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Per la pace

Quando una pratica artistica risveglia la responsabilità dell’individuo verso la società: Giuliana Carusi Setari, presidente di Cittadellarte, nell'editoriale della pubblicazione di "Arte al Centro" si è espressa sulla candidatura di Michelangelo Pistoletto al Premio Nobel per la Pace. "Col segno del Terzo Paradiso del maestro abbiamo oltrepassato le frontiere, abbiamo volato nello spazio siderale, abbiamo camminato sulle acque a Venezia. Ci accingiamo ad attraversare insieme ulteriori ponti verso il mondo interiore e verso la società". Vi proponiamo le sue riflessioni.

Terza pagina

Saremo in molti a ricordare questo anno per la notizia che, ufficializzata sul finire di febbraio, ha segnato una pausa nel dolore per le guerre in corso, sorprendendo ed entusiasmando l’Italia intera e non solo. In fibrillazione, la comunità internazionale del mondo dell’arte e della cultura, come pure quello dell’associazionismo, ha visto in quella notizia un segnale di rinnovata speranza e conforto: la Fondazione Gorbachev annunciava la candidatura dell’artista Michelangelo Pistoletto al Premio Nobel per la Pace 2025. Per la prima volta è candidato un artista visivo e per la prima volta l’arte viene riconosciuta come strumento di pace. Se è ben integrato il concetto che per Michelangelo Pistoletto la pratica artistica è volta a risvegliare la responsabilità dell’individuo verso la società, prova ne siano le opere e le installazioni che fin dagli anni Sessanta egli ha portato nella sfera pubblica, non tutti avevano colto il suo discorso sulla pace, esplicitamente dichiarata e definita come preventiva nella omonima mostra a Palazzo Reale di Milano nel 2023.

L’annuncio della sua candidatura ha marcato questo aspetto e ha sancito due effetti: quello di andare a ripercorrere a ritroso sotto questa luce azioni e iniziative che il Maestro ha intrapreso, come pure tutte quelle in cui Cittadellarte lo ha accompagnato in incontri, conferenze e mostre; ma anche l’effetto di far scoprire l’esistenza della Fondazione Gorbachev a Piacenza — e per inciso perché è così intitolata —, e della sua missione che è quella di individuare e proporre i candidati italiani al Nobel per la Pace. Il quale Premio, e per alcuni è stata una scoperta, non si celebra in Svezia ma in Norvegia, per antiche ragioni storiche.

Non potevamo che esserne felici e orgogliosi, noi tutti che la pluriennale vicinanza col grande Maestro a Cittadellarte rende edotti e partecipi della sua visione del mondo. Né potevamo esimerci, per quanto possibile, dall’attivarci e dal fare il tifo per lui. Col suo segno del Terzo Paradiso abbiamo oltrepassato le frontiere, abbiamo volato nello spazio siderale, abbiamo camminato sulle acque a Venezia. Con l’apertura qui a Cittadellarte dei nuovi spazi dedicati alla spiritualità, e alla costituzione dello Statodellarte, ci accingiamo ad attraversare insieme ulteriori ponti verso il mondo interiore e verso la società. Ma confidiamo, ora, di andare in Norvegia a novembre: in bocca al lupo, Maestro.

Giuliana Setari Carusi
Pubblicazione
03.09.25