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Ecosystems as Living Communities
"Ecosystems as Living Communities", una mostra di Despina Charitonidi e Davide Tagliabue, a cura di UNIDEE Residency Programs in collaborazione con UniCredit Group

La mostra presenta le opere degli artisti Despina Charitonidi e Davide Tagliabue, realizzate nell’ambito delle residenze Ecosystems as Living Communities prodotte da UNIDEE Residency Programs di Fondazione Pistoletto Cittadellarte in collaborazione con UniCredit Group. Frutto di un periodo di ricerca e produzione presso Cittadellarte, le opere entrano a far parte della UniCredit Art Collection, come testimonianza concreta del dialogo tra arte, territorio e comunità.
Nel solco della visione condivisa tra Cittadellarte e UniCredit, che riconosce nell’arte una forza attiva per rigenerare i legami sociali, ambientali e culturali, le residenze connettive di Ecosystems as Living Communities favoriscono l’incontro tra pratiche artistiche, saperi locali e complessità contemporanee.
In dialogo con la curatrice Lucia Giardino, la mostra offre uno sguardo ravvicinato non solo sulle opere finali, ma anche sui materiali di ricerca e le sperimentazioni che ne hanno accompagnato la genesi. Il lavoro di Charitonidi esplora la comunicazione acustica dei mammiferi marini minacciati dall’inquinamento sonoro, attraverso sculture in ceramica ispirate a fossili marini piemontesi e capaci di restituire suoni evocativi.
Tagliabue, invece, riflette sulla filiera dell’allevamento intensivo di pollame, incorporando materiali organici di scarto — ossi, gusci d’uovo, ceneri — in opere in bioceramica che evocano reliquie e rituali contemporanei.
Entrambi gli artisti abbracciano pratiche sperimentali e alchemiche, accettando il rischio dell’imprevisto come parte del processo creativo. Le loro opere diventano veri e propri comp(h)osts: oggetti che incorporano trasformazione, memoria e materia viva, interrogando il nostro rapporto con il vivente, con il consumo e con il sacro.
Questa esposizione rappresenta l’esito di un percorso condiviso, che vede l’arte come catalizzatore di cambiamento e co-creazione. Un invito a immaginare nuovi ecosistemi, in cui l’essere umano riconosce di essere parte di un tutto interconnesso.
Despina Charitonidi
Melon (I, II, III, IV, V), 2025
Argilla biellese smaltata con lacrime dell’artista, in riduzione.
L'opera si ispira alla forma del melone, l’organo di ecolocalizzazione presente nei corpi dei cetacei. Costituito da una massa di tessuto adiposo situata sulla fronte, il melone è l’organo primario che consente la vocalizzazione e la comunicazione tra cetacei odontoceti, determinando profondamente le modalità con cui esse socializzano e costruiscono la loro identità culturale. Profondamente colpita dai modi in cui le balene vivono, socializzano ed evolvono, l’artista trasforma questo organo in un fischietto, un oggetto di argilla creato dall’uomo – avvicinandosi così al modo in cui i cetacei comunicano, oltre i limiti del linguaggio. Inoltre, Melon, in greco, significa futuro: l’artista sceglie questa parola come titolo, mettendo in luce, con questo gioco di parole, le connotazioni acustiche che ne derivano.
Davide Tagliabue
Re-liquorum, 2025
Composito alleggerito a base di polvere di gusci d’uovo e cenere di ossi di pollo, ferro, vetro soffiato con cenere di ossa di pollo, liquore d’uovo.
Re-liquorum si presenta come una reliquia contemporanea: un oggetto ambivalente che fonde culto, consumo e trasformazione materiale. Il titolo, sospeso tra ‘reliquiario’ e ‘liquore’, riflette una tensione semantica che attraversa l’intera opera. Al suo interno, una bottiglia in vetro soffiato, creata con cenere di ossi di pollo, contiene un liquore a base d’uovo: una bevanda rituale, nutrimento che interroga la relazione tra sacrificio e riconoscenza.
L’opera si ispira alla cultura Ifugao delle Filippine, luogo di domesticazione del pollo. I chiodi in cima alla scultura evocano la cresta del gallo, simbolo di fierezza e identità, e si intrecciano con l'immaginario del Tari – coltello da combattimento – e del chiodo sacrificale, generando un cortocircuito simbolico. La forma zoomorfa e ibrida dell’opera richiama un corpo mutante, modellato dalla selezione genetica e sdoppiato tra pollo da carne e da uova, emblema dell’intervento umano. Attraverso il linguaggio del collectible design, l’artista riflette sull’idolatria dell’oggetto nella società contemporanea. Tramite una forma seducente e levigata, Re-liquorum sovverte il gesto estetico, riportando in superficie ciò che solitamente viene escluso dall’atto sacrificale del nutrimento: il corpo, la morte, la sacralità residua di una materia ancora viva.
Biografie
Despina Charitonidi è una scultrice e performer che vive e lavora ad Atene, in Grecia. Il suo lavoro trasforma elementi naturali in materiali strutturali, esplorando l’impatto ambientale dell’uomo. Ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma e performance alla Hogeschool voor de Kunsten di Utrecht. Nel 2021 è stata fellow presso ZKU Berlino, e nel 2023 ha ricevuto il grant All of Greece One Culture.
Davide Tagliabue, conosciuto anche come Metrocubo, è un artista ed artigiano che esplora il rapporto tra gli esseri umani e gli spazi che abitiamo attraverso l’architettura effimera, la land art e la scultura. Il suo lavoro affronta temi ambientali e la relazione tra umano e non-umano, riconnettendoci con l’atto primordiale del “fare”.