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"Viaggio sensoriale", al via il progetto che fonde elementi scientifici e artistici esplorando il tema della sostenibilità e delle pratiche alimentari locali
Domenica 24 settembre a Biella si terrà la prima tappa di un'iniziativa che, attraverso escursioni, laboratori di argilla e momenti conviviali, inviterà i partecipanti a esplorare una più profonda consapevolezza sensoriale. L'appuntamento, curato da Rimvydė Muzikevičiūtė, è organizzato in collaborazione con numerose realtà locali - tra cui Cittadellarte e Let Eat Bi - e sarà a partecipazione gratuita su prenotazione.
Cronaca Biellese


Il progetto - che vede nel dietro le quinte Rijksuniversiteit Groningen Campus Fryslân, Fondazione Pistoletto, Let Eat Bi, Scuola Senza Pareti e Slow Food Travel Montagne Biellesi - sarà curato dalla lituana Rimvydė Muzikevičiūtė, che ‘torna’ a Biella dopo due anni: nel 2021 aveva iniziato a elaborare a Cittadellarte un caso studio nel contesto di un tirocinio di ricerca della laurea in Cultural Leadership che stava seguendo in Olanda; il suo progetto si concentrava su Let Eat Bi ed era teso a valutare e far emergere la relazione tra cultura, nutrimento, arte e sostenibilità. Viaggio sensoriale è il primo progetto del suo dottorato, che continuerà con altre due casi studio, in Olanda in primavera e in Svizzera per i Foodculture Days (il risultato del relativo bando di quest'ultimo deve ancora essere reso noto).
Rimvydė esordisce mettendo in luce la genesi dell'iniziativa, partita “dal progetto di ricerca per il mio dottorato di due anni fa. Sulla scia di quel lavoro, mi focalizzerò nuovamente sul tema del cibo locale con un approccio artistico. Nello specifico gli appuntamenti sono tesi a favorire una consapevolezza sensoriale: tutti i sensi saranno infatti la chiave di ogni attività”. Il tatto, ad esempio, avrà un ruolo cardine con attività cinestetiche: dai lavori con la terracotta fino alla raccolta delle erbe spontanee o delle castagne. Ma avranno peso anche l'aspetto introspettivo e il legame con l'ambiente: “Vorrei contribuire a generare - ha sottolineato - un cambio di prospettiva nel rapporto con la natura. Proviamo a sentirci e a vestire i panni di un albero o di una goccia di pioggia: una pensiero semplice ma efficace che ci avvicina armoniosamente alla biodiversità che ci circonda, cibo compreso”.


Rimvydė ha poi presentato la squadra che l'ha supportata nell'organizzazione: “Oltre a essere nuovamente grata a Let Eat Bi, ringrazio Luz J. Carollo per avermi ha proposto un'esperienza tattile di arteterapia, ovvero il laboratorio di argilla. Il materiale in questione, inoltre, viene storicamente usato anche per la realizzazione di pentole per cucinare: ecco che il laboratorio si lega in modo ancor più profondo al tema del cibo. Pietro Ganni invece mi ha consigliato il contesto, ossia la Trappa. Un pensiero va anche a Nazarena Lanza di Slow Food Travel Montagne Biellesi, che si occuperà di cucinare il pranzo e la cena e mi aiuterà a facilitare i gruppi di discussione e a condurre le escursioni”. Rimvydė ha concluso mettendo in luce le finalità del progetto: “Sono due gli obiettivi che mi sono prefissata: cercare di proporre nuove metodologie che portino in armoniosa relazione arte e scienza e coinvolgere un target di persone vario, non solo accademico, per sensibilizzare i partecipanti a comprendere l'importanza di una produzione e di un consumo di cibo sano e sostenibile attraverso le pratiche sensoriali”.