiana che ha portato Michelangelo Pistoletto a presentare il suo libro con relatori e moderatori di diversi ambiti del tessuto sociale. L'ultimo evento si è tenuto martedì 16 gennaio, quando il Rotary Club di Biella ha proposto una serata al Circolo Sociale Biellese rivolta ai soci che ha visto protagonista il maestro; per l'occasione sono stati anche presenti la moglie Maria Pioppi, la figlia e presidente di Let Eat Bi Armona Pistoletto e il direttore di Cittadellarte Paolo Naldini. “Con il suo contributo e il suo messaggio - questo il messaggio del Rotary - Michelangelo Pistoletto ha donato al mondo un'arte che permette il dialogo tra ombre e luce, tra oscurità e illuminazione, aprendo la strada al trascendente”. Pistoletto ha presentato il suo libro dopo una cena conviviale, introdotto dal presidente del Rotary Club Marco Marcolongo. L'artista ha toccato diversi temi chiave del volume e ha dialogato con Marcolongo in merito alla sua opera letteraria.

A destare particolare attenzione degli astanti è stato il passaggio sul ruolo dell'arte nella società, come richiesto dal presidente. “È qualcosa di non necessario - si è chiesto Pistoletto - che soddisfa soltanto il nostro senso estetico, la nostra assuefazione alla ricerca del bello, oppure l’arte entra nella società come elemento dinamico ed imprescindibile?”. Il maestro ha poi sottolineato che la dottrina socratica, generata da Socrate e poi sviluppata ed elaborata da Platone ed Aristotele, ha avuto come imprescindibili pilastri il dialogo ed il mito della caverna, connotato quest’ultimo dalla presenza di ombre che simboleggiano la paura per l’ignoto. “Attraverso l’arte - ha aggiunto - è possibile affrontare e conoscere l’ignoto, superare le convenzionali barriere cognitive, chiarire e diradare le proprie ombre; consente quindi alla luce di entrare nella caverna che gli uomini hanno costruito con i loro pregiudizi e preconcetti, facendo rifiorire il dialogo ed espandendo la nostra conoscenza stimolando il confronto tra i distinti pensieri e le diverse idee. L’arte consente un dialogo tra le ombre e la luce, tra l’oscurità e l’illuminazione, e dunque un confronto con il trascendente. L’arte - ha concluso - è pertanto pratica essenziale per l’uomo, per la società, e per la conoscenza. L'arte permette di affrontare l'ignoto, superare le barriere cognitive e stimolare il confronto tra pensieri e idee diverse”.