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Le avventure di Zoe Salvamondo, i bambini viaggiano alla scoperta della sostenibilità con un libro
Lunedì 21 marzo, nel contesto della rassegna Bologna Children’s Book Fair, verranno presentati i libri "Zoe e la melanzana melanzanissima" e "Zoe e il vestito di arancia" scritti da Ruggero Poi e illustrati da Alice Rossi. In vista degli incontri col pubblico, che vedranno la partecipazione di Michelangelo Pistoletto, abbiamo intervistato l'autore per svelare parte dei contenuti e degli obiettivi della sua opera di narrativa per bambini: “Zoe - ha affermato Ruggero Poi in riferimento alla protagonista della storia - rappresenta l’istinto, è una bimba che ancora non ha assimilato molte di quelle convenzioni che stanno mettendo in crisi la nostra vita sul pianeta. È un personaggio che non ha un atteggiamento moralistico rispetto alla sostenibilità ed è una bambina come lo sono le mie figlie”.

Ruggero Poi.
Fino agli anni '90 il cambiamento climatico non era, nella percezione sociale, considerato priorità globale e, men che meno, oggetto di approfondito studio nelle scuole. Le nuove generazioni sono tra le prime che possono acquisire più agevolmente consapevolezza anche negli ambienti d'apprendimento sulla sostenibilità, declinata in vari ambiti. Quale tipo di narrazione e approccio può rivelarsi ottimale per innestare semi di conoscenza nei bambini e nei giovani su queste tematiche?
Credo sia necessaria fare una premessa: tutti siamo coinvolti in un processo di ripensamento delle nostre abitudini, dagli adulti, ai bambini e bambine. Questo significa che più ampie e diverse sono le sollecitazioni più veloce ed efficace sarà la risposta al cambiamento. Hai iniziato la domanda parlando delle scuole: se negli anni Novanta si parlava di ambiente e inquinamento su iniziativa personale della maestra o del maestro, oggi, venuti meno i programmi scolastici, tutte le scuole seguono delle Indicazioni Nazionali ministeriali che orientano l’attività didattica verso gli obiettivi Onu dell’Agenda 2030.
Cosa rappresenta il personaggio di Zoe per te? Ti sei ispirato a qualcuno per la sua ideazione?
Zoe rappresenta l’istinto, è una bimba che ancora non ha assimilato molte di quelle convenzioni che stanno mettendo in crisi la nostra vita sul pianeta. Seguendo il suo istinto e la sua curiosità si pone nelle situazioni con la naturalezza di chi sta cercando qualcosa senza sapere ancora cosa sia definito giusto e cosa sia sbagliato. Con il gruppo di lavoro che sta vedendo “crescere” Zoe si è pensato a un personaggio che non avesse un atteggiamento moralistico rispetto alla sostenibilità. Zoe è una bambina come lo sono le mie figlie, come lo sono le bimbe che vedo a scuola, e bambini sono i suoi amici. L’ispirazione viene da loro.
Ognuno degli Sdgs dell'Agenda 2030, nei libri della piccola Zoe, è rappresentato da una porta colorata che la protagonista è pronta a varcare e, dunque, ad affrontare. Il titolo di esordio, Zoe e la melanzana melanzanissima, si collega all’obiettivo numero 11, “Città e Comunità Sostenibili”; il secondo volume, Zoe e il vestito di arancia, ruota invece intorno all’obiettivo 12, “Consumo e produzioni responsabili”. Perché hai voluto porre tra gli elementi cardine del libro gli obiettivi di sviluppo sostenibile mettendo l'accento su quei due goals?
L’abito e l’abitare sono i primi due temi che affrontiamo con Zoe. In questo sicuramente ha avuto un peso l’ispirazione di Michelangelo Pistoletto e del suo lavoro “Habitus, abito, abitare”. Se vogliamo cambiare abitudini dobbiamo ripensare i nostri modi di pensare, di abitare, di vestire.

La tua storia si avvale delle illustrazioni di Alice Rossi, che danno un'impronta e un'identità uniche all'opera. Quanto conta ai fine della narrazione far viaggiare su binari paralleli il linguaggio espressivo della scrittura con quello artistico?
Conta molto e in alcuni casi ho proprio suggerito delle immagini. I libri di Zoe sono pensati per avere un racconto che si completa: ci sono momenti in cui le parole sono poche ed emerge l’immagine, altre dove il racconto prende più peso. È una questione di equilibrio anche in questo caso.
I libri sono frutto di progetto di sensibilizzazione basato sull’idea di Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e sull’esperienza artistica di Cittadellarte. In che modo la Fondazione Pistoletto e il simbolo trinamico ti hanno influenzato nell'ideazione e nei contenuti delle avventure di Zoe?
Come ti dicevo, è un progetto che cerca di essere equilibrato, ispirandosi proprio al simbolo del Terzo Paradiso che Michelangelo Pistoletto ha disegnato. In chiusura di ogni libro raccontiamo cos'è il simbolo trinamico e il lavoro che Cittadellarte sta portando avanti parallelamente agli obiettivi Onu. L’intuizione di usare il linguaggio di un libro illustrato è stata di Chiara Belliti, che ha suggerito di parlare direttamente ai più piccoli e alle loro famiglie raccontando una storia. Con Zoe abbiamo avuto la fortuna di incontrare anche l’editrice Ulrike Beisler, che ringrazio per la fiducia e la passione messa nel progetto.
Ruggero, prima di essere direttore dell'Ufficio Ambienti d'Apprendimento di Cittadellarte, sei padre di tre meravigliose bambine. Immaginando che loro abbiamo già concluso i tuoi due nuovi libri, qual è stato il loro riscontro post lettura?
Le bimbe hanno letto solo i prototipi, ma i libri finali non ancora perché sono freschissimi di stampa e devono ancora arrivare a casa nostra. L’aspetto fisico del libro per me conta molto: la possibilità di tenere in mano il libro è fondamentale perché bambine e bambini possano instaurare una relazione che diventa giorno per giorno “affettiva”. I libri accompagnano al sonno, pongono domande, a volte fanno ridere e altre spaventano, l’importante è che siano onesti come buoni amici.
In conclusione, quale obiettivo ti sei posto le Le Avventure di Zoe Salvamondo?
L’obiettivo è di realizzare 17 libri per aprire 17 porte sugli obiettivi Onu. Per farlo ci piacerebbe usare la stessa strategia di Zoe che inizia le sue avventure da sola ma alla fine si ritrova accompagnata da una grande, allegra comunità!