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Welfare, sostenibilità e partenariati: "Art for Change" traccia nuove alleanze territoriali a Cittadellarte
Il 17 novembre la Fondazione Pistoletto ha ospitato la tappa biellese del progetto di Hangar Piemonte dedicato a creare nuove collaborazioni tra arte, impresa e pubblica amministrazione. L'iniziativa ha previsto hub tematici su art bonus, partenariati pubblico-privati, welfare aziendale e sostenibilità seguiti da una plenaria che ha riunito rappresentanti istituzionali, imprese, esperti ed esponenti culturali. Per l'occasione si è anche tenuto un think tank che ha visto tra i relatori Michelangelo Pistoletto.
Cittadellarte ha accolto lunedì scorso la tappa biellese di Art for Change, la linea di ricerca e sviluppo di Hangar Piemonte dedicata a esplorare modelli di collaborazione tra mondo culturale-artistico, imprese e pubbliche amministrazioni. Si è rivelata una giornata intensa che, come riportato in un nostro precedente articolo, si è articolata attraverso hub di lavoro (art bonus, welfare aziendale, sviluppo sostenibile e partenariati pubblico-privati), momenti di approfondimento, un think tank e una restituzione finale che ha riunito rappresentanti di istituzioni, enti culturali, aziende, fondazioni, università e professionisti. L'appuntamento, patrocinato da Biella Città Creativa UNESCO, non solo si è proposto come momento di riflessione collettiva sul ruolo dell’arte e della cultura come leve di innovazione sociale ed economica, in dialogo con le imprese e le istituzioni, ma è è ruotato attorno a un tema spinoso e urgente: l’interesse generale. La giornata di Art for Change a Cittadellarte ha infatti mostrato la complessità - ma anche la concretezza - dell’interesse generale quando emerge dal confronto tra attori diversi. Dalla cura delle imprese alle reti di cooperazione fino ai partenariati innovativi, la direzione sembra comune: costruire alleanze nuove, responsabili e sostenibili, capaci di generare impatto reale nei territori.
Uno degli hub di confronto.
Crediti fotografici: Andrea Macchia.
Uno degli hub di confronto.
Crediti fotografici: Andrea Macchia.
I saluti istituzionali
Dopo il pomeriggio di tavoli di lavoro, la sessione plenaria si è aperta con l’introduzione di Mara Loro, direttrice di Hangar Piemonte, che ha ricordato l’evoluzione del progetto: "Hangar nasce nel 2014 e nel 2022 diventa un’agenzia per le trasformazioni culturali. Immaginare e costruire azioni strategiche di interesse generale è il nostro compito. Venticinque anni fa, proprio qui, assistetti agli incontri tra Pistoletto, Nino Cerruti e il mondo industriale biellese: lì capii che artista e imprenditore condividono la capacità di stare nel presente senza giudizio. Da questa consapevolezza è nato anche Art for Change". A seguire è intervenuta Sara Gentile, vicesindaco di Biella, per richiamare il ruolo di Biella Città Creativa UNESCO, sottolineando come la sostenibilità debba essere "ambientale, certo, ma anche economica e sociale". L'assessore alla cultura ha inoltre ricordato il valore dell’interesse generale sancito nella Costituzione e il ruolo del territorio: "Biella è tra le province piemontesi con più realtà del terzo settore. Strumenti come l’Art Bonus ci permettono interventi - come quello al Teatro Sociale Villani - che da soli non potremmo sostenere". Alle sue parole sono seguite quello di Giuliana Carusi Setari, presidente di Cittadellarte, la quale ha definito Art for Change "un progetto coraggioso e doveroso", capace di orientare l’azione di fondazioni e realtà culturali verso uno sviluppo sostenibile locale e globale. Il riferimento agli affreschi del Buongoverno di Lorenzetti - riprodotti nel Palazzo del Buongoverno di Cittadellarte - ha offerto un parallelismo: "Mostrano una città ideale che nasce da giustizia e solidarietà. Nell'opera originaria è rappresentato un anziano barbuto che incarna il Comune di Siena... ecco, per Biella quella figura è Pistoletto". Ha chiuso i saluti istituzionali Irene Bongiovanni, Presidente nazionale di Confcooperative Cultura Turismo e Sport e presidente di Confcooperative Piemonte Nord. Per Bongiovanni la sfida è costruire convergenze autentiche: "Tutti crediamo nel valore generativo della cultura. Ora dobbiamo chiederci quali azioni mettere in campo". Quattro le direzioni da lei illustrate: benessere delle aziende attraverso la cultura, cura delle comunità e dei territori, rafforzamento delle reti e nuove progettualità e politiche di sostegno alla cultura come asset strategico.
Sara Gentile, Giuliana Carusi Setari, Irene Bongiovanni, Mara Loro.
Crediti fotografici: Andrea Macchia.
Cesare Biasini Selvaggi, Michelangelo Pistoletto, Alessandro Boggio Merlo, Marina Chiarelli, Daniela Ciaffi.
Crediti fotografici: Andrea Macchia.
L'interesse generale: l’inquadramento sociologico di Daniela Ciaffi
La professoressa Daniela Ciaffi (ricercatrice e professoressa associata in Sociologia Urbana presso Politecnico di Torino e vice presidente di Labsus – Laboratorio per la Sussidiarietà) ha aperto il tema cardine della plenaria: l’interesse generale. Richiamando le definizioni del sociologo Luciano Gallino - dal soddisfacimento dei bisogni all’incertezza, dal desiderio di appropriazione fino alla redistribuzione delle risorse - Ciaffi ha mostrato quanto il concetto sia complesso e vivo. Ha richiamato l’articolo 118 della Costituzione sul principio di sussidiarietà, definendolo come una profezia che si sta avverando: "Il nostro Paese è una palestra straordinaria, con 350 amministratori locali che ogni giorno interpretano l’interesse generale. Nei patti di collaborazione vedo alleanze inedite, che includono anche i soggetti più invisibili. Oggi, se questo incontro genererà nuove alleanze disinteressate, avremo fatto un passo avanti".
Daniela Ciaffi.
Crediti fotografici: Andrea Macchia.
Mara Loro.
Crediti fotografici: Andrea Macchia.
Il Think tank
L'appuntamento è continuato con un think tank, moderato da Cesare Biasini Selvaggi, che ha visto intervenire Michelangelo Pistoletto, Marina Chiarelli, Assessora alla Cultura, Pari Opportunità e Politiche Giovanili della Regione Piemonte, Alessandro Boggio Merlo, Presidente della Sezione Turismo e Cultura dell’Unione Industriale Biellese, e Daniela Ciaffi. L’intervento che ha alzato il sipario sul confronto è stato quello di Michelangelo Pistoletto, invitato dal moderatore a rispondere a una domanda: “Che cos’è per te l’interesse generale?”
Pistoletto è partito da un punto "minuscolo", ossia l'io. Ha ricordato gli anni ’50, quando l’artista era libero di esprimere un segno unico e autoreferenziale. Il padre, pittore, gli aveva insegnato che l’arte era servizio alla società; con l’arte moderna, invece, si è interrotto per lui il legame tra artista e collettività. "Se fossi rimasto nel segno assoluto, sarei rimasto solo. Ho scelto lo specchio perché davanti allo specchio c’è me stesso, e allo stesso tempo c’è il mondo. Ho dipinto il mio autoritratto su uno specchio che restituiva tutto ciò che vive davanti a esso. Il quadro specchiante ha aperto le porte dalla solitudine verso il mondo". Sul rapporto tra arte contemporanea e territori, Pistoletto ha precisato: "Io non so cos’è l’arte contemporanea, so cosa facciamo noi. Il nostro è un lavoro non profit che supera il sistema economico dell’arte e si intreccia con un interesse di sistema. L’impresa crea lavoro, l’arte crea consapevolezza. Ma non basta: serve una responsabilità comune".
Per Alessandro Boggio Merlo, l’impresa non è un elemento distante o separato rispetto all’interesse generale: "Pensare che l’impresa faccia qualcosa per il bene comune significa separare i piani. Io credo che l’impresa sia già interesse generale". Non filantropia, quindi, ma strategia. L’impresa, secondo Boggio Merlo, "coglie i bisogni dei territori" e può esercitare la parola cura come "gesto di attenzione e amore", verso persone e ambiente, con una funzione moltiplicativa.
Marina Chiarelli ha invece offerto una visione fondata sul concetto di attrazione: "L’interesse è ciò che attira. L’interesse collettivo ha dunque una radice individuale che non deve ostacolare il benessere degli altri". Sul tema della cura, sollevato dal moderatore, è chiara: "In Italia c’è tanta iniziativa del singolo e poca programmazione. Hangar è un esempio virtuoso: quando la cultura diventa impresa, diventa affidabile e sostenibile". Chiarelli ha infine rilanciato il tema generazionale: "Dobbiamo permettere ai giovani di lavorare nella cultura. La Regione deve accompagnare i territori verso ciò che desiderano diventare".
Daniela Ciaffi ha infine richiamato il valore delle alleanze inedite e del ruolo dei beni comuni: "Nei beni comuni non conta la proprietà ma l’uso. In Italia posso allearmi con un gruppo per prendermi cura di uno spazio: altrove, come all'estero, stupisce".
Michelangelo Pistoletto.
Crediti fotografici: Andrea Macchia.
La restituzione degli hub
La giornata si è conclusa con quattro interventi di esperti ed esponenti nazionali dei settori pubblico e privato: Irene Sanesi (CCW), Carolina Botti e Lucia Steri (Ales – Arte Lavoro e Servizi), Marella Caramazza (ISTUD – Cottino Social Impact Campus) e Vincenzo Santoro (ANCI Nazionale), i quali hanno offerto visioni prospettiche sui principali strumenti di collaborazione tra cultura, impresa e istituzioni partendo da quanto emerso dall'hub di confronto a cui hanno preso parte. Steri ha ricordato come l’Art Bonus permetta a privati e imprese di sostenere la cultura con importanti incentivi fiscali. Al tavolo è emersa l’importanza delle figure di facilitazione sul territorio e il ruolo potenziale di Hangar. Tra i temi ricorrenti sono stati citati i seguenti: difficoltà nel far incontrare mecenati e beneficiari; carenza di risorse nelle amministrazioni; necessità di un linguaggio nuovo sulla sostenibilità, orientato anche ai parametri ESG. Caramazza ha evidenziato poi la ricchezza di punti di vista al tavolo: pubblica amministrazione, imprese, finanza, terzo settore. Tre le parole-chiave emerse ha posto sotto i riflettori i linguaggio comune, per passare dalla mitigazione del rischio alla generazione di impatto, le alleanze e reti, considerate indispensabili, l'innovazione, senza la quale "non c’è sostenibilità". Il tavolo ha riconosciuto anche tensioni nell’allocazione delle risorse, che richiedono nuovi spazi di dialogo.
Santoro ha richiamato l’importanza degli strumenti collaborativi nella valorizzazione culturale, citando l’esperienza del bando borghi PNRR. Ma ha anche evidenziato una fragilità diffusa, ovvero che non sempre si è pronti a usare gli strumenti in questione in modo efficace e sistemico, in quanto occorrono figure qualificate - e risorse per sostenerle - capaci di accompagnare i processi. Per Sanesi, infine, il welfare è "uno spazio di alleanza tra arte, cultura e impresa", ma anche welfare territoriale, che coinvolge le comunità. Il tavolo ha lavorato su tre leve: disponibilità al cambiamento; nuovi modi di esercitare la leadership; ascolto reciproco. Il centro di tutto, in questo senso, "è l’apprendimento reciproco - ha concluso - e la cura delle relazioni, anche con il non umano".